La città dei fiumi, motore industriale di Francia
Itinerario
(maggio 2019)
- 1° giorno Ticino – Monastère Royal de Brou, Bourg-en-Bresse (500 km)
- 2° giorno Bourg-en-Bresse – Juliénas – Visita del Beaujolais (150 km)
- 3° giorno Bagnols – Marcy – Charnay – Saint-Jean – Chazay – Pérouges – Lione (120 km)
- 4° giorno Lione
- 5° giorno Lione
- 6° giorno Lione – Ticino (550 km)
Durata del viaggio: 6 giorni
Operatore turistico: Organizzato in proprio
Raggiungiamo Lione da nord, partendo da Ginevra. A poco più di un’ora di strada sorge il Monastère Royal de Brou. Mentre nella valle della Loira i re di Francia costruivano i loro lussuosi castelli, fra il 1506 e il 1512, la sconsolata Margherita d'Austria edificava questo monastero (nelle vicinanze di Bourg-en-Bresse) in memoria del suo amore defunto Filiberto il Bello e della sua dinastia. La sfortunata principessa, dopo appena tre anni di felice matrimonio, diventò vedova per la seconda volta a soli 24 anni e rimase fedele al suo innamorato fino alla morte. Il monastero è un capolavoro dello stile gotico, che tuttavia già presenta influenze rinascimentali. Emozionanti sono le tombe di Margherita e Filiberto scolpite in marmo di Carrara.
La «Route des Vins du Beaujolais»
Proseguiamo in direzione di Lione percorrendo la romantica «Route des Vins du Beaujolais», che si imbocca a Juliénas. Scorre sinuosa tra le colline attraversando tranquilli villaggi, incontrando antiche chiese e castelli (degno di nota quello di Corcelles). A tratti la vista dall’alto sui vigneti ondulati è incantevole. Il vitigno coltivato è il Gamay, che dà vini rossi fruttati e freschi. Questa regione è nota soprattutto per il Beaujolais Nouveau, un vino novello che si stappa contemporaneamente in tutto il mondo ogni anno nella notte del terzo giovedì di novembre. Le etichette più pregiate sono prodotte più a nord, tra Villefranche-sur-Saône e Mâcon, dove la regione del Beaujolais confina con quella del Bourgogne. Particolarmente apprezzati sono 10 cru, tra cui i noti Moulin-à-Vent, Fleurie, Chénas. A sud di Villefranche-sur-Saône i vini sono meno pregiati, ma la «Route des Crêtes» nel cosiddetto «Pays des Pierres Dorées», offre splendidi panorami sui vigneti che si estendono lungo la valle della Saona e i villaggi assumono un fascino particolare, proprio per il loro colore dorato, che si accende soprattutto al tramonto
Pérouges, gioiello di architettura medievale
Vale una piccola deviazione la scoperta di Pérouges, un gioiello dell’architettura medievale, dalle case in pietra gialla del XV e XVI secolo. Qui il tempo sembra essersi fermato. Le stradine sono rimaste com’erano nel Medioevo, tanto che diversi registi hanno trasformato Pérouges in set cinematografico. Eppure all’inizio del Novecento questo villaggio sembrava destinato alla rovina. È risorto grazie a importanti e garbati restauri.
Trenta chilometri ci separano da Lione. Grazie alla sua posizione strategica e al suo dinamismo Lione, terza città della Francia per numero di abitanti, è il motore industriale, commerciale e finanziario del paese. Fondata dai Romani, sede di importanti fiere commerciali nel Medioevo, capitale europea della produzione di seta dal Cinquecento all’Ottocento, influenzata dalla Riforma, baluardo della Resistenza durante la Seconda guerra mondiale, Lione con la sua storia affascina il visitatore. La città è attraversata da due fiumi – la Saona e il Rodano – e si è sviluppata nel tempo da ovest verso est. Il nostro itinerario di visita segue il filo storico di questa crescita.
La Lione romana…
Iniziamo quindi dalla collina di Fourvière, sede della Lugdunum romana, che sovrasta l’attuale città offrendo suggestivi panorami. I Romani, desiderosi di conquistare la Gallia, compresero rapidamente l’importanza strategica del Rodano e se ne servirono come via di comunicazione per diffondere i loro prodotti e la loro cultura. Fondata nel 43 avanti Cristo, la colonia militare, situata lungo le rive di questo fiume, diventò ben presto la capitale della porzione di territorio chiamato Tre Gallie. Sulla collina di Fourvière rimangono importanti vestigia del periodo romano, la cui storia è narrata nel Lugdunum - Musée et théâtres romains. Nel parco archeologico di Fourvière si possono visitare il Grand Théâtre e l’Odéon. Il primo ha grandi dimensioni (108 metri di diametro) ed è il più antico di Francia. Vi si tenevano gli spettacoli più importanti, mentre il più piccolo e intimo Odéon era dedicato alla musica e alle conferenze. Sopra i due teatri gli scavi hanno riportato alla luce le rovine di un insediamento abitativo. Non molto lontano si possono ancora ammirare le vestigia di uno dei quattro acquedotti che alimentavano la città.
In posizione dominante su Lione, la collina Fourvière è oggi caratterizzata dall’imponente basilica Notre-Dame, costruita a fine Ottocento sul luogo in cui si trovava il forum, cioè la piazza principale della città romana. Durante la guerra franco-prussiana del 1870-71 il vescovo di Lione aveva espresso un voto: se il nemico non avesse invaso la città avrebbe costruito una chiesa. E così fece. La basilica, con la sua architettura esuberante, sia all’esterno che all’interno, è oggi un rinomato luogo di pellegrinaggio.
Un altro segno distintivo della collina è la Tour Métallique, che si vede da ogni parte della città. Alta 85 metri, fu costruita nel 1894 sul modello della Tour Eiffel (300 metri). Oggi ospita antenne televisive, ma forse rivela l’ambizione di Lione di essere una piccola Parigi. Ma torniamo alla storia. A partire dal terzo secolo, la collina fu abbandonata e molte delle pietre utilizzate dai Romani per edificare la loro città vennero trasportate al piano, sulla riva destra della Saona, per costruire la Lione medievale: il quartiere che oggi viene chiamato Vieux Lyon.
…quella medievale…
Dalla collina si può scendere a piedi o in funicolare nel quartiere Vieux Lyon. Nel XV secolo Lione fu sede di importanti fiere e diventò un centro commerciale e finanziario di interesse europeo. Di conseguenza si sviluppò anche la vita mondana, intellettuale e artistica. La città era rinomata per la sua università, le sue stamperie, la sanità, le fabbriche di armi e per detenere il monopolio del commercio della seta. Ma perché, si chiesero nel Cinquecento i lionesi, continuare a commerciare solo sete prodotte altrove? Nel 1536 un commerciante piemontese, Étienne Turquet, propose di creare in città manifatture per la seta. L’iniziativa riscosse grande successo e per tre secoli Lione fu la capitale europea di questa industria.
Visitando la vecchia Lione si percepisce il suo importante sviluppo economico e culturale nel corso dei secoli. Questo quartiere era infatti il cuore della città dove si raggruppavano le corporazioni e in particolare quelle legate alla produzione della seta. Il centro storico si estende tra due vie: la principale Rue Saint-Jean, dove si svolgevano i cortei reali e le processioni religiose e la parallela Rue du Boeuf, continuazione di Rue Juiverie, dove nel XIII e XIV secolo viveva un’importante comunità ebraica, in seguito espulsa dalla città. Su queste vie si affacciano storici palazzi. Oltre 300 sono giunti a noi senza grandi modifiche. Costituiscono un eccezionale insieme urbano, che propone stili diversi: dal gotico al rinascimentale, al preclassicismo. Colpisce la loro altezza: sono stati infatti elevati a quattro piani. Siccome la maggior parte di essi ospitava atelier per la produzione della seta, al livello più alto venivano esposte le stoffe che potevano così essere apprezzate alla luce del sole.
Lo spazio tra la collina e il fiume, su cui si sviluppava l’antica città, è alquanto angusto. Questo ha comportato due soluzioni architettoniche interessanti: le case sviluppate appunto in altezza, ma anche in profondità. Mancando però lo spazio per delle viuzze perpendicolari alle due arterie principali, si sono creati i cosiddetti Traboules: una via di mezzo tra un vicolo e un corridoio. Servono per collegare i palazzi tra loro e anticamente agevolavano il trasporto della merce. Durante la Seconda guerra mondiale si rivelarono preziosi per i partigiani che combattevano nella Resistenza. Essendo il transito riservato ai proprietari, non è però facile intrufolarsi in questi stretti passaggi che danno accesso a splendide corti.
La mancanza perenne di spazio ha portato la città a espandersi, a partire soprattutto dal XVII secolo, sulla cosiddetta Presqu'île, una penisola larga tra gli 800 e i 500 metri, racchiusa tra i fiumi Saona e Rodano. Ma prima di trasferirci in questo quartiere, che oggi è il centro della città, visitiamo la cattedrale di Saint Jean, dove Enrico IV nel 1600 sposò Maria de’ Medici. Iniziata nel XII secolo la sua architettura è caratterizzata dal passaggio tra il romanico e il gotico. Il suo splendido coro e le preziose vetrate sono testimoni della raffinatezza culturale di questa città.
… quella moderna…
Diversi ponti sulla Saona collegano il quartiere Vieux Lyon alla Presqu'île, cuore palpitante di Lione, centro istituzionale, commerciale, culturale e gastronomico. Rue de la République, in gran parte pedonalizzata, è la via più celebre con i suoi grandi magazzini, boutiques, cinema e «brasseries». Collega le due piazze principali: Place des Terreaux e Place Bellecour. Sulla prima si affacciano il municipio, una costruzione del ‘600 con la facciata settecentesca, e il Musée des Beaux-Arts, il più importante della città. Dietro il municipio sorge l’Opéra, un edificio del XIX secolo al quale è stato aggiunto un tetto cilindrico in vetro progettato dal famoso architetto francese Jean Nouvel. Place Bellecour, una delle piazze più ampie d’Europa, è il centro strategico dominato dalla statua di Luigi XIV a cavallo, ammirata non tanto per il soggetto ma per l’autore, caro ai lionesi. A nord della piazza si estendono le tre vie più eleganti (Rue Émile-Zola, Rue Édouard-Herriot e Rue Gasparin), a sud la pedonalizzata Rue Victor-Hugo. Da Place Bellecour si intravvedono le guglie dell’Hotel-Dieu. Le sue origini risalgono al XII secolo ed è rimasto attivo come struttura sanitaria fino al 2010. Procurò a Lione il soprannome di «città della carità» per il suo funzionamento esemplare nella cura dei malati e dei poveri. All’epoca era considerato l’ospedale più moderno d’Europa. La maggior parte dei suoi edifici risalgono al XVII secolo. Dal 1532 vi esercitò, in qualità di medico per due anni, il noto umanista e scrittore francese François Rabelais.
Un grande progetto di rivalorizzazione della struttura, iniziato nel 2015, ha permesso di riaprire nella primavera 2018 l'intero complesso, ribattezzato Grand Hôtel-Dieu. I 50 mila metri quadrati della superficie ospitano alberghi, un grande centro dedicato alla gastronomia francese e mondiale, negozi e grandi magazzini di lusso.
… e quella del futuro
La punta della Presqu'île dove confluiscono la Saona e il Rodano, che ospitava fino a pochi anni fa alcuni stabilimenti industriali, seguendo un ambizioso progetto urbano è stata trasformata in un nuovo quartiere (La Confluence). Passeggiando lungo la riva della Saona si possono ammirare costruzioni moderne dalle linee audaci ed efficienti dal punto di vista energetico. Gioiello del nuovo quartiere è il Musée des Confluences, progettato dallo studio austriaco Coop Himmelb(l)au . Il futuristico palazzo in cristallo, acciaio e cemento, che vuole rappresentare la metafora della conoscenza, ospita un museo dedicato alle scienze e agli studi umanistici. Propone un percorso appassionante e interattivo che racconta l’evoluzione della terra e dei suoi abitanti. Nonostante sia stato inaugurato da pochi anni è già diventato un emblema di questa dinamica città che guarda al futuro.
Come abbiamo detto all’inizio, Lione si è sempre espansa da ovest verso est. A iniziare dal XVIII secolo, anche lo spazio della Presqu'île diventò troppo angusto e fu deciso di costruire nuovi ponti per sviluppare la città sulla riva sinistra del Rodano (il quartiere si chiama infatti La Rive Gauche). I principali punti di interesse turistico di questo quartiere sono l’immenso Parc de la Tête d'Or (il più vasto di Francia), progettato nell’Ottocento, e la Cité Internationale, situata tra il fiume e il parco e ideata da Renzo Piano, che conferma la vocazione internazionale di Lione. I suoi padiglioni, ispirati alle serre ottocentesche, accolgono uffici, alberghi, cinema, ristoranti, il museo d’arte contemporanea, il palazzo dei congressi e un anfiteatro con 3 mila posti.
Un villaggio all’interno della città
Di fronte a Fourvière sorge un’altra collina, dove si è sviluppato il quartiere della Croix-Rousse: una sorta di villaggio all’interno della città. Anticamente era sede di diversi monasteri, ma con l’abolizione degli ordini religiosi durante la Rivoluzione francese questi edifici vennero abbandonati. Nello stesso periodo Joseph Marie Jacquard inventò un nuovo telaio meccanico, che rivoluzionò la produzione della seta rendendola più industriale. Ma i nuovi telai erano alti 4 metri e molto ingombranti: male si adattavano agli angusti locali di produzione del quartiere Saint-Jean. Così gradualmente la produzione si spostò sulla collina della Croix-Rousse, che nel 1880 contava 45 mila canuts (lavoratori della seta). In due atelier dell'Associazione «Soierie Vivante» si può ancora visitare un’antica fabbrica di seta e scoprire i tradizionali metodi di lavorazione.
Musei per tutti i gusti
Il museo più importante della città è certamente il Musée des Beaux-Arts, secondo in Francia solo al Louvre per l’importante offerta di opere d’arte di ogni epoca. Il più esclusivo è invece il Musée des Tissus , che espone una collezione di tessuti unica al mondo e ripercorre la storia dell’industria della seta in generale e a Lione in particolare. Data l’importanza della stampa a Lione nel Cinquecento - con la presenza di oltre 400 stamperie - è interessante anche il Musée de l'Imprimerie. Siccome Auguste e Louis Lumière, gli inventori del cinema erano lionesi di adozione, non poteva mancare il Musée Lumière e il Musée Cinéma et Miniature. Chi ama i musei moderni non deve perdersi una visita al Musée des Confluences, citato più sopra. Gli appassionati di storia possono scegliere tra il Musée gallo-romain de Saint-Romain-en-Gal, il Musée d'Histoire de Lyon e il Centre d'Histoire de la Résistance et de la Déportation (che testimonia l’importante ruolo svolto dalla città durante la liberazione). L’arte moderna è invece esposta alla Cité Internationale. Due musei sono infine dedicati alle marionette.
Per saperne di più
- Lyon et sa région, Le Guide Vert, Boulogne 2016
- Francia meridionale, Lonely Planet, Torino 2017
- Francia, Touring Club Italiano, Milano 2005