Cile

In Cile sulle orme di Neruda

La prima sede del governo, la seconda del legislativo, più differenti non potrebbero essere. Santiago è una somma di città con anime diverse tra loro che si percepiscono passando da un quartiere all’altro. Valparaíso è costituita da un insieme di pittoresche e romantiche colline che si affacciano sul mare. Il Cile moderno di fronte alla dittatura di Pinochet degli anni Settanta e Ottanta nei musei di Santiago.
Giò Rezzonico
01.01.2019 12:00

Itinerario

(gennaio 2019)

  • 1° giorno Milano - Santiago
  • 2° giorno Santiago
  • 3° giorno Santiago - Valparaíso
  • 4° - 17° giorno Crociera Antartico (cfr. itinerario «Antartide») 
  • 18° giorno Santiago
  • 19° giorno Santiago - Milano

 

   

Durata del viaggio: 19 giorni

Operatore turistico: Kel12

  

  

 

 

La prima parte del viaggio si articola sulla visita di queste due città, tanto diverse tra loro. La seconda (si veda itinerario «Antartide») ci porterà invece nel selvaggio continente Antartico. Il volo fino a Santiago è lungo: una quindicina di ore, solitamente con scalo a Madrid. La metropoli – conta oltre 6 milioni di abitanti – sorge in una valle circondata dalle cime innevate della Cordigliera delle Ande e dai rilievi della Cordigliera della Costa. Considerata un’unica città, dove abita oltre il 35 per cento dei cileni, Santiago comprende 26 comuni e parte del territorio di altri 11. Un fatto che spiega le diverse identità proprie di ogni barrio (quartiere). Situata a oltre 500 metri sul livello del mare, la metropoli ha un clima temperato: anche durante l’estate (che corrisponde ai nostri mesi invernali) la temperatura non sale sopra i 30 gradi. 

 

Due secoli d’indipendenza

I più antichi ritrovamenti di attività umana nella regione di Santiago risalgono al 10'000 a.C., ma la città fu fondata attorno all’800 a.C. da una tribù locale. L’inizio della dominazione spagnola risale alla fine del Quattrocento, quando Spagna e Portogallo con il Trattato di Tordesillas (1494) concordarono che tutte le terre a ovest del Brasile appartenevano alla Spagna. Fu però solo nel 1541 che Pedro de Valdivia fondò la città di Santiago. La dominazione coloniale durò oltre tre secoli. Nel 1810 a Santiago fu dichiarata l’indipendenza del Cile, ma la capitolazione del potere coloniale avvenne solo 8 anni più tardi. Le radici di uno dei principali problemi del Cile indipendente, quello dei latifondi agricoli, erano radicate nell’epoca coloniale, quando de Valdivia ricompensò i suoi seguaci con donazioni di vasti territori agricoli (latifundios). Ancora negli anni Venti del Novecento le «Haciendas» controllavano l’80 per cento dei migliori terreni coltivati. Questa questione, che non venne risolta per altri 50 anni, creò un clima molto conservatore nel paese, condizionato dai proprietari terrieri che non volevano perdere i loro privilegi. All’inizio del XX secolo, con lo sviluppo del commercio del rame proveniente dalle ricche miniere cilene, si sviluppò accanto all’aristocrazia agricola una nuova élite di ricchi e accanto ai contadini la classe operaia dei minatori. Ben presto le grandi società nordamericane assunsero il controllo delle miniere, che oggi come allora costituiscono la base dell’economia cilena. Di fronte a una situazione sociale esplosiva alle elezioni presidenziali del 1964 si confrontarono il socialista Salvador Allende e il democristiano Eduardo Frei. Quest’ultimo vinse e si impegnò per riformare la società cilena tentando di controllare l’inflazione, di sanare i conti con l’estero, attuare la riforma agraria e migliorare il sistema sanitario, l’istruzione e i servizi sociali. I suoi sforzi non ebbero però successo perché le sue riforme vennero giudicate troppo lente dalla sinistra ed eccessive dalla destra. In questo turbolento clima politico si fece strada una nuova coalizione di sinistra capeggiata dal medico Salvador Allende, che si riprometteva di nazionalizzare banche, assicurazioni e miniere e di espropriare i latifondisti. Tutti sappiamo come andò a finire. Il primo governo socialista eletto democraticamente al mondo fu rovesciato dal colpo di stato di Augusto Pinochet dell’11 settembre 1973. La dittatura si protrasse per ben 17 anni commettendo crimini terribili. Un periodo durante il quale la famigerata Carovana della Morte, costituita da un gruppo di militari, si spostava in elicottero da una città all’altra per torturare ed eliminare fisicamente gli avversari politici. Secondo le ricostruzioni storiche più recenti almeno 35 mila persone vennero torturate e oltre 3 mila scomparvero. Per il ritorno della democrazia si dovette attendere fino al 1990. 

 

Il Cile moderno di fronte alla dittatura

Come affronta il Cile di oggi questo triste periodo della sua storia? Direi in modo coraggioso. Visitando Santiago ci si imbatte in numerose testimonianze che affrontano questo capitolo della storia contemporanea del paese. In Calle Londres 38, in pieno centro storico, si può visitare un’antica palazzina che ha ospitato durante la dittatura un centro di detenzione, di tortura e di eliminazione degli avversari politici. Nel Parque por la Paz sorgeva Villa Grimaldi, dove 4'500 detenuti politici vennero torturati e 266 giustiziati. Durante gli ultimi giorni della dittatura il complesso venne raso al suolo per nascondere le prove delle nefandezze commesse in quel luogo e al suo posto, al momento del ritorno della democrazia, è stato creato un commovente parco della memoria, in cui ogni elemento rievoca un aspetto delle atrocità commesse in quel posto. Al Museo de la Solidaridad Salvador Allende sono esposte le opere donate da grandi artisti (Picasso, Mirò, Tàpies e molti altri) in memoria dello statista. Ma il museo più importante a questo riguardo è certamente quello «de la Memoria y los Derechos Humanos» inaugurato nel 2010 in un modernissimo palazzo costruito appositamente «per dare visibilità alle violazioni dei diritti umani commesse dalla dittatura, per restituire dignità alle vittime e ai loro familiari, per stimolare la riflessione e il dibattito sull’importanza del rispetto e della tolleranza, affinché fatti di questo genere non si ripetano». Il museo è modernissimo e documenta il periodo proponendo testimonianze orali o scritte, documenti e relazioni, articoli, filmati, fotografie, materiale storico e letterario.

Fa certamente onore al Cile questo modo critico di affrontare una pagina scomoda della sua storia. Una pagina che condizionò le strategie di buona parte del socialismo occidentale. In Italia dalle ceneri del governo Allende, nacque il compromesso storico proposto dal leader del partito comunista italiano Enrico Berlinguer. All’indomani dei fatti del Cile scriveva infatti: «Sarebbe del tutto illusorio pensare che, anche se i partiti e le forze di sinistra riuscissero a raggiungere il 51 per cento, questo fatto garantirebbe la sopravvivenza e l’opera di un governo che fosse l’espressione del tale 51 per cento. Ecco perché noi proponiamo non una «alternativa di sinistra» ma una «alternativa democratica» frutto di una collaborazione e di una intesa delle forze popolari di ispirazione comunista e socialista con le forze popolari di ispirazione cattolica, oltre che con formazioni di altro orientamento democratico». 

 

Una metropoli tante città

Cuore della città, sin dalla sua fondazione nel 1541, è Plaza de Armas. In epoca coloniale, dove oggi sorge una fontana, si ergeva il patibolo. Sulla piazza si affacciano la neoclassica cattedrale costruita tra il 1748 e il 1800, e l’antico palazzo che ospita il Museo Histórico Nacional, che ripercorre la storia coloniale e repubblicana del Cile. Per quanto concerne la cultura precolombiana si consiglia invece la visita del prestigioso Museo Chileno de Arte Precolombino, che si trova a poca distanza. Spostandosi di pochi isolati in direzione nord da Plaza de Armas si raggiunge il Mercado Central, ricco di proposte gastronomiche e certamente uno dei luoghi più pittoreschi della città. Camminando in direzione sud si imboccano invece le due vie pedonali più frequentate (Paseo Ahumada e Paseo Estado), animate da artisti di strada e da bancarelle di street food. Poco distante si erge monumentale il Palacio de La Moneda, elegante edificio neoclassico progettato nel tardo Settecento, sede del presidente cileno. La sua facciata nord fu seriamente danneggiata da un bombardamento durante il colpo di stato militare del 1973 che destituì il governo di Salvador Allende. Non molto distante sorge la graziosa Iglesia de San Francisco, il più antico edificio coloniale di Santiago, risalente alla fine del Cinquecento. Dalla chiesa si accede a due belle vie acciottolate, Paris e Londres, con case in stile europeo degli anni Venti del Novecento. Allontanandosi dal centro e dirigendosi in direzione ovest si raggiunge il Barrio Brasil e sembra di trovarsi in un’altra città, più semplice, più sudamericana con i suoi vivaci murales. Proverete invece emozioni completamente diverse nell’internazionale Barrio Las Condes, ricco di grattacieli e centri commerciali, ristoranti blasonati e negozi di lusso con i marchi più esclusivi. Per chi ama invece le atmosfere bohémien vale la pena di recarsi, soprattutto la sera, nel Barrio Lastarria e de Bellas Artes, ricco di simpatici bar e ristorantini. Ma il quartiere più animato di notte è certamente il Barrio Bellavista con le sue pittoresche vie e piazzette, ricche di proposte gastronomiche di ogni genere. Bellavista è noto anche perché ospita La Chascona, la casa del grande poeta premio Nobel cileno Pablo Neruda, fatta costruire per ritirarsi con la sua amante Matilde Urrutia. La visita di questa casa permette di penetrare nel mondo di Neruda con le sue contraddizioni e la sua passione per le cose belle. Poco distante da La Chascona (liberamente traducibile con «capelli arruffati», un nome ispirato dai ricci ribelli di Matilde), una funicolare porta in pochi minuti al Cerro San Cristóbal, da cui si gode la migliore vista sulla città.

 

Valparaíso, seconda capitale

«Quanto sei folle Valparaíso… non hai mai finito di pettinarti, non hai trovato il tempo per vestirti, sei sempre stata in balia della vita». Così il suo cittadino più illustre, Pablo Neruda, definì la deliziosa baraonda di questa città cadente, pittoresca, poetica. La storia di Valparaíso è legata al mare e al suo porto, dove durante l’epoca coloniale i galeoni carichi di oro e di altri prodotti del Nuovo Mondo facevano scalo, diretti verso la Spagna. La parte più interessante della città non sono però i quartieri che si affacciano sul porto, con al centro Plaza Matriz, cuore storico della città, bensì i «Cerros», le numerose colline che si raggiungono dal lungomare attraverso antichi «ascensores», piccole funicolari costruite tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. I quartieri collinari più rinomati (Concepción, Alegre e Bellavista) propongono ripide e tortuose viuzze acciottolate su cui si affacciano decadenti palazzi coloniali e più umili costruzioni con le facciate in lamiera ondulata dipinte di sgargianti colori. Ogni angolo della città, ma soprattutto i «Cerros» sopracitati, è rallegrato anche dai vivaci colori di un’arte pittorica costituita da suggestivi murales ispirati alle più svariate tematiche, che vanno da seducenti immagini femminili ai più seri problemi sociali e politici. Al Cerro Florida, sopra il Bellavista, sorge «La Sebastiana», residenza di Neruda. «Sono stanco di Santiago – scriveva il poeta a un’amica – desidero trovare a Valparaíso una casetta dove vivere e scrivere in tranquillità». Dopo lunga ricerca Neruda optò per un edificio ancora in costruzione, ma abbandonato dopo la morte del suo proprietario, con una splendida e imprendibile vista tutta Valparaíso e sull'oceano. Terminò i lavori e nel settembre del 1961 organizzò una memorabile festa di inaugurazione. Anche questa residenza, come quella di Santiago, propone soluzioni originali e interessanti collezioni di oggetti, ma ciò che più mi ha colpito è una comoda poltrona davanti a una finestra da cui la vista sulla città e sul mare si può ben capire che fu un’incredibile fonte di ispirazione.

Secondo la guida turistica Lonely Planet, Valparaíso è la città più interessante del Cile e molto più affascinante di Santiago, da cui dista 120 chilometri, che si possono percorrere in bus attraversando la Valle de Casablanca da cui provengono i migliori vini bianchi cileni. Dal 1980 Valparaíso è anche sede legislativa del Cile per volontà del dittatore Augusto Pinochet, che ha trasferito da Santiago alle rive del mare il Congreso Nacional, in un moderno palazzo appositamente costruito sulle fondamenta di una delle case in cui il generale aveva trascorso la sua infanzia.  

 

  

Per saperne di più

  • Cile, Lonely Planet, Torino 2015
  • Antartide, Ediizoni del Capricorno, Torino 2004
  • Alfred Lansing, Endurance, Milano 2018
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