Canada

L'eterna rivalità fra Toronto e Montréal

Un itinerario nel paese urbano e metropolitano: la rivalità tra Toronto, la «Milano canadese», e Montréal, «la Roma del nord America». Ottawa, la capitale scelta dalla regina Vittoria, si trova a metà strada tra le due città antagoniste. A Québec, sede della Nouvelle France nel Sei e Settecento, si respira ancora un’atmosfera europea.
Giò Rezzonico
01.06.2018 12:00

Itinerario

(giugno 2018)

  • 1° giorno Toronto
  • 2° giorno Toronto
  • 3° giorno Toronto
  • 4° giorno Ottawa
  • 5° giorno Québec
  • 6° giorno Québec
  • 7° giorno Montréal
  • 8° giorno Montréal
  • 9° giorno Montréal

  

Durata del viaggio: 9 giorni

Operatore turistico: Organizzato in proprio

  

  

 

 

Il Canada è un paese molto accogliente e ospitale con città assai diverse tra loro in ragione della sua storia, che ha visto dapprima la dominazione coloniale francese, fino al 1763, e in seguito quella inglese. Il Québec, una vasta regione di questa nazione, ha conservato una chiara impronta francese, che si nota ancora visitando le sue città, dove, oltre all’inglese, si parla appunto anche – e in certe parti soprattutto  ­– la lingua di Molière.

Questo breve viaggio è stato un primo approccio al Canada urbano e metropolitano, limitato alle sue città meridionali situate vicino al confine con gli Stati Uniti. Purtroppo il tempo a nostra disposizione era ridotto e non ci ha permesso di scoprire anche le meraviglie della natura di questo immenso paese, così poco abitato. 

Gli spostamenti tra i principali centri si possono comodamente effettuare in treno. Mentre per il volo  intercontinentale esistono voli diretti che collegano direttamente Zurigo sia con Toronto, sia con Montréal.

 

 

Un paese accogliente, dinamico e cosmopolita

Ho sempre pensato che avrei voluto visitare il Canada in autunno, quando la sua natura diventa multicolore. La mia incorreggibile curiosità mi ha invece spinto ad approfittare di una pausa tra due congressi, a cui partecipava mia figlia a fine primavera, per raggiungerla. Avevamo a disposizione una settimana e Laura mi ha dato carta bianca sull’itinerario. Dato che il suo primo congresso era a Toronto e il secondo a Montréal, ho optato per la visita di queste due città, oltre che della capitale Ottawa, situata nel mezzo, e di Québec, la città più antica dell’America del nord. 

Il Canada urbano e metropolitano mi è piaciuto davvero molto. È un paese dove ti senti accolto. La gente è gentile, non sembra stressata. Quando dici che sei svizzero la maggior parte delle persone ti associa a Federer. Il che mi faceva piacere, perché penso che effettivamente rappresenti la più bella immagine della Svizzera nel mondo. Gli intellettuali ti guardano invece con simpatia, non solo per il Roger nazionale, ma perché anche noi svizzeri, come loro, abbiamo un sistema politico che permette la convivenza pacifica tra culture diverse. L’obiettivo dei politici canadesi più illuminati è quello di creare una nuova identità nazionale, che sappia rispettare e valorizzare le molteplici componenti del paese: i nativi americani, i cittadini di cultura inglese, quelli di cultura francese e le numerose etnie che nel corso degli anni si sono stabilite in Canada. A Toronto si dice che addirittura la metà dei suoi abitanti siano nati fuori dal Paese. Questo approccio multiculturale, confrontato con un mondo dove purtroppo sembra invece sempre più affermarsi la mentalità di «prima i nostri», mi piace molto e mi fa sentire a mio agio.

Ciò che colpisce noi europei, visitando soprattutto le due principali città del Canada, è la loro differenza. Toronto è una bella, tipica, moderna città nordamericana. Montréal è invece una metropoli bilingue, a cavallo tra Vecchio e Nuovo Mondo, che riesce a conciliare uno spirito tipicamente francese con il dinamismo cosmopolita caratteristico delle città nordamericane. Il sindaco Jean Drapeau, autore di un rilancio della città durante il suo mandato durato 29 anni (fra il 1954 e il 1986), ha espresso bene questa differenza in una semplice frase: «Che Toronto diventi pure la Milano del Canada, tanto Montréal rimarrà sempre la Roma dell’America». E in effetti passeggiando per le vie della sua metropoli, dove si assiste alla maggiore concentrazione di palazzi ottocenteschi del nord America, si sente l’influsso della storia. Una storia che vide la presenza colonialista francese solo fino alla metà del Settecento. Dopo il 1763 invece le sorti del Canada, e quindi anche quelle del Québec, furono legate alla corona britannica. Eppure l’influenza della cultura francese è rimasta molto radicata in tutta la regione al punto che Montréal è la seconda città francofona al mondo dopo Parigi.

 

La multietnica Toronto

Cosmopolita, multietnica, multiculturale, giovane, dinamica, tollerante, in perenne mutamento. Sono queste le caratteristiche principali di Toronto, un’accogliente metropoli dove ci si sente subito a proprio agio, mosaico di oltre cento diverse comunità nazionali, definita nel 1989 dall’ONU «la città etnicamente più diversificata del mondo». A Toronto i canadesi sono in minoranza e le guide turistiche sostengono che oltre la metà dei suoi abitanti sia nata fuori dal Canada. Eppure tutti vivono in armonia. D’altra parte anche la storia di questo paese menziona episodi di tolleranza, come l’offerta di libertà a schiavi americani o l’ospitalità a tribù indiane perseguitate negli Stati Uniti. 

Dagli anni Settanta Toronto è diventata la più grande città del Canada, a scapito della rivale Montréal. Se la si osserva arrivando in aereo o dall’alto della CN Tower (che con i suoi 447 metri è la seconda torre più alta al mondo), si ha l’impressione che graviti attorno ai grattacieli del Financial District, molti dei quali sono stati progettati da architetti di fama internazionale. Lo spagnolo Santiago Calatrava ha per esempio firmato quello che ospita la Hockey Hall of Fame, un museo considerato la cattedrale mondiale di questo sport. Passeggiando per la City ci si imbatte anche in costruzioni d’inizio Novecento, spesso perfettamente inglobate in grattacieli modernissimi. Camminando lungo pochissimi isolati si ha così la possibilità, come avviene anche a New York o a Chicago, di percorrere la storia dell’architettura del XX secolo. A sud-est, alle spalle della Union Station costruita tra il 1915 e il 1927, l’Ontario Lake, su cui si affaccia la metropoli, è stato arretrato per edificare un quartiere residenziale molto ambito dagli abitanti della città, caratterizzato da un lungolago molto piacevole.  

In dieci minuti di traghetto si raggiungono le Toronto Islands, che costituiscono una verdissima zona di svago, dove è gradevole passeggiare e da cui il panorama sullo skyline della metropoli è splendido. Sull’altra sponda dell’isola il paesaggio è quasi marino, poiché le dimensioni del lago non permettono di avvistare la riva opposta.

A nord del Financial District si estende invece un piacevole quartiere con edifici pubblici di spiccato carattere britannico, prevalentemente di fine Ottocento. Se in questa zona della città si ha l’impressione di trovarsi nella Gran Bretagna coloniale, spostandosi di qualche centinaio di metri un grande drago rosso annuncia Chinatown, dove ci si immerge in un altro mondo. Un ulteriore piccolo spostamento a piedi e ci si ritrova in Occidente nel piacevole ma decadente Kensington Market o nell’elegante Yorktown. 

Ciò che sorprende di Toronto, oltre all’apertura mentale, è la mancanza di frenesia e il traffico per nulla caotico. A rendere gradevole il nostro soggiorno in Canada a fine giugno è certamente stato anche il dolce clima primaverile, che sembrava provocare un’esplosione di energia negli abitanti, così come avviene nei paesi del nord Europa. Per contro l’inverno è molto rigido, tanto che per evitare i rigori del freddo è nata una Toronto sotterranea, che collega i punti nevralgici del centro città con un labirinto di ben 28 chilometri di accoglienti vie su cui si affacciano centri commerciali, boutiques, bar, ristoranti e servizi pubblici di ogni genere.

 

Ottawa, la capitale

Cinque ore di comodo treno separano Toronto da Ottawa, la capitale bilingue del paese, voluta dalla regina Vittoria nel 1857 come compromesso geografico tra l’anglofona Toronto e la francofona Montréal. Così che da litigiosa cittadina di boscaioli, Ottawa diventò la «Westminster nella selva» con l’ambizione di assurgere alla «Washington del nord». «Westminster nella selva», perché la collina che ospita la città amministrativa è caratterizzata da un parlamento in stile gotico con tetti appuntiti in rame che ricordano la storica sede della camera dei deputati di Londra. «Washington del nord», perché l’ambizione di questa città, dopo essere stata scelta come capitale, è quella di avere come punto di riferimento la capitale degli Stati Uniti. Infatti, accanto ai luoghi del potere – ministeri, edifici amministrativi e bancari, ambasciate – sono sorti una ventina di prestigiosi musei con architetture modernissime, ben simbolizzati dal «The National Gallery of Canada»: una vera e propria opera d’arte con le sue guglie in vetro e le strutture in granito rosa, che rappresentano una rilettura moderna del gotico parlamento. 

La città amministrativa è divisa da quella più animata e commerciale (Lower Town) dal Rideau Canal, meraviglia ingegneristica dell’Ottocento con 47 chiuse, costruito tra il 1826 e il 1832, per collegare il Canada superiore con quello inferiore. Oggi è ancora percorso da imbarcazioni da diporto e in inverno, quando gela, diventa la pista di ghiaccio più lunga del mondo e viene utilizzata come via di trasporto con i pattini verso scuole e posti di lavoro.

 

Québec, la storia

Incontrare l’Europa senza varcare l’Oceano. È questo il grande fascino che esercita sugli americani del nord Québec City e che quindi sta alla base della sua fortuna turistica. Capitale della Nouvelle France nel Sei e Settecento, ha dato il nome anche all’omonima regione francofona canadese. Fu fondata nel 1608 da Samuel de Champlain e fu il primo insediamento francese permanente nell’America settentrionale. Dopo vicende alterne e continui conflitti tra Francia e Gran Bretagna, nel 1763 con il Trattato di Parigi Québec City passò definitivamente sotto il dominio della corona inglese. A pochi metri da La Citadelle, un forte a stella costruito dai francesi nel 1750 per difendere la città, sorge il campo dove il 13 settembre 1759 si svolse la battaglia decisiva che pose fine al conflitto tra francesi e inglesi e sancì il dominio di questi ultimi nell’America del nord. 

Dell’epoca francese rimangono molte testimonianze in città, ma soprattutto la salvaguardia della lingua. Québec è anche l’unica città dell’America del nord a conservare una cinta muraria – Patrimonio dell’Umanità – che si può in gran parte percorrere passeggiando sulle mura. La Citadelle, cioè il forte fondato dai francesi ma completato dagli inglesi, ospita ancora oggi un reggimento franco-canadese. Da La Citadelle una piacevole passeggiata lungo il fiume porta alla Terrasse Dufferin, da cui si gode una splendida vista sulla Città Bassa, dove Champlain costruì le prime case. Oggi è un labirinto di stradine nel quale è piacevole perdersi tra locali accoglienti, gallerie d’arte, boutiques per turisti e artisti di strada. L’atmosfera è quella tipica di una cittadina francese. Più austera invece la Città Alta con i suoi antichi palazzi in pietra grigia, grandiose sedi religiose e amministrative costruite con lo stesso materiale, dominate dallo Château Frontenac, gioiello fra gli alberghi romantici costruiti a fine Ottocento.

 

Montréal, la tradizione

«Che Toronto diventi pure la Milano del Canada, Montréal rimarrà sempre la Roma». Questa frase pronunciata da Jean Drapeau, il politico che durante i suoi 29 anni di sindacato cambiò il volto della metropoli rilanciandola anche a livello internazionale, riassume bene il dualismo tra Montréal e Toronto. Quest’ultima è una bellissima città, ma non ha alle spalle la storia della sua rivale, che può vantare nel centro storico la maggior concentrazione di palazzi ottocenteschi di tutto il nord America, mentre nella città contemporanea presenta un’affascinante architettura moderna e postmoderna. Ma la sua storia le conferisce un altro carattere del tutto particolare: quello di dare l’impressione ai visitatori di trovarsi a cavallo tra il Vecchio e il Nuovo Mondo. La «joie de vivre» di impronta decisamente francese convive infatti in perfetta armonia con il dinamismo cosmopolita tipico delle moderne città nordamericane. La polarizzazione e la contrapposizione tra cultura francese e inglese sembra oggi diluita anche dalla presenza di nuove etnie di cui nel corso degli anni si è arricchita la metropoli. L’accento acuto posto sulla «e» di Montréal nelle scritte ufficiali, simbolizza comunque bene la forte prossimità della città alla cultura francese.

Montréal è la seconda città del Canada e pure la seconda città francofona al mondo. Sorge su un’ampia isola (50 chilometri per 17) ed è dominata dal Mont Royal, un vastissimo parco cittadino che si eleva sopra l’abitato offrendo un magnifico panorama sulla città.  

Anche se le antiche mura che delimitavano la città vecchia di chiaro impianto francese del Sei e Settecento sono state abbattute nel 1817, il centro storico, delimitato dal Vecchio Porto ormai trasformato in luogo di svago, ha mantenuto le sue caratteristiche. È costituito da un dedalo di viuzze curve e acciottolate, sulle quali si affacciano numerosi edifici coloniali e case vittoriane in pietra, che oggi ospitano ristoranti, gallerie d’arte e boutiques.

Nel centro città, ampie vie si incrociano invece a scacchiera in una foresta di alti e modernissimi grattacieli. Anche qui come a Toronto per combattere i rigori del freddo invernale è stata costruita una vera e propria città sotterranea con luce totalmente artificiale.

Montréal ha la fama di essere una metropoli che non dorme mai. Il quartiere più giovane, animato e creativo, abitato da scrittori, cantanti e artisti, è il Plateau-Mont-Royal, che si trova ai piedi dell’omonimo monte. Soprattutto lungo l’animatissimo Saint Laurent Boulevard (interamente pedonalizzato) si affacciano ben frequentati caffè e ristoranti con i tavoli all’aperto, discoteche, boutiques, gallerie d’arte. Nell’adiacente Quartier Latin si respira un’atmosfera che ricorda quella dell’omonimo quartiere della capitale francese, mentre il confinante Le Village, caratterizzato da una forte presenza gay, è sinonimo di libertà e di vitalità. Passeggiare nelle calde sere estive lungo le vie pedonalizzate di questi quartieri è un vero piacere. 

Montréal offre anche una vasta scelta di musei tematici, molti dei quali caratterizzati da architetture spettacolari.

 

 

Per saperne di più

  • Canada, Lonely Planet, Torino 2017
  • Québec, Le Guide Vert Michelin, Clermont-Ferrant, 2001
  • Canada, Touring Club Italiano, Milano 2017
  • Canada, National Geographic, Milano 2016
  • Canada, Carta geografica Michelin “766 National”, Boulogne 2017
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