Nel cuore della penisola
Itinerario
(marzo 2002)
- 1° giorno Madrid – Segovia (100 km)
- 2° giorno Segovia – Ávila (70 km)
- 3° giorno Ávila – Salamanca (100 km)
- 4° giorno Salamanca – Coca – Peñafiel – Burgos – Santo Domingo de la Calzada (440 km)
- 5° giorno Santo Domingo de la Calzada – Palencia – Frómista – León (340 km)
- 6° giorno León – Pontevedra (400 km)
- 7° giorno Pontevedra – Santiago de Compostela (200 km)
- 8° giorno Santiago de Compostela
- 9° giorno Santiago de Compostela – Madrid (600 km)
Durata del viaggio: 9 giorni
Operatore turistico: Organizzato in proprio
Amo molto la Spagna. I più bei ricordi della mia infanzia sono infatti legati a questo paese. Quando ero bambino trascorrevo ogni anno con la famiglia un mese in estate a Barcellona e da lì partivamo per visitare la penisola. La destinazione fissa di Barcellona era dovuta al fatto che mio nonno Carminati possedeva, nella capitale catalana, una sartoria. Nonno Vito si innamorò della Spagna nell’immediato dopoguerra. Durante un soggiorno conobbe un sarto, che lavorava per un’importante sartoria situata nel centro di Barcellona. Era molto abile, ma faceva la fame. Il nonno si mise in affari, si fa per dire, con lui. L’azienda non ha mai reso granché, nonostante confezionasse le divise per tutti i vigili della metropoli. Il sufficiente, però, per pagarci le vacanze. Ritornare in Spagna, soprattutto a Barcellona, per me è sempre una grande emozione. A distanza di quasi quarant’anni sto rivisitando questo paese con i miei figli, nella speranza di trasmettere loro quell’amore che provo per la Spagna.
L’itinerario qui descritto percorre la Castilla y León e la Galizia, per terminare a Santiago de Compostela. In parte segue il «Camino de Santiago». Se non avete molto tempo, il modo migliore per visitare la Spagna è raggiungere Madrid in aereo e da lì partire con un’ automobile a noleggio. Il tragitto che vi propongo richiede una settimana. Quasi tutti i pernottamenti sono previsti nei «Paradores», una catena di alberghi dello stato, ricavata da edifici storici. Proverete la sensazione di dormine in un museo. Il costo è molto ragionevole.
Ávila, Segovia e Salamanca
A un’ora di automobile dall’aeroporto di Madrid si trova Segovia, prima tappa del nostro viaggio. Dedicate una giornata. Il centro storico è molto piacevole. Girovagate per le viuzze, ma non mancate di visitare l’acquedotto romano (uno dei meglio conservati, testimonianza del genio degli ingegneri dell’antica Roma), la cattedrale (di notte le sue guglie sembrano un prezioso ricamo) e l’Alcázar (vista da lontano sembra un castello delle fiabe). Non mancate di mangiare il maialino di latte nel famoso ristorante «Casa Duque». Da Segovia in poco più di un’ora raggiungerete Ávila, celebre per le sue mura intatte da 700 anni e per Santa Teresa, che nel '500, mentre la chiesa era scossa dalla Riforma, seppe riproporre la regola. La forte personalità della Santa è presente dappertutto. Tra le numerosissime chiese, non mancate di visitare la cattedrale, la Basilica di San Vicente e il Monastero Reale di Santo Tomás. Dopo aver trascorso almeno una giornata ad Ávila, proseguite per Salamanca, un’altra perla della Castilla y León. Celebre per la sua università, si possono visitare le aule del Cinquecento, secolo in cui venne fondata. Prima di prendere un aperitivo con tapas (antipastini) sulla splendida Plaza Mayor, visitate la «doppia» cattedrale: una romanica (la vecchia) l’altra gotica (la nuova). Il chiostro del Convento de Las Dueñas vi farà invece apprezzare l’arte rinascimentale.
Verso Burgos e León
Una tappa di trasferimento di circa 400 km, quasi tutti in autostrada, vi porterà a Santo Domingo de la Calzada, nel cuore de La Rioja, patria del celebre vino rosso spagnolo. Il «Parador» in cui alloggerete era una sosta per i pellegrini che percorrevano il cammino di Santiago. Le stradine del borgo sono molto pittoresche. Seguendo la strada nazionale incrocerete più volte il «Camino» e supererete molti pellegrini con lo zaino in spalla e il bastone decorato con la tradizionale conchiglia e giungerete a Burgos, nota per la sua splendida cattedrale. È una delle più importanti di Spagna, tappa obbligata dei pellegrini diretti a Santiago. I pinnacoli acuti e dentellati delle sue splendide facciate sono incantevoli. L’interno è maestoso. Se percorrete superficialmente come me il «Camino» in una comoda automobile, concedetevi una deviazione prima di raggiungere León. Passate da Frómista, dove potrete ammirare la splendida, purissima e romanicissima Chiesa de San Martín edificata nel 1066. Giunti a León, se amate il romanico rimarrete estasiati dagli affreschi del Panteón de los Reyes attiguo alla Basilica di San Isidoro. È splendida anche la cattedrale gotica. Di gusto francese, per le alte navate slanciate, è illuminata da ampie finestre con vetrate eccezionali. Il «Parador», forse il migliore di tutta la Spagna, occupa l’antico convento di San Marcos del XII secolo.
Santiago, la mistica
Circa 350 chilometri ci separano dalla mistica Santiago de Compostela: una città piena di fascino e di magia. Ogni anno la raggiungono 40mila pellegrini a piedi. Tutta la città antica ruota attorno alla cattedrale, che ospita le spoglie di San Giacomo, meta dei pellegrinaggi. All’interno l’edificio mantiene le sue caratteristiche romaniche, ma all’esterno è un miscuglio di stili, come tutta la città: romanico, gotico, barocco, neoclassico. Lunghe code di persone attendono di poter salire dietro all’altare maggiore per abbracciare la statua di San Giacomo alle spalle. Per i meno mistici va detto che anche qui il «Parador», ricavato da un antico ospedale per i pellegrini, è davvero fantastico. Vi sembrerà di dormire in un museo.
La storia millenaria del «Camino»
Da oltre mille anni i pellegrini percorrono il cosiddetto «Camino de Santiago» a piedi, partendo dalle regioni più discoste d’Europa. Quando arrivano alla meta, alla Cattedrale di Santiago de Compostela, alla messa delle 12, la «misa del peregrino» il sacerdote annuncia ai fedeli la loro provenienza e la parte del «Camino» percorsa a piedi. Nelle giornate particolari la cerimonia è resa ancora più suggestiva dalla presenza di un enorme turibolo (botafumeiro) contenente incenso, che otto uomini fanno dondolare, grazie a un ingegnoso marchingegno, fino a rasentare le volte del transetto. Per ricevere la cosiddetta «Compostela», cioè il certificato che avete percorso il «camino», dovete camminare per almeno 100 chilometri. L’itinerario classico, però, partiva da Roncisvalle in Francia e richiedeva un mese per percorrere più di 700 chilometri. Le motivazioni che spingono su questo cammino non sono oggi più soltanto religiose. Guidando lungo la strada nazionale che a tratti si costeggia il «camino», ho incrociato più volte da lontano, «pellegrini» con lo zaino in spalla, che procedono lentamente. Il loro ritmo non è certo quello della nostra epoca frettolosa, ma anche il loro ritmo interiore deve essere diverso: alla ricerca di se stessi e non di mete fugaci. Mentre li superavo, comodamente seduto nella mia automobile, li invidiavo e mi sentivo un po’ stupido per il mio modo di vedere, di viaggiare. Ma pochi giorni dopo avrei dovuto essere in ufficio: era un alibi o una realtà? Forse un po’ uno e un po’ l’altro. Per intuire il fascino di quel «Camino» leggete il libro di Paulo Coelho («Il Cammino di Santiago», Bompiani). Anche un ticinese, Giancarlo Solcà, ha pubblicato il suo diario «Santiago De Compostela. Pellegrinaggio In Occidente» (Elvetica edizioni).
Per saperne di più
- Spagna Nord, La Guida Verde Michelin, Milano 2013
- Spagna Sud, La Guida Verde Michelin, Milano 2006
- Spagna Sud, Touring Club Italiano (Guida Verde), Milano 2007
- Spagna Nord, Touring Club Italiano (Guida Verde), Milano 2007
- Spagna, Le Guide Blu, Firenze 1979
- Espagne, Guides Bleus, Hachette Guides de Voyages, 1995