Sotto la coppola, il tablet: mafie, Web e intelligenza artificiale
Oggi vi racconto il libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso Una Cosa sola. Come le mafie si sono integrate al potere, pubblicato da Mondadori.
Quando parliamo di mafia si fa strada, inevitabilmente, il ricordo di un vissuto tragico: la stagione delle stragi, la violenza cieca dei corleonesi, la risposta debole di uno Stato colpito al cuore. È inevitabile. Ma non del tutto corretto. Storicamente, infatti, le mafie - e non soltanto quelle italiane - si sono quasi sempre contraddistinte per i legami e le forme di collusione e di contiguità con determinati ambienti politici, sociali ed economici. Per la loro capacità di permeare il sistema.
Oggi, queste mafie sembrano fare meno paura. Perché sono apparentemente meno invasive, perché sparano di meno. «Le stiamo in qualche modo normalizzando. Manca la volontà di capirne l’evoluzione», la loro trasformazione in organizzazioni «sempre più ibride, in bilico tra realtà analogica e virtualità digitale» - ha detto Antonio Nicaso in un’intervista - Nostro malgrado, se non lo sono già, rischiano di diventare una componente strutturale del capitalismo».
Anche per questo Una Cosa sola è un classico libro «necessario». Se da un lato, infatti, completa un lungo ciclo di studi dedicati dallo storico della criminalità e dal procuratore della Repubblica di Napoli alle grandi organizzazioni malavitose dell’Italia meridionale, dall’altro lato allarga lo sguardo al resto del mondo, mettendo in luce come gli effetti della globalizzazione riguardino ormai tutti. I buoni, così come i cattivi.
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