TREKKING & PANORAMI / Escursioni

Architetture religiose tra Dongio e Corzoneso

Questo facile itinerario, percorribile in due-tre ore di cammino, propone una piacevole passeggiata tra Dongio, uno dei primi villaggi della ridente valle di Blenio, anche denominata Valle del Sole per la sua invidiabile posizione, e Corzoneso. Il percorso, che si snoda lungo il fiume, in parte su strada di campagna, in parte su sentiero, permette di scoprire alcune testimonianze architettoniche interessanti.
Giò Rezzonico
Carla Rezzonico
Giò RezzonicoeCarla Rezzonico
01.01.2022 12:00

  

  

San Pietro a Motto di Dongio

 La bella chiesetta romanica di San Pietro a Motto di Dongio è facilmente individuabile per la sua posizione isolata nella campagna: per chi giunge da Biasca e risale la valle si trova sulla sinistra prima del nucleo di Dongio.

L’attuale costruzione romanica risale all’inizio del XIII secolo. Si ritiene però che fu edificata su un precedente luogo di culto del VI secolo eretto come punto di conforto spirituale per i viandanti che percorrevano la via del Lucomagno, prima che il San Gottardo, nel XII secolo, diventasse il percorso più breve per attraversare le Alpi.

La chiesetta subì poi diversi ampliamenti nel corso dei secoli: particolarmente importanti furono quelli eseguiti alla fine del Cinquecento. All’interno si possono ammirare affreschi risalenti a epoche diverse, che raccontano la storia dell’edificio e della gente che lo frequentava. I più antichi, sulla parete nord, sono di fine Trecento e raffigurano la Crocifissione con Maria e Giovanni e due santi. Imponente, sulla parete meridionale esterna, una rappresentazione di San Cristoforo.

  

L’itinerario

Dopo aver visitato la chiesa di San Pietro s’imbocca il sentiero verso San Remigio di Corzoneso e in circa 30 minuti di cammino si arriva all’oratorio di San Martino Viduale, dove si pensa esistesse un monastero-ospizio. Proseguendo per una decina di minuti si giunge a Boscero, frazione di Corzoneso, dove sorge l’oratorio di San Remigio. Anch’esso di origine romanica, conserva affreschi di epoche diverse (XIII-XVII sec.) e un interessante altare in stucco.

Dopo circa 5 minuti si attraversa il fiume e si torna verso Dongio, un villaggio che in passato conobbe una forte emigrazione soprattutto verso la Francia e l’Inghilterra. Alcuni suoi abitanti fecero fortuna all’estero, come testimoniano le signorili case situate lungo la strada e sulla piazza.

Sulla montagna si può scorgere, magari con l’ausilio di un binocolo, una delle misteriose «case dei pagani» scavate nella roccia e costruite attorno all’anno Mille, probabilmente con scopi difensivi. Situate in zone inaccessibili, le loro origini non sono state spiegate in modo certo nemmeno dalle indagini archeologiche.

La chiesa del villaggio, dedicata ai SS. Fiorenzo e Luca, è un edificio tardobarocco del milanese Giuseppe Stella, costruita dopo che una frana nel 1758 distrusse la precedente parrocchiale.

A Dongio si trovano anche numerosi grotti (privati), fresche e naturali cantine visibili percorrendo il sentiero che corre dietro l’abitato, ai piedi della montagna.

Seguendo le indicazioni «sentiero basso» a partire dal Municipio, in meno di mezzora si torna al punto di partenza. In una quindicina di minuti si arriva al nucleo di Marogno; altri dieci minuti ed ecco Motto, con la chiesa di S. Maria e infine quella di San Pietro.

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