Da Airolo a Biasca in bicicletta
Il Dazio Grande e le gole del Piottino
Partendo da Airolo, si scende per la strada cantonale verso Ambrì-Piotta. All'uscita del paese di Rodi-Fiesso si incontra il Dazio Grande, dove anticamente i viandanti dovevano fermarsi per pagare il pedaggio su merci e persone, potendo anche sostare e rifocillarsi. Poco più avanti si presentava infatti ai viaggiatori un serio ostacolo: la stretta gola che il fiume Ticino ha scavato nelle rocce del Monte Piottino.
Dal Dazio Grande si può fare un'interessante passeggiata a piedi, priva di difficoltà e ben segnalata, della durata di circa un'ora e mezza. Sul tragitto si vedono i ruderi del Dazio Vecchio, antico posto di dogana eretto all’inizio del ‘300 dai Milanesi. Si prosegue attraverso i boschi seguendo le indicazioni Ponte di Mezzo. Subito dopo il ponte una passerella dà accesso all’imbocco della gola e alla strada urana, un capolavoro edile del ‘500, scolpito nella roccia viva. Si ritorna quindi al punto di partenza. Dal Dazio Grande si può accedere alle Gole del Piottino anche senza fare l’intero percorso circolare sopraccitato, ma scendendo a piedi lungo la cantonale per poi imboccare il sentiero che porta all'antica mulattiera e alle gole.
Proseguendo l'itinerario in bicicletta si raggiunge il villaggio di Faido e si imbocca una tranquilla stradina verso Nivo, dove si ammira il bell'edificio della centrale elettrica progettata dall'architetto milanese Giovanni Greppi, secondo lo stile industriale lombardo del primo Novecento.
La Biaschina
La discesa continua lungo i tornanti della Biaschina, vero e proprio incrocio delle tre vie di comunicazione fra nord e sud: l'autostrada A2, con il suo impressionante viadotto inaugurato nel 1983; la linea ferroviaria, che risale al 1882, e infine la strada cantonale con le sue curve. Dall'alto di questa strettoia, si possono osservare i treni turistici - gli unici che dopo l'apertura di Alptransit viaggiano ancora sulla vecchia linea del Gottardo - entrare e uscire dalle gallerie elicoidali per superare i quasi 200 metri di dislivello.
Giornico e la chiesa di San Nicola
Si prosegue fino a Giornico, dove si possono visitare il Museo etnografico di Leventina e la chiesa di San Nicola, considerata una delle massime espressioni del Romanico in Ticino. Costruita nel XII secolo, di architettura essenziale e rigorosa, si staglia tra le vigne con la sua presenza di pietra: forte, semplice e nobile. Notevoli sono il portale della facciata sud, con le piccole sculture, la facciata principale, la cripta coi misteriosi capitelli, gli affreschi dell’abside e la vasca battesimale all’entrata.
Le chiese dei SS. Pietro e Paolo e di S. Petronilla a Biasca
Alla fine della gita in bicicletta, si giunge a Biasca, un borgo che in passato aveva una notevole importanza e che conserva ancora alcuni monumenti storici di rilievo. Dietro la cinquecentesca Casa Cavalier Pellanda, oggi centro culturale, sorge la chiesa parrocchiale dedicata a San Carlo e costruita a fine Ottocento. Da qui una scalinata porta alla splendida chiesa romanica dei SS. Pietro e Paolo, che risale al XII secolo. Al suo interno si trovano preziosi affreschi (XII-XVII secolo).
Sulla destra, un sentiero sale costeggiando il vecchio cimitero e imbocca la Via Crucis benedetta nel 1779. All’ombra dei castagni, 14 cappelle si susseguono mostrando i mosaici di artisti contemporanei. In una ventina di minuti a piedi si raggiungono il ponte in sasso sul torrente Froda, la bella cascata e l’oratorio di Santa Petronilla, ricco di affreschi di autore ignoto, risalenti al periodo 1638-1651.