Seguendo le orme di Gesù Cristo
Itinerario
(febbraio 2006)
- 1° giorno Ticino – Milano – Tel Aviv – Tiberiade
- 2° giorno Tiberiade – Nazareth – Cana – Monte Tabor – Tiberiade
- 3° giorno Tiberiade – Cafarnao – Tabga – Monte delle Beatitudini – Tiberiade
- 4° giorno Tiberiade – Beit She'an – Qumran – Mar Morto – Gerico – Gerusalemme
- 5° giorno Gerusalemme
- 6° giorno Gerusalemme – Betlemme - Gerusalemme
- 7° giorno Gerusalemme
- 8° giorno Gerusalemme – Milano – Ticino
Durata del viaggio: 8 giorni
Operatore turistico: Parrocchia Sacro Cuore, Bellinzona (Padre Callisto Caldelari)
Il viaggio che vi propongo oggi è a tema. Abbiamo percorso la Palestina con lo scopo di visitare i luoghi dove Gesù visse, così come sono raccontati dai Vangeli. A seconda del vostro grado di fede questo itinerario potrà diventare un pellegrinaggio. Nel nostro gruppo le motivazioni dei partecipanti erano differenziate. Per quanto mi concerne provo molto interesse per la figura di Gesù, un personaggio spesso strumentalizzato, che con i suoi messaggi densi di significati ha cambiato la storia del mondo.
Questa premessa lascia facilmente intuire quale importanza abbia la qualità dell’accompagnatore nella visita di questi luoghi, sia per il suo atteggiamento, che deve essere di apertura verso i diversi approcci a quest’esperienza, sia per la competenza, affinché sappia andare al di là dell’interpretazione letterale dei vangeli, per proporne una lettura attuale. Noi di guide ne avevamo addirittura due. Una spirituale, padre Callisto Caldelari, cappuccino, noto in Ticino per la sua apertura di idee. E una religiosa, don Carlo Bazzi, un sacerdote fiorentino, che proponeva una religiosità e una interpretazione teologica dei fatti e dei luoghi in cui era difficile non riconoscersi. Purtroppo entrambi sono nel frattempo deceduti: Padre Callisto nell’agosto del 2014 e don Bazzi due anni dopo.
Lungo l’itinerario, che non ha trascurato anche la visita di siti archeologici estranei alla vita di Cristo, le nostre guide hanno spesso ricorso alla lettura dei vangeli per spiegare il significato dei luoghi in cui ci trovavamo (si veda anche l'itinerario «Sulle orme di Mosè»).
Arabi ed ebrei devono imparare a convivere
Atterrati all’aeroporto di Tel Aviv ci attendeva un torpedone, che in circa due ore ci ha portati a Tiberiade, in Galilea, dove Gesù trascorse gran parte della sua vita. Questi luoghi li avevo visitati quasi quarant’anni prima, quando avevo l’età di mia figlia Laura, che ha accompagnato mia moglie e me in questo viaggio. Ottenuto il permesso di leggere il suo diario, vi citerò qua e là alcune sue riflessioni.
Sulla strada che dall’aeroporto ci portava al lago di Tiberiade si intuiva subito il leitmotiv politico del viaggio. «A destra – scrive Laura – un villaggio arabo, a sinistra un kibbutz ebreo, laggiù un altro paese arabo separato dal muro, i militari. I cartelli sono scritti in ebraico e in arabo». A cena una dolcissima bimba araba si avvicina a un tavolo di israeliani. Il papà della bimba è un militare, ma pure lui ha uno sguardo dolce. Non è in sintonia con i miei pregiudizi. E subito penso che arabi ed ebrei devono trovare la pace, perché vivono uno a contatto dell’altro. Non hanno alternative: devono imparare a convivere!
A Nazareth, dove Gesù è cresciuto
La prima tappa del viaggio è Nazareth, la città in cui Gesù è cresciuto. Una cittadina come penso sia la maggior parte di quelle che si vedono dall’autostrada: carina da lontano – sembra inserirsi nel paesaggio – ma francamente poco affascinante da vicino. Con un’eccezione: l’animato, colorato e profumato souk (mercato), che occupa alcune stradine del centro storico, dove si respira un’atmosfera araba.
La nostra visita inizia dalla Basilica dell'Annunciazione, una chiesa degli anni Sessanta progettata da Giovanni Muzio: un’opera colossale e un’occasione persa per fare della buona architettura moderna. Contiene però uno dei luoghi più suggestivi della storia sacra: la Grotta dell'Annunciazione, che appartiene a un reticolo di altre grotte ed abitazioni della Nazareth di Gesù. Probabilmente duemila anni fa il villaggio era abitato da poche centinaia di persone. La visita del museo permette di accedere ad alcune abitazioni. Si trattava di grotte che venivano ricoperte con legno e paglia. Come non pensare ai presepi, che tanto ci hanno affascinato da bambini?
A Cana avvenne il primo miracolo
Proseguiamo per Cana, il luogo dove si dice che Gesù compì il suo primo miracolo: la trasformazione dell’acqua in vino. Un miracolo, ci spiega padre Callisto, che non va interpretato alla lettera, ma inteso come il messaggio trasmessoci da Gesù, che cambia l’acqua (tristezza) in vino (gioia). E qui, infatti, le coppie rinnovano il sacramento del matrimonio. In questo luogo, pieno di significato religioso come in molti altri, non sempre l’atmosfera è mistica. Ma avrò occasione di tornare su questo argomento.
La nostra prima giornata si conclude con la visita di un altro luogo significativo della vita di Gesù: il Monte Tabor, dove secondo i Vangeli avvenne la trasfigurazione di Gesù davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni. Anche qui troviamo una brutta chiesa progettata negli anni Venti da un altro architetto italiano, il Barluzzi, che ha riempito la Palestina di chiese dal carattere anonimo. Decidiamo di scendere dal monte a piedi, per circa 3 chilometri lungo un suggestivo cammino. In lontananza si sentono i muezzin che chiamano i fedeli musulmani alla preghiera. «Il paesaggio – scrive Laura – è simile a quelli che si disegnano durante le ore di religione alle elementari: bello, vasto, collinoso. Qua e là sorgono villaggi. È verde, con pochi alberi: ulivi, alberi da pepe e tanti peschi in fiore. Una meraviglia!».
La Magna Charta del Cristianesimo
La seconda giornata inizia da Cafarnao, dove Gesù abitò a lungo nella casa di Simon Pietro, dopo che fu cacciato da Nazareth. Recenti scavi archeologici hanno individuato la casa di Simon Pietro, trasformata in luogo di culto già il I secolo d.c., più tardi in chiesa. Nel 450 i bizantini vi costruirono una basilica ottagonale di cui sono ancora ben visibili le fondamenta. Accanto si notano pure i resti di abitazioni risalenti a duemila anni fa. A piedi da Cafarnao camminiamo lungo il lago di Tiberiade verso la suggestiva chiesa del Primato di Pietro, dove appunto si dice che Gesù affidò a Pietro il primato della Chiesa cattolica. Poco distante da qui, forse sulla via che abbiamo appena percorso a piedi, Gesù fece il famoso discorso della montagna: una sorta di programma della sua dottrina. «Matteo – scrive il noto teologo italiano Gianfranco Ravasi – apre il suo celebre discorso della Montagna, vera Magna Charta del Cristianesimo, con le Beatitudini: esse sono la proclamazione non di una serie di norme, bensì di un atteggiamento interiore radicale di apertura verso Dio e verso il prossimo».
Confina con la chiesa del Primato un’altra basilica che ricorda la parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Un miracolo – ci spiega la nostra guida biblica don Carlo Bazzi – che va interpretato come una sorta di programma economico della dottrina di Gesù: se chi ha molto divide con il prossimo, riesce a soddisfare le esigenze della moltitudine. Sembra infatti che a quell’incontro alcuni seguaci di Gesù avessero le bisacce piene, mentre quelle di altri erano vuote.
Lasciamo le rive del lago per salire in un ridente paesaggio con prati in fiore, tra palme e cipressi, sul Monte delle Beatitudini. La vista sul lago è splendida. Le varie chiesette costruite sulla collina sono anonime per l’architettura, ma il significato del luogo è intenso.
Prima di sera ci attende ancora un appuntamento con il fiume Giordano, dove Gesù fu battezzato da Giovanni. Il luogo in cui avvenne questo episodio è al confine con la Giordania, in una zona resa insicura dall’attuale situazione politica. I dirigenti di un kibbutz hanno così pensato di creare un sorta di «lido del battesimo», in cui frotte di turisti arrivano, si cambiano e si immergono nelle acque poco limpide del fiume. Abbiamo assistito all’arrivo di un gruppo di americani appartenenti a una congregazione cristiana. Laura descrive bene la scena nel suo diario. «Uno sembrava un allenatore di nuoto che preparava una gara di apnea. I partecipanti si tappavano il naso, poi si gettavano nell’acqua e dopo l’immersione uscivano alzando le braccia tra gli applausi del pubblico».
A Gerico, la tentazione
La nostra terza giornata di viaggio, particolarmente interessante ed intensa, inizia con la visita del sito archeologico di Beit She'an. Sulla collina si visitano le rovine di un insediamento del 1300 a.C. Al piano, invece, i resti molto ben conservati di una città romana, con il teatro, le terme e le zone residenziali.
A un’ora di strada, immerso tra montagne desertiche, si giunge a Qumran, dove viveva una comunità religiosa all’epoca di Gesù. Negli anni tra il 1947 e il 1958 sono state scoperte, nelle grotte abitate anticamente dai monaci, alcune anfore contenenti manoscritti che hanno rivoluzionato gli studi sulla Bibbia. I preziosi rotoli di carta con la trascrizione dei testi sacri rinvenuti in quei luoghi sono ora conservati all’Israel Museum di Gerusalemme.
Qumran si trova a pochi chilometri dal Mar Morto. Non potete lasciarvi scappare l’occasione di un bagno in queste acque ad altissima concentrazione salina, dove potete sedervi nell’acqua a leggere il giornale.
Lasciato il Mar Morto ci si dirige verso Gerico, attraversando una zona occupata dagli israeliani, dove i coloni hanno costruito i loro insediamenti. Per entrare in città, oggi territorio autonomo, si accede a una frontiera militarizzata, passando attraverso un posto di blocco israeliano e uno palestinese. Sopra Gerico incombe il cosiddetto Monte della Tentazione, dove la storia sacra racconta che Cristo fu condotto dal diavolo che lo tentò mostrandogli lo splendore dei regni della terra, simboleggiati dalla fertilissima Gerico. Attorno alla verde e accogliente città sorge una zona desertica con imponenti rocce color ocra. Una splendida passeggiata a piedi attraverso questo paesaggio lunare conduce al monastero greco ortodosso di San Giorgio, abbarbicato su uno sperone di roccia in una valle desertica ma idilliaca.
Si riprende il viaggio e dopo circa un’ora di torpedone attraverso queste brulle montagne vi appare come per miracolo lo splendore di Gerusalemme.
Gerusalemme, la Città Sacra
A Gerusalemme, città sacra per ebrei, musulmani e cristiani, la convivenza tra i credenti delle tre religioni monoteistiche con radici comuni è difficile. Lo si nota passando dai posti di blocco tra una zona e l’altra. Eppure, annota Laura nel suo diario «i muri non sembrano litigare. Le case non sembrano essere in conflitto. Tutto pare fondersi in una delle città più affascinanti al mondo».
Iniziamo la nostra visita dal Muro del Pianto, luogo sacro per gli ebrei. Dello splendore del Tempio di Erode rimane ormai solo questo muro portante della spianata che lo ospitava. Fedeli giungono da tutto il mondo per pregare in questo luogo altamente suggestivo. «Per centinaia di anni – annota Laura – milioni di persone hanno pregato davanti a questo muro, che sembra ascoltare tutto, sembra contenere ogni singola preghiera, ogni singola parola. Tra le donne che pregano, tante giovani. Ed io mi domando che cosa chiederanno a Dio, che cosa avranno chiesto per secoli le giovani ebree. Mi domando se pregano per la pace, se credono in un futuro di pace per il loro paese».
Dopo che i romani rasero al suolo il templio ebraico, bisognò attendere fino al 638 prima che i musulmani costruissero sulla spianata voluta da Erode la moschea del Califfo Omar con le sue inconfondibili cupole dorate. Uno degli edifici più sacri ai musulmani, la Moschea Al-Aqsa, sorse quasi un secolo più tardi. È denominata «la lontana», perché si ritiene sia il punto più lontano da La Mecca raggiunto da Maometto prima di involarsi nel cielo.
Le ultime ore di Cristo
Ma veniamo alla Gerusalemme cristiana. La nostra visita inizia dal Cenacolo, il luogo in cui Gesù consumò l’ultima cena in compagnia dei dodici apostoli. Si recò quindi fuori dalle mura, sul Monte degli Ulivi, per trascorrere la sua ultima notte e il mattino le ultime ore da uomo libero, nell’angoscia per la consapevolezza di ciò che stava per accadergli. Arrivarono le guardie e, dopo il bacio di Giuda, venne arrestato. Il luogo è particolarmente suggestivo per il suo elevato valore religioso e splendido per l’incredibile vista sulla città.
Lungo le stradine, che oggi ospitano il souk arabo, si estende la Via Crucis, dove Gesù portò la croce prima di essere crocifisso. Con gusto discutibile anche i pellegrini trasportano una croce da una stazione all’altra. Dopo momenti di preghiera approdano alla basilica del Santo Sepolcro, costruita sopra i luoghi in cui Gesù fu imprigionato, crocifisso, deposto, sepolto e dove secondo la tradizione cristiana risorse. Si tratta di una chiesa enorme, con una pianta complessa: un intreccio di epoche, di culture, di religioni. Ma i luoghi sono altamente suggestivi: si vede la roccia su cui avvenne la crocifissione, la pietra su cui il corpo di Cristo fu deposto, la tomba in cui fu sepolto. Tutti luoghi gestiti da sacerdoti di differenti religioni cristiane, che sembrano tollerarsi malamente a vicenda. Nel sito in cui avvenne la crocifissione i pellegrini cattolici non possono cantare. Ma se si spostano di un paio di metri possono intonare le loro litanie, perché si trovano su territorio cattolico. Piccole meschinità che male si adattano al misticismo del luogo.
Non si può lasciare Gerusalemme senza visitare il Museo dell'Olocausto, un altro luogo profondamente suggestivo. Seguendo il Viale dei Giusti dove sono ricordati coloro che aiutarono il popolo ebreo negli anni bui del nazismo (si trova anche il nome dello svizzero Karl Lutz), si giunge al padiglione dedicato al milione e mezzo di bambini sterminati nelle camere a gas di Hitler. Al centro di una immensa sala una candela accesa si moltiplica all’infinito grazie a un sistema di specchi, dandovi l’impressione di entrare in un cielo stellato. Una voce in sottofondo legge i nomi dei bimbi uccisi. Ci vogliono due anni per leggere tutti quei nomi.
A Betlemme nella grotta
Il nostro itinerario prosegue verso Betlemme, diventata ormai una sorta di quartiere di Gerusalemme, ma divisa dal muro costruito dagli israeliani. Su quel luogo di vergogna sta scritto: la pace sia con voi. «Certo che uscire dal museo dell’Olocausto, scrive mia figlia Laura che ha diciannove anni, e valicare questo muro per entrare un’ora dopo nei territori occupati fa male, molto male. Significa che la storia non insegna niente, che la voglia di vendetta è più forte della voglia di pace, che l’odio vince sull’amore. Che brutto. Che triste». «Eppure», annota ancora «i giovani che presiedono il muro e impugnano i mitra hanno gli stessi volti dei miei compagni di scuola e quando passi il posto di blocco ti fanno ciao». Speriamo abbia ragione don Carlo, la nostra guida, quando sostiene che la gente comune da una parte e dall’altra delle barricate è stufa di farsi la guerra.
È questo un viaggio di grandi emozioni per i tragici riferimenti alla storia antica e a quella recente.
Ma torniamo al nostro itinerario, che si conclude a Betlemme. Prima visitiamo però ancora la fortezza militare di Herodion nel deserto della Giudea. Fu creata da Erode, che per edificarla fece letteralmente tagliare la punta della montagna, così da crearne una spianata da cui si domina tutta la zona. La fortezza, con i suoi cunicoli è ben conservata e la vista sul paesaggio brullo ma armonioso della Giudea è davvero affascinante.
Il nostro viaggio, come dicevo, si conclude nel luogo in cui Gesù venne alla luce. La basilica della Natività, una delle più antiche al mondo, ospita la leggendaria grotta rappresentata in tutti i presepi natalizi, anche se oggi alcuni studiosi sostengono che Cristo nacque a Nazareth. Ma non togliamo poesia a questo luogo e speriamo che gli uomini di fede sappiano guardare a ciò che li unisce e non a ciò che li divide. Speriamo altresì che i politici riescano a ristabilire il dialogo per ridare la pace a questa terra meravigliosa.
Per saperne di più
- Israele, Touring Club Italiano
- Pellegrini in Terra Santa, Gianfranco Ravasi e Luigi Santucci, San Paolo Edizioni
- Gerusalemme e la Terra Santa, Le Guide Mondadori
- Israele e territori palestinesi, Guide Ul Yssemoizzi