Due città, due anime
Itinerario
(ottobre 2002)
- 1° giorno Ticino – Mosca
- 2° giorno Mosca
- 3° giorno Mosca – San Pietroburgo
- 4° giorno San Pietroburgo
- 5° giorno San Pietroburgo
- 6° giorno San Pietroburgo
- 7° giorno San Pietroburgo – Mosca
- 8° giorno Mosca – Ticino
Durata del viaggio: 8 giorni
Operatore turistico: Organizzato in proprio
Non illudetevi di visitare la Russia in un sol viaggio. È un paese vastissimo, con un grande passato, pieno di contraddizioni. Una sorta di ponte tra Occidente e Oriente. E voi non capirete mai quale delle due anime prevale: se quella orientale o quella occidentale. Probabilmente non esiste una risposta a questo dilemma. La Russia è un paese ponte. Ci sono vari modi di preparare un viaggio in Russia, ma forse è consigliabile iniziare dalle due città principali: Mosca e San Pietroburgo. Due metropoli rivali, che in qualche modo rappresentano bene queste due anime, anche attraverso la loro architettura. Confrontato con la preparazione di un viaggio in Russia per avvicinare i miei figli a questo immenso paese e a questa grande cultura ho scelto appunto di visitare queste due città. Andarci individualmente è molto costoso. Si trovano ottimi alberghi e raffinati ristoranti, ma sono cari. Escludete di noleggiare un’automobile per spostarvi. Farsi capire è difficilissimo e poi tutti i cartelli stradali sono scritti in alfabeto cirillico. D’altra parte le distanze sono enormi e i taxisti spennano i turisti. Vi conviene in ogni caso, anche se siete soli, cercarvi una guida. Vi muoverete molto meglio. A San Pietroburgo ne abbiamo trovata una eccezionale. Quanto al periodo, vi consiglio l’estate, anche se le città saranno un po’ affollate. Evitate magari il mese di agosto. In giugno, quando a San Pietroburgo le notti durano un paio d’ore, pare che la luce sia magica.
L’atmosfera europea di San Pietroburgo
Iniziamo allora da San Pietroburgo, ex Leningrado. Fu fondata nel 1703, oltre 300 anni fa, dallo zar Pietro il Grande, che decise di edificarla sul modello delle grandi capitali europee dell’epoca. Chiamò alla sua corte architetti italiani, tra cui il ticinese Domenico Trezzini, che diventò il principale responsabile dell’ambizioso progetto (vedi «Aldo Crivelli, Artisti ticinesi in Russia», Locarno, 1966). Poter costruire una città dal nulla credo sia il sogno di ogni architetto. Dai progetti di Trezzini e dei suoi colleghi sono così nati quartieri con un’unità architettonica unica al mondo. Le distanze sono grandi, ma la città è godibile anche a piedi. Non mancate di passeggiare lungo le vie che costeggiano i fiumi Mojka e Fontanka e il grazioso canale Griboedov. L’offerta dei musei è incredibile. All’Ermitage potreste trascorrere giornate intere. Fuori città le residenze estive degli zar sono un appuntamento d’obbligo. San Pietroburgo è molto europea. Si respira un’atmosfera di apertura al mondo, così come l’ha voluta il suo fondatore.
L’anima più orientale di Mosca, la capitale
A Mosca troverete invece un’atmosfera molto diversa, certamente più orientale. Le cupole dorate a cipolla delle sue chiese vi colpiranno: a partire da quelle delle Cattedrali del Cremlino o di San Basilio nella Piazza Rossa, per giungere a quelle dei suggestivi monasteri non troppo lontani dal centro. Le chiese moscovite sono più intime di quelle di San Pietroburgo e per noi forse più affascinanti. La città è diventata estremamente caotica. Se vorrete visitare solo il centro vi basteranno due o tre giorni, ma se desiderate avventurarvi anche nei dintorni necessiterete molto più tempo. Per chi è della mia generazione, Mosca è interessante anche perché è stata la culla di un’utopia politica, che nella sua realizzazione ha purtroppo dimostrato tutti i suoi limiti fino a diventare una tirannide. Non potrete comunque esimervi dal visitare il mausoleo di Lenin, in cui il dittatore giace imbalsamato. Alle sue spalle, all’esterno, gli fanno compagnia le tombe dei protagonisti del comunismo sovietico, a iniziare da Stalin.
Un’itinerario molto interessante si snoda attorno alle cosiddette città dell’«Anello d’Oro» e permette di scoprire le origini della grande Russia. Richiede alcuni giorni e fa sosta in diverse cittadine medievali di grande fascino come Suzdal' e Rostov, che distano qualche centinaio di chilometri dalla capitale (si veda «Alla scoperta delle origini»).
APPENDICE
Ho viaggiato in Russia a più riprese. La prima volta negli anni '70, quando ancora regnava il partito comunista. La seconda subito dopo la caduta del regime. Regnava il caos. La terza all’inizio degli anni Duemila. Tutto era diverso. La gente, le strade, gli alberghi, i ristoranti, tutto. E più volte mi sono chiesto quale era la Russia migliore.
All’indomani della caduta del regime avevo pensato che in fondo preferivo l’Unione sovietica comunista al caos di quel momento. Tornando all’inizio degli anni Duemila mi chiedevo se avrei confermato questa sensazione. Ebbene no. Era impressionante quanto era stato fatto negli ultimi dieci anni. Era una prova che l’economia di mercato, nonostante i suoi innumerevoli difetti, funzionava e produceva risultati, anche se a caro prezzo per gli strati più deboli della popolazione. Mi sono allora rammentato del mio primo viaggio nella Russia comunista, quando si respirava aria di repressione a tutti i livelli. Le guide turistiche sembrava raccontassero tutte le stesse cose, ben imbeccate dalla dittatura. E non potevano fare altrimenti. Del passato zarista si doveva dire poco e parlare male, in modo astorico. Erano ossessionati dai primati, dai record. Tutto veniva misurato con termini di paragone mondiale. Negli alberghi si aveva l’impressione di essere sorvegliati a vista. Su ogni piano c’era un guardiano che controllava e registrava i vostri movimenti. Ricordo che mio padre si era quasi fatto arrestare, perché aveva acquistato alcune icone al mercato nero. Nei ristoranti e negli alberghi si aveva l’impressione di ricevere un grande favore ad essere serviti. Tornando a Mosca alcuni anni dopo la caduta del regime, avevo trovato alberghi splendidi ma molto cari con personale gentile. I ristoranti offrivano ottima cucina russa (introvabile ai tempi del regime). Le vie non erano più buie e squallide, ma illuminate e piene di negozi. La gente sembrava indaffaratissima. E del passato, come si parlava? Del passato zarista in modo libero. Del comunismo, invece, con una certa difficoltà. Chi lo demonizzava e aveva addirittura declassato la rivoluzione di ottobre a semplice «insurrezione». C’era però anche chi guardava al passato socialista sottolineandone sia gli aspetti negativi, sia quelli positivi. Si aveva l’impressione che stessero vivendo giorno per giorno. La ricostruzione («perestrojka») seguita alla caduta del regime ha certamente rappresentato una nuova rivoluzione. Non era certo facile trasformare un’economia socialista in un libero mercato. I conti con queste due ideologie la gente li faceva giornalmente sulla propria pelle. E, chiaramente, quando ci si è dentro, non è possibile giudicare queste realtà con serenità. Un conto è recuperare i nomi delle strade e ricostruire le chiese, un altro è affrontare il passato con le sue attese deluse. Irina, la nostra guida durante l’ultimo viaggio nel 2005, ci raccontava con commozione che suo padre era stato un comunista convinto e in buona fede. Aveva fatto molta fatica a fare i conti con il passato. Lei aveva ricevuto un’educazione comunista, ma oggi parlava con spirito molto critico del regime, come se si fosse sentita tradita. E così penso sia stato per molti russi.
Dalla mia ultima visita a questo interessante paese sono ormai trascorsi 15 anni ed è ormai giunto il momento di tornare, nonostante non apprezzi lo zar Putin. Vi saprò allora dire come troverò questo paese cinquant’anni dopo il mio primo viaggio.
Per saperne di più
- Mosca, Touring Club Italiano (Guida Verde), Milano 2004
- Mosca, San Pietroburgo, Touring Club Italiano (Guida Verde), Milano 2002
- Mosca e San Pietroburgo, Clup Guide, Torino 2000
- San Pietroburgo, Le Guide Mondadori, Milano 2001
- San Pietroburgo, Touring Club Italiano, Milano 1996
- Russia europea, Lonely Planet, Torino 2003