CentoParole

Cento volte CentoParole: perché non basta una stroncatura a uccidere un libro

In questa puntata speciale e celebrativa Dario Campione, inevitabilmente, ci racconta un libro che parla di libri: scoprite quale
Foto generata con l'intelligenza artificiale. © Shutterstock
Dario Campione
01.02.2025 06:00

Oggi giungiamo al traguardo del nostro podcast: cento volte CentoParole. E, inevitabilmente, vi racconto un libro che parla di libri. E il cui titolo bene si adatta a questo nostro appuntamento: Centolettori. I pareri di lettura dei consulenti Einaudi 1941-1991, pubblicato da Einaudi e curato da Tommaso Munari.

In una lunga conversazione con Jean-Claude Carriére, pubblicata quasi 20 anni fa da Bompiani con il titolo Non sperate di liberarvi dei libri, Umberto Eco diceva: «Il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici. Una volta che li avete inventati, non potete fare di meglio. Non potete fare un cucchiaio che sia migliore del cucchiaio. […] Il libro ha superato le sue prove e non si vede come, per la stessa funzione, potremmo farequalcosa di meglio. Forse evolverà nelle sue componenti, forse le sue pagine non saranno più di carta. Ma resterà quello che è».

Un libro ci sarà sempre. Perché gli esseri umani non possono fare a meno di scrivere. Cose interessanti, cose utili, cose piacevoli, cose commoventi. E anche cose noiose, cose insulse, cose pesanti, cose che non servono. È sempre Umberto Eco a darci una spiegazione plausibile e convincente. Da quando gli uomini l’hanno concepita, diceva il semiologo di Alessandria, possiamo «considerare la scrittura come il prolungamento della mano e, in questo senso, come qualcosa di quasi biologico. Essa è una tecnologia di comunicazione immediatamente legata al corpo. Una volta che l’hai inventata, non puoi più rinunciarvi».

Un libro c’è sempre stato. E un libro continuerà a esserci. Per consolare gli animi afflitti, per solleticare la vanità degli autori, per regalare qualche emozione o far esplodere rabbie e risentimenti. Centolettori, il volume di cui parliamo oggi, è un po’ la sintesi di tutto questo. Come dicevo prima, è un libro che parla di libri. Un libro scritto da cento autori diversi nel quale si parla di cento e più scrittori differenti. Una sorta di apoteosi della pagina stampata, il cui pregio è far emergere alcuni tra i passaggi più significativi della storia culturale italiana del dopoguerra, così come talune contraddizioni inaspettate e imprevedibili.

Buon ascolto!

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