Alla scoperta delle origini
Itinerario
(agosto 2005)
- 1° giorno Milano – Kiev
- 2° giorno Kiev
- 3° giorno Kiev
- 4° giorno Kiev – Mosca
- 5° giorno Mosca – Sergiev Posad – Pereslavl'-Zalesskij – Jaroslavl'
- 6° giorno Jaroslavl' – Rostov – Jaroslavl'
- 7° giorno Jaroslavl' – Kostroma – Suzdal'
- 8° giorno Suzdal'
- 9° giorno Suzdal' – Vladimir – Mosca
- 10° giorno Mosca – Milano
Durata del viaggio: 10 giorni
Operatore turistico: Organizzato in proprio
Perché iniziare da Kiev un viaggio alla scoperta delle origini della Russia? Perché le origini della grande Russia risalenti all’XI secolo portano nella Kiev di Vladimiro I il Santo. A partire dal XII secolo transitano in seguito per le cosiddette città dell’«Anello d’Oro» (seconda metà di questo viaggio) per poi approdare nel XVI secolo a Mosca (cfr. «La Russia dal 1015 al 1462» in Cambridge, University Press, Storia del Mondo medievale, Garzanti Editore). Questo ci aiuta naturalmente a comprendere perché la Russia conservatrice di Putin consideri come un tradimento le aperture dell’Ucraina nei confronti della Comunità Europea. Ma torniamo alle origini. Fu Vladimiro I il Santo Gran Principe di Kiev che elevò il cristianesimo a religione ufficiale del regno, riconoscendo Costantinopoli come punto di riferimento religioso. Eravamo nel 988. Kiev diventava una provincia ecclesiastica di quel patriarcato. Il commercio fioriva e la città diventava assieme a Costantinopoli «la più ricca e più bella dell’Oriente cristiano». Le chiese di Kiev rimangono fra i monumenti più significativi dell’arte bizantina. L’età d’oro di questa città si sarebbe però spenta ben presto soprattutto per lo sgretolamento del potere centrale. La legge successoria vigente favorì infatti la nascita di numerosi poteri locali di pressoché uguale importanza. Nella regione a nord-est di Mosca nel XII si sviluppò un altro forte potere attorno alle città di Rostov, Suzdal', Jaroslavl', Kostroma e Vladimir: città comprese nel cosiddetto «Anello d’Oro». Città che furono al centro della storia russa anche durante i 240 anni di dominazione dei mongoli. Paradossalmente furono proprio i mongoli a creare i presupposti affinché il principato di Vladimir riuscisse, alla fine del ‘400, ad assoggettare gli altri principati e a creare le fondamenta della grande Russia. Furono i mongoli infatti ad attribuire al Gran Principe Vladimir il ruolo di esattore delle imposte. E fu proprio grazie alla gestione di questo strumento fondamentale che Vladimir riuscì a prevalere. Di questa epoca aurea a Vladimir, che visiteremo, rimangono monumenti significativi. Il primato di Vladimir non durò però a lungo, perché a partire dal '500 il potere si trasferì a Mosca. Con la fine della dominazione mongola (seconda metà del 1400) e con la caduta di Costantinopoli (1453) Mosca diventò la prima potenza ortodossa e la capitale di questa religione. Ivan III il Grande diventò principe di tutta la Russia. Erano poste le premesse per lo strapotere del primo Zar Ivan IV detto il terribile (1530-1584). Mosca diventò infatti la capitale fino al 1712, quando il potere si trasferì a San Pietroburgo. Furono i bolscevichi a trasferire nuovamente la capitale a Mosca subito dopo la rivoluzione. Nel corso del viaggio saremo continuamente confrontati con i differenti periodi della travagliata storia russa: dallo strapotere della chiesa, a quello degli zar e quindi del partito comunista, fino a giungere ai nostri giorni con il nuovo zar Putin.
KIEV, CULLA DELLA RUSSIA
Il nostro viaggio inizia da Kiev, definita la madre delle città russe, nonostante sia oggi capitale di un altro stato: l’Ucraina. Il suo passato, come abbiamo visto, è legato però a filo doppio alla Russia e, in parte, anche il suo presente. È una città molto verde e ridente, costruita sulle rive del Dnepr, quarto fiume d’Europa. Le vie del centro rivelano caratteristiche tipiche di una metropoli europea.
Kiev conobbe il suo periodo d’oro nell’XI secolo, quando era governata dai principi Vladimiro e Yaroslav. La maggior parte dei monumenti di quell’epoca è andata distrutta. Rimangono però ancora emozionanti testimonianze di quel periodo.
La madre delle città russe
La cattedrale di Santa Sofia fu costruita tra il 1017 e il 1031 e subì importanti ampliamenti tra la fine del '600 e l’inizio del '700. All’interno, però la struttura non è stata modificata e ci sono stati tramandati eccezionali mosaici dell’XI secolo in ottimo stato. Dello stesso periodo, ma conservati meno bene, sono una serie di affreschi. Seconda testimonianza dell’XI secolo è l’annesso Monastero delle Grotte. Fu fondato nel 1051. I primi monaci si stabilirono in caverne e costruirono un vero e proprio edificio sotterraneo, che oggi si può visitare. Le varie cappelle sono collegate da stretti cunicoli, che ospitano bare di monaci mummificati. Verso la fine dell’XI secolo venne concessa tutta la collina ai religiosi, che costruirono la Cattedrale della Dormizione e nel corso dei secoli numerosi altri edifici. La cattedrale fu rasa al suolo durante l’occupazione nazista. Oggi è stata ricostruita in base a disegni dell’epoca. E non è questa la sola testimonianza del passato che la follia della storia ha voluto cancellare. Un altro monumento del XII secolo, il Monastero dorato di San Michele, venne raso al suolo dai sovietici per costruire al suo posto un palazzo amministrativo, che però non sorse mai. Anch’esso è stato recentemente ricostruito in base a disegni antichi. Ci si può interrogare sul significato di queste ricostruzioni, che forse non hanno senso da un punto di vista culturale. Vanno però interpretate come la volontà di rivalsa di un popolo sui torti di un passato non certo favorevole. Al Monastero delle Grotte, una delle mecche dell’ortodossia russa, è anche custodita una straordinaria collezione di oggetti in oro degli Sciiti, una popolazione che abitò le terre ucraine 2500 anni fa.
Kiev è ricchissima di testimonianze storiche del suo passato. Per visitarla bene richiede due, tre giorni. La città alta o «vecchia Kiev» (dove anticamente risiedevano i principi) è collegata alla città bassa o «Podil» (anticamente quartiere dei mercanti e degli artigiani) dalla cosiddetta Discesa di Sant'Andrea, la strada più affascinante di Kiev. Da varie angolazioni si ammira l’elegante chiesa dedicata al santo da Bartolomeo Rastrelli, l’architetto italiano che disegnò nel XV secolo San Pietroburgo. Non mancate di visitare la settecentesca Cattedrale di San Vladimiro e i numerosi monasteri immersi nel verde, dove si percepisce un’atmosfera profondamente mistica.
L’«ANELLO D’ORO» CULLA DELLA RUSSIA ANTICA
Da Kiev ci trasferiamo in aereo verso Mosca (si veda anche «Due città, due anime»), dove in automobile inizia la seconda parte del nostro viaggio dedicata alle cosiddette città dell’«Anello d’Oro». Abbiamo preferito spostarci con un autista, perché farsi capire in Russia è difficilissimo e d’altronde la maggior parte delle indicazioni stradali non sono facili da interpretare in quanto scritte in cirillico e diventa quindi talvolta difficile interpretarle. Come abbiamo visto terminato il periodo d’oro di Kiev il potere si spostò nel XII secolo attorno alle città comprese nel cosiddetto «Anello d’Oro».
Sergiev Posad, venerata dagli ortodossi russi
A una settantina di chilometri dalla capitale si raggiunge la prima meta: Sergiev Posad. Si tratta forse del luogo più venerato dai fedeli ortodossi russi. Ospita oltre trecento monaci e un migliaio di giovani che studiano teologia. Questo monastero è strettamente intrecciato con la storia russa. I grandi principi moscoviti non gli lesinarono infatti doni favolosi. Siccome avevano più di un peccato mortale sulla coscienza speravano così di morire in pace con Dio. Caso emblematico fu lo zar Boris Godunov, che ottenne perfino di essere seppellito in questo luogo, nonostante fosse diventato zar a furia di intrighi. Ho visitato il monastero di domenica e ho visto pellegrini arrivare da tutta la Russia. Per venerare la tomba di Sergej, un eremita del ‘300 morto in santità, i fedeli attendono ore in coda. Il luogo è diventato però simbolo anche del nazionalismo russo. Sergej dimostrò infatti sufficiente autorità morale per unire il paese contro il dominio mongolo. Quando poi nel ‘600 Mosca fu occupata dai polacchi, il monastero fortificato resistette a un assedio di sedici mesi. Nel corso del XVII secolo raggiunse il culmine della sua potenza: insieme allo zar era infatti diventato il più ricco proprietario terriero di tutta la Russia con quasi 17 mila masserie. E proprio in quel periodo diede asilo per ben due volta al futuro Zar Pietro I, quando si trovava in difficoltà.
Le chiese (una decina), i palazzi, le mura e le torri che costituiscono questo eccezionale complesso artistico trasudano storia da ogni pietra. Quando entrate in questo luogo sacro dell’antica Russia, considerato il più grande centro dell’ortodossia nel mondo, non potete non provare una certa emozione. I monumenti sono perfettamente restaurati. L’architettura delle chiese, le cupole a cipolla variopinte non potranno mancare di emozionarvi. Si tratta di una vera cittadella con costruzioni che vanno dal XV al XIX secolo.
Pereslavl'-Zalesskij, la città di Pietro il Grande
In un’ora di automobile da Sergiev Posad si giunge a Pereslavl'-Zalesskij, luogo di nascita del più celebrato tra i principi russi, Aleksandr Nevskij. La città ospitò anche Pietro il Grande da giovane. Fu infatti qui che il grande zar sviluppò la sua passione per il mare. All’età di vent’anni costruì sul lago Pleščeevo, una flotta di oltre cento piccole imbarcazioni che gli permise di studiare quelle tecniche di navigazione grazie alle quali trent’anni più tardi avrebbe sconfitto la prestigiosa flotta svedese. Di quelle navi-giocattolo una sola è sopravvissuta e la si può vedere al museo Botik. Al di là di questa curiosità Pereslavl'-Zalesskij offre al visitatore due gioielli. Iniziamo dalla Cattedrale della Trasfigurazione , costruita tra il 1152 e il 1157. Questo monumento a pianta quadrata con un’unica cupola divenne un modello per l’architettura bizantina e fu ripetutamente imitata. Risulta affascinante per la sua estrema semplicità. L’altro importante appuntamento con l’arte è rappresentato dal Monastero Gorickij. Nel XIV secolo le sue proprietà si estendevano su numerosi villaggi con 5 mila servi della gleba. Gli edifici in legno di allora furono sostituiti da costruzioni in pietra. Oggi si visitano la cattedrale e un palazzo molto suggestivo voluti nel ‘700 dall’imperatrice Elisabetta.
La regione era ricca di molti altri monasteri caduti in rovina durante l’era sovietica. Alcuni sono in restauro per riportarli agli antichi splendori.
Jaroslavl', fu la seconda città russa
La prima giornata nell’«Anello d’Oro» si conclude a Jaroslavl', dove il mattino seguente visiterete la città.
Dal 988 al 1010 fu governata da uno dei padri fondatori dell’antica Russia: Jaroslav il Saggio, da cui prese appunto il nome. Con il declino di Kiev nel XII secolo Jaroslavl' conobbe una notevole fioritura dell’arte, dell’artigianato e del commercio. La maggior parte dei monumenti che possiamo visitare oggi risale però al XVII secolo. In quell’epoca divenne la terza città russa per giro d’affari dopo Mosca e Kazàn', e la seconda per numero di abitanti. Grazie a questa solidità economica continuò ad arricchirsi di monumenti. A Jaroslavl' (600 mila abitanti) il Kotorsol affluisce nel grande Volga, il più lungo fiume d’Europa. Sulle rive di questi due corsi d’acqua, nel centro storico, la città presenta i suoi gioielli, che sono più di uno. Oltre il fiume sorgono i quartieri moderni.
Il poeta russo Grigoriev scrisse: «Yaroslavl è una città di incomparabile bellezza: ovunque c’è il Volga e ovunque c’è storia. E ovunque, ma proprio ovunque, ci sono chiese». Delle oltre sessanta che c’erano ai tempi di Grigoriev ne rimangono oggi una trentina, sparse qua e là tra edifici più o meno moderni. Il caso più eclatante è certamente quello della splendida Chiesa di San Giovanni Battista, costruita accanto a una fabbrica chimica. Durante il periodo comunista servì da magazzino all’industria. Oggi la si può ammirare in tutta la sua bellezza con le quindici cupole verdi a cipolla.
Passeggiando lungo le rive dei due fiumi verso la loro confluenza vi appariranno numerose suggestive cupole. Risalendo il Kotorsol giungerete al Monastero della Trasfigurazione del Salvatore: il complesso principale è formato da due chiese adiacenti, che si combinano in modo particolarmente suggestivo con le loro cupole verdi e oro. Dal campanile godrete di una splendida vista su tutta la regione.
Kostroma, costruita da Caterina la Grande
Questa terza giornata del nostro itinerario nell’«Anello d’Oro» è prevalentemente di trasferimento per raggiungere Suzdal'. Sul tragitto, a meno di un’ora da Jaroslavl' visiterete Kostroma: una sosta interessante, anche se priva di charme. Si tratta infatti di una cittadina di 300 mila abitanti, dove i monumenti di un qualche interesse sono dislocati in mezzo a edifici moderni dell’era sovietica. Fa eccezione a questo giudizio il centro cittadino, piuttosto originale. Fu costruito da Caterina la Grande dopo un incendio che distrusse la città nel 1773. Si compone di una vasta area commerciale, caratterizzata da lunghe file di botteghe unite in porticati. Al centro ampi cortili ospitano il mercato. Oltre il centro commerciale si apre una vastissima piazza su cui si affacciano eleganti palazzi settecenteschi e da cui partono a raggiera le principali arterie della città. Come mai tutta questa grandezza in una cittadina di provincia? Perché Kostroma fu cruciale per la storia della dinastia dei Romanov, che ressero i destini della Russia per ben tre secoli. Il loro primo Zar Michele si trovava infatti nel Monastero Ipat'evskij, esiliato dallo Zar Boris Godunov, nel 1613 quando fu eletto zar.
In onore di tale evento i suoi successori della dinastia Romanov furono particolarmente generosi con Kostroma, dove si recavano regolarmente in visita nel loro palazzo di fronte alla cattedrale. Cattedrale dove potete ammirare magnifici affreschi del 600. In tre ore di automobile raggiungerete Suzdal'.
Rostov, con il suo fiabesco Cremlino
Nel pomeriggio, ripercorrendo un tratto di strada del giorno prima, raggiungerete Rostov in un’ora di automobile.
Rostov è una delle mete più suggestive del nostro itinerario. Il suo Cremlino è davvero fiabesco e vi lascerà senza fiato da qualsiasi parte lo osserviate, con le sue innumerevoli e variopinte cupole a cipolla. Assomiglia più a una fortezza che a un luogo di culto. Le possenti mura che lo circondano, lo isolano dalla cittadina, squallido esempio della provincia russa. Rostov conobbe più periodi fortunati. Dapprima nel XII secolo. Quindi nel XIII quando divenne principato autonomo: era una grande città (da cui l’appellativo di «la Grande») con splendidi edifici, un esercito e un proprio artigianato. Con la dominazione mongola decadde.
Nel XVI e XVII secolo il monastero rifiorì. Possedeva infatti, come molti monasteri di quell’epoca, centinaia di villaggi, servi della gleba e manufatture. Gli splendidi edifici che ammiriamo oggi risalgono a quell’epoca. Le sue fortune si conclusero nel XVIII secolo, quando Caterina in difficoltà finanziarie nazionalizzò le terre della chiesa. Compatto, armonioso, estremamente suggestivo, il Cremlino consta di due piazze distinte: quella della cattedrale e l’aera museale dell’ex cortile del metropolita, con l’appendice del giardino verso il lago.
Ritornate a Jaroslavl' per la notte.
Suzdal', luogo di esilio delle mogli ripudiate
Presentato dalle guide come un luogo idilliaco, Suzdal' mi ha francamente un po’ deluso. È vero che presenta un «armonico quadro d’insieme» e che «all’interno di un panorama collinare di rara poesia, armonicamente si fondono un numero incredibilmente ricco di testimonianze architettoniche dei tempi passati». È però realisticamente anche vero che la cittadina, decretata patrimonio mondiale dall’Unesco, si presenta trasandata. Questo giudizio è forse anche determinato dal fatto che la guida locale, contrariamente alle altre che abbiamo incontrato durante il viaggio, era di un’ignoranza da dare sui nervi.
Il colpo d’occhio ammirando la città dall’alto è comunque seducente, anche perché l’incuria del particolare, non appare. Le chiese di questa cittadina hanno radici lontane, nel XII e XIII secolo, ma a noi sono pervenute le costruzioni dei secoli successivi: dal ‘500 in poi. Particolarmente affascinante il Cremlino con la straordinaria parte d’oro e i numerosi monasteri. Uno dei più suggestivi è il Monastero dell'Intercessione. In origine sembra che il convento fosse un luogo d’esilio per le mogli ripudiate dagli zar. Nonostante ciò al suo interno regna una grande tranquillità, che vi contagerà mentre passeggerete attorno alle mura e ammirerete la splendida vista su guglie e cupole color oro, argento, verde, azzurro, rosso: una visione da mille e una notte.
Vladimir, capitale russa dopo Kiev
Tre monumenti straordinari, patrimonio mondiale dell’umanità, immersi in una città moderna, vitale, ben tenuta. Una città provinciale russa che non sembra ripiegarsi sul proprio glorioso passato, ma che pare guardare avanti pur valorizzando i suoi gioielli. Alla fine del XII secolo Vladimir diventò capoluogo del principato più potente di tutta la Russia, prima che il potere si trasferisse a Mosca. I suoi regnanti fecero giungere architetti e artisti fin dall’Europa per conferire alla città una grandiosità pari a quella di Kiev. Per lungo tempo i grandi principi russi continuarono a venire incoronati nella Cattedrale dell'Assunzione: uno dei tre gioielli di cui parlavo prima, costruita nel XII secolo. «L’architettura della cattedrale fece scuola: nel XV secolo, l’italiano Aristotele Fioravanti, cui era stata commissionata la costruzione della Cattedrale della Dormizione nel Cremlino di Mosca, fu inviato a Vladimir per apprendere i metodi costruttivi tradizionali russi cui doveva ispirarsi». Le sue maestose proporzioni e la semplicità architettonica con le cinque cupole dorate non potranno non affascinarvi. All’interno rimane ben poco di pregevole, salvo un giudizio universale dipinto nel 1408 da uno dei maggiori maestri russi: Andrej Rublëv.
A duecento metri di distanza un altro capolavoro: la Cattedrale di San Demetrio, costruita pochi anni dopo la precedente, quindi sempre nel XII secolo. Dalle forme pulite ed essenziali è un altro capolavoro dell’età d’oro di Vladimir. È famosa per la decorazione delle sue facciate. I bassorilievi, scolpiti nella tenera pietra bianca, presentano più di 1300 soggetti. Rimarrete incantati di fronte a questi capolavori di arte popolare, dove i leoni sono sorridenti.
A 10 chilometri dal centro, in piena campagna e in mezzo alla confluenza fra due fiumi, potrete visitare «uno dei vertici più alti toccati dall’arte russa»: la Chiesa dell'Intercessione sul fiume Nerl', contemporanea alle due precedenti. Immersa tra l’acqua e il verde, la sua bellezza e la sua grazia, sono commoventi. Secondo la tradizione la chiesetta fu costruita sul luogo in cui morì, poco prima di giungere a casa, il figlio del principe Andrej Bogoljubskij ferito in battaglia. «Le quattro facciate sono impreziosite da rilievi, capolavori di scultura, dal profondo arcano fascino, con maschere femminili dolenti e, ripetuta per tre volte, la scena del Re Davide che suona il liuto, attirando uccelli e leoni e mettendo in fuga i grifoni. La raffigurazione vuole esprimere simbolicamente l’appello all’unità e all’amore rivolto dal principe Andrej alle terre russe».
Questi tre capolavori dell’arte russa valgono il viaggio e vi colpiranno per il loro carattere massiccio, che ricorda i nostri monumenti romanici, ma al contempo slanciato e ingraziosito sia dai bassorilievi, sia dalle cupole dorate che danno un tocco di orientale.
Per saperne di più
- Russia, Lonely Planet, Torino 2018
- Ucraine, Lonely Planet 2018
- Russia, Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina, Moldova, Touring Club Italiano, Milano 2006