Insultare fa bene alla salute, ma le parole possono essere pietre
Dimmi come insulti e ti dirò chi sei. O ciò che pensi. Il linguaggio d'odio è ormai un fenomeno virale: sui social media, che si caratterizzano per il loro parossismo offensivo; nel dibattito politico, caratterizzato spesso non dal confronto di idee ma da un rimpallo accelerato di insolenze; e, ammettiamolo, anche nel parlato quotidiano di ciascuno di noi. Gli insulti rappresentano il lato oscuro del vocabolario. Sono deplorevoli ma ineluttabili. E in qualche occasione sono addirittura necessari.
«Nella sola lingua italiana, i vocaboli capaci di veicolare contenuti spregiativi e offensivi sono più di duemila». Filippo Domaneschi è professore associato di Linguistica all'Università di Genova e al vituperio, in tutte le sue forme verbali, ha dedicato un libro, Insultare gli altri, che ha le caratteristiche di un saggio scientifico ma si legge come un brillante pamphlet umoristico. È il libro che ci racconta oggi Dario Campione. Buon ascolto!