Francia

La storia della Loira attraverso i castelli

L’itinerario proposto percorre la parte orientale della regione ed inizia da Bourges, con la sua splendida cattedrale. Prevede la visita delle due città (Amboise e Blois) da cui iniziò una delle avventure architettoniche più interessanti della storia di Francia. L'intera regione in cui sorgono gli incantevoli castelli si estende per 300 chilometri lungo il fiume Loira e i suoi affluenti. Visiteremo i castelli di Talleyrand (Valençay), di Chenonceau (delle donne), di Chanteloup, di Chaumont e di Cheverny..
Giò Rezzonico
01.04.2018 12:00

Itinerario

(aprile 2018)

  • 1° giorno Ticino – Bourges (700 km)
  • 2° giorno Bourges – Valençay – Loches (170 km)
  • 3° giorno Loches – Chenonceaux – Amboise (120 km)
  • 4° giorno Amboise – Chaumont-sur-Loire – Cheverny – Blois (50 km)
  • 5° giorno Blois – Ticino (850 km)

 

Durata del viaggio: 5 giorni

Operatore turistico: Organizzato in proprio

 

 

 

 

I castelli della Loira, che si estendono per 300 chilometri lungo il fiume, in pratica da Sully-sur-Loire a Nantes, sono certamente una delle mete più gettonate di Francia, sia per i turisti indigeni, sia per quelli stranieri. L’itinerario che proponiamo prevede la visita della parte orientale della regione. Come mai, ci si può chiedere, in una regione discosta da Parigi si è creata una tale concentrazione di splendidi castelli? Alla fine del Quattrocento la corte francese si è stabilita dapprima ad Amboise e in seguito a Blois, che è diventata di fatto per una trentina d’anni la capitale politica di Francia. I regnanti francesi furono certamente attirati in questa regione dall’armonia del paesaggio e dal clima dolce. D’altra parte non bisogna dimenticare che nel XVI e XVII secolo la Loira costituiva la principale via di comunicazione in Francia. 

La prima pietra simbolica di questo sviluppo la posò certamente Luigi XI quando decise che suo figlio, il futuro re Carlo VIII, sarebbe stato educato ad Amboise e non a Parigi. Carlo VIII venne incoronato nel 1483 e dieci anni dopo ingrandì e abbellì il castello di Amboise, dove stabilì la corte. Il suo successore Luigi XII si trasferì in seguito nella vicina Blois. Dopo la sconfitta dei Francesi a Pavia nel 1525, che poneva di fatto fine alle loro mire espansionistiche in Italia, la capitale tornò Parigi e i castelli della Loira diventarono per la corona luoghi di rifugio durante i periodi turbolenti, di villeggiatura o di esilio (per esempio Maria de' Medici fu confinata a Blois da suo figlio Luigi XIII). Visitando quei castelli, che furono teatro di uno degli slanci più prestigiosi dell’architettura francese, si scopre dunque la storia di questo paese. Prima dei lussuosi castelli reali, questo territorio ospitava torrioni e fortezze considerati imprendibili. Fu nel periodo rinascimentale che divenne il territorio di un'esperienza senza precedenti per architetti e artisti chiamati da re e mecenati desiderosi di dimostrare la loro potenza attraverso i lussi delle loro proprietà e della vita di corte. Castelli e palazzi furono edificati dapprima dalla casa reale e dai suoi cortigiani, in seguito, soprattutto nel XVIII e XIX secolo, anche da famiglie della ricca borghesia: commercianti e finanzieri. 

I castelli sorgono nel verde, spesso lungo la Loira o i suoi affluenti, e si affacciano su giardini che in età rinascimentale, per influenza italiana, diventarono una sorta di prolungamento dell’architettura dell’edificio. Il castello di Chaumont-sur-Loire porta avanti la tradizione dei giardini in chiave moderna con il suo annuale «Festival International des Jardins». L’influenza della cultura italiana si è fatta sentire, durante il Rinascimento, non solo sui giardini, ma in tutte le forme dell’arte. Furono infatti numerosi gli intellettuali e gli artisti italiani, scoperti durante la campagna militare francese in Italia (1521-1526), che giunsero nella regione della Loira per lavorare alle corti reali o alla costruzione di altri palazzi e castelli. Il più famoso fu certamente Leonardo da Vinci, invitato da Francesco I ad Amboise per esprimere il suo genio in piena libertà. 

 

La cattedrale di Bourges

La prima tappa dell’itinerario ci porta a Bourges, che si trova alle porte della regione dei Castelli della Loira. L’abbiamo scelta per la sua splendida cattedrale, contemporanea a quella di Chartres, e considerata una delle più elevate creazioni del gotico francese. Le vetrate in particolare sono di straordinario interesse e dimostrano l’evoluzione di quest’arte dal XII al XVII secolo. Attorno alla basilica si estende un pittoresco quartiere antico con case a graticcio e palazzi in pietra di stile gotico e rinascimentale. Bourges conobbe il suo massimo splendore artistico alla fine del XIV secolo quando Jean de Berry, figlio di Giovanni il Buono, la scelse come capitale del suo ducato. Nella sua università, fondata nel 1463, studiò Calvino, che qui scoprì i princìpi del luteranesimo, importati da studenti tedeschi. 

 

Il castello di Talleyrand

«Questo luogo è il più bello della terra e nessun re possiede un parco più pittoresco»: così la scrittrice e drammaturga francese George Sand descrisse il castello di Valençay. Fu costruito nel XVI secolo, sul luogo in cui sorgeva un maniero medievale duecentesco, da una famiglia di banchieri, che per edificare e mantenere questa splendida proprietà si svenò a tal punto da essere poi costretta a venderla a un banchiere scozzese, che a sua volta nel 1803 la cedette a Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, il grande diplomatico francese. Il castello divenne così sede di importanti incontri politici, organizzati dal nuovo proprietario, soprannominato «il camaleonte» per la sua capacità di «rimanere a galla» con i governi più disparati. Riuscì infatti, grazie alla sua abilità politica, ai suoi modi raffinati e alla sua abilità di oratore, a lavorare come diplomatico alle dipendenze sia dei re di Francia, sia dei rivoluzionari francesi,  sia di Napoleone Bonaparte. Il castello di Valençay, durante il periodo napoleonico divenne anche la prigione dorata di Ferdinando VII di Spagna, che vi soggiornò come «ospite» di Talleyrand per un paio di anni insieme al fratello Carlos e allo zio Antonio. 

Per la visita del castello e del suo splendido e vastissimo parco (sono a disposizione vetture elettriche) bisogna prevedere circa 3 ore. Sono a disposizione audioguide anche in lingua italiana.

 

Loches, città reale

Vale davvero la pena di trascorrere una notte a Loches, presso «La Maison de l'Argentier du Roy», un «hôtel de charme» situato in un’antica residenza dentro le mura interne della città. Il borgo è sorto in posizione strategica (sulla via che collega Parigi alla Spagna) su uno sperone roccioso che si specchia nelle acque del fiume Indre. La Citadelle, cinta dalle prime mura del XII secolo, era allora giudicata imprendibile. Ospita il castello dove alloggiavano i re di Francia (per questo è denominata «Cité royale»), una graziosa chiesetta romanica, pochissime case e un torrione adibito per secoli a prigione. Passeggiando di notte per le strette vie di questa antica fortezza si ha l’impressione di immergersi in un’altra epoca. La città, che si espande ai piedi della Citadelle, è protetta a sua volta da un’altra cinta muraria e propone pittoresche stradine su cui si affacciano edifici del Quattrocento e rinascimentali.

 

Il castello delle donne

Soprannominato «Château des Dames» Chenonceau è uno dei castelli più amati e frequentati di Francia. Fu un ricco banchiere ai tempi di Francesco I a costruire questa fastosa dimora tra i 1513 e il 1521 sui resiti di un preesistente maniero e di un antico mulino. Si devono però a sua moglie Caterina Briçonnet la grazia e il gusto che caratterizzano il castello, ceduto in seguito a Francesco I e passato quindi a Enrico II, che lo regalò alla sua dama preferita Diana de Poitiers, bella, intelligente e provvista di un ottimo senso degli affari. Fu lei che costruì il celebre ponte sul fiume Cher, che conferisce all’edificio la sua architettura unica al mondo. Così come i giardini da lei voluti furono tra i più moderni e spettacolari del suo tempo. Alla morte di Enrico II sua moglie Caterina de' Medici allontanò Diana dal castello, intervenne sui giardini e sopra il ponte voluto dalla rivale costruì una galleria a due piani per organizzare feste sontuose. Ma la storia del castello è legata anche ad altre donne: Luisa di Lorena-Vaudémont, alla morte del marito Enrico III vi si ritirò per portare il lutto; Louise Dupin, due secoli più tardi, restituì il suo fasto all’edificio caduto in rovina trasformandolo in un brillante salotto e accogliendo scrittori, poeti, scienziati e filosofi come Montesquieu, Voltaire o Rousseau. Chenonceau, edificato sulle acque tranquille del fiume Cher in cui si specchia, inserito in un paesaggio verde che contrasta con il colore bianco della pietra con cui è stato costruito, rappresenta un’immagine di fiaba che il visitatore difficilmente potrà dimenticare. 

Per la visita degli interni bisogna calcolare circa un’ora e trenta minuti (sono a disposizione audioguide) e altrettanto per i suoi giardini.

 

Una pagoda nel nulla

Nel 1770 il duca di Choiseul, ministro del re Luigi XV, fu esiliato nel suo castello di Chanteloup, dove riceveva ospiti illustri da tutta Europa. Per dimostrare la sua riconoscenza ai potenti amici che venivano a visitarlo durante l'esilio, nel 1775, fece costruire una Pagoda, ispirata a quella edificata in stile cinese a Kew in Inghilterra, per la principessa di Galles. Un peristilio di 16 colonne e 16 pilastri sostengono la pagoda che termina a forma di cupola e si articola su 6 piani.  L’edificio conobbe un successo straordinario: venivano da tutta Europa per ammirarlo.

 

Leonardo ad Amboise

«Qui sarai libero di sognare, di pensare e di lavorare». Con questa promessa il monarca francese Francesco I attirò ad Amboise Leonardo da Vinci, il quale trascorse nel rinascimentale Château du Clos Lucé gli ultimi tre anni della sua vita, dal 1516 al 1519. Nel castello che lo ospitò e che sorge a poche centinaia di metri da quello reale, un’esposizione presenta le molteplici sfaccettature di questo immenso genio dalla mente pluridisciplinare. Si racconta che Leonardo arrivò ad Amboise con la tela della Gioconda nascosta nel bagaglio. Giunto nella sua nuova sede all’età di 64 anni non deluse le attese di Francesco I: organizzò fastose feste ricche di colpi di scena e lavorò a progetti faraonici per assecondare i desideri del re. La bella cittadina che si affaccia sul fiume, con le sue case antiche e le sue vie tortuose è dominata dall’elegante castello reale, che sorge su uno sperone roccioso, da cui si domina la Loira e uno dei rari ponti che anticamente la attraversava. Fu trasformato in reggia fastosa, cenacolo di poeti e artisti, da Carlo VIII. Centro del potere durante il Rinascimento, il castello fu luogo di residenza di tutti i re Valois e Borboni, nonché teatro di numerosi eventi politici del regno: nascite, battesimi, congiure, editti di pace. Questa imponente fortezza fu  infatti una sorta di «asilo nido» di quei re di Francia, in particolare Carlo VIII e Francesco I, che una volta diventati regnanti ne fecero la grandezza.

 

Il Festival dei giardini

L’incantevole castello di Chaumont-sur-Loire costruito nel Quattrocento in tufo bianco e ampliato il secolo successivo è famoso soprattutto per il suo splendido parco che ogni anno, da aprile a ottobre, ospita il «Festival International des Jardins». Annualmente invita una trentina di artisti, architetti, paesaggisti, giardinieri, urbanisti a interpretare una tematica nel verde. Il pittoresco castello con le sue torri e i tetti appuntiti è celebre anche per aver ospitato fino alla sua morte Diana de Poitiers, quando venne allontanata dal castello Chenonceau dalla rivale Caterina de' Medici.

 

Gli interni di Cheverny

Una mezz’ora di automobile separa Chaumont-sur-Loire da Cheverny, passando per Fougères-sur-Bièvre dominata dal suo castello in stile feudale nonostante sia stato costruito in epoca rinascimentale. Il castello di Cheverny è invece un perfetto esempio del classicismo architettonico seicentesco, particolarmente interessante per i suoi interni con rivestimenti policromi e dorati, nonché per i preziosi mobili. Essendo appartenuto alla stessa famiglia da sempre, il mobilio è rimasto intatto. Cosa assai rara per un monumento di questo genere. Visitandolo, si ha l’impressione che l’ultimo inquilino sia partito il giorno prima. Dopo il fascino romantico del castello, ci si immerge nell’immenso parco con boschi di sequoie, cipressi, pini e cedri, spostandosi a bordo di vetture e battelli elettrici. 

Per la visita degli interni e degli esterni bisogna contare circa 3 ore.

 

La storia di Francia

Come lo testimonia il suo castello, che domina la città, Blois ebbe un ruolo centrale nella storia del Rinascimento francese e lo fece a scapito della rivale Amboise. Il borgo antico è disposto ad anfiteatro sulla riva destra della Loira. Drammi, lotte di potere, complotti, avvenimenti storici si svolsero nel castello che racconta la storia di sette re e di dieci regine. La sua architettura, essendosi sviluppata sull’arco del tempo, riassume bene l’evoluzione che hanno conosciuto i castelli della Loira nel corso di cinque secoli. Un luogo unico, dove è rappresentata l’evoluzione  dell’architettura francese dal Duecento al Seicento. Attorno a una sola corte si affacciano infatti quattro facciate e quattro monumenti di epoche diverse, edificati da altrettanti monarchi francesi. 

La visita del castello richiede circa 1 ora, mentre per quella della città storica bisogna contare almeno 2 ore.

 

   

Per saperne di più

  • Châteaux de la Loire, Le Guide Vert, 2016
  • Châteaux de la Loire, Le Routard, Hachette, 2017
  • Châteaux de la Loire, Michelin, Selectione Guide Vert 2016
  • Francia, Touring Club, 2005

 

 

 

 

 

 

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