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Matteo Messina Denaro, il delirio del boss in agonia: «Non sono mafioso, sono un criminale onesto»

In questa puntata Dario Campione ci racconta il libro di Maurizio de Lucia e Salvo Palazzolo, «La cattura», pubblicato da Feltrinelli
Red. Online
16.09.2023 06:00

Il blitz che il 16 gennaio di quest’anno ha portato alla cattura di Matteo Messina Denaro era stato chiamato in codice “Operazione Tramonto”. Sul boss trapanese, rimasto latitante per 29 anni e mezzo, si è ormai spentala luce. E anche le notizie che giungono dall’Aquila, dalle stanze dell’ospedale San Salvatore dove Messina Denaro è ricoverato dall’8 agosto scorso sorvegliato a vista da decine di agenti della polizia penitenziaria, parlano di un uomo giunto ormai alla fine dei suoi giorni.

Cala il sipario sull’ultimo, tra gli stragisti dell’epoca corleonese, a finire in galera. Ma non termina certo la storia di Cosa Nostra, della mafia siciliana. Che pure tra grandi difficoltà, dovute soprattutto all’azione costante portata avanti da magistrati e investigatori in questi anni, tenta di riorganizzarsi. Di rimettersi in piedi. Magari facendo leva sull’aiuto di pezzi di borghesia incapace di staccare il proprio destino da quello dei criminali.

Per capire che cos’è, oggi, Cosa Nostra, come sia cambiata nel tempo equali siano gli assetti e gli equilibri che la sorreggono, è certamente utile leggere il libro scritto a quattro mani dal procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia e dal giornalista di Repubblica Salvo Palazzolo.   

La cattura, pubblicato da Feltrinelli, è molte cose insieme: la cronaca serrata e avvincente delle indagini che hanno portato i carabinieri del ROS ad arrestare Messina Denaro; il profilo a tratti completamente inedito del capomafia, la cui vita più recente è ricostruita sulla base di nuovi documenti, testimonianze, intercettazioni; ma anche un’analisi lucida e nitida della realtà criminale palermitana e siciliana. «Una storia in cui» il 16 gennaio «è stato messo un punto, ma» nella quale «non c’è ancora la parola fine».

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