A Besso una Città della musica al posto della RSI
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Ci siamo. Il progetto di creare un polo della musica a Besso comprando gli studi della RSI è entrato in una fase cruciale. La richiesta di credito per l’acquisto del complesso e le convenzioni con i partner principali della Città, ossia il Conservatorio della Svizzera Italiana e la Fonoteca nazionale svizzera, sono pronte per il Consiglio comunale. Lo ha annunciato ieri il Municipio.
«Le difficoltà iniziali sembravano insormontabili – ha commentato con orgoglio il vicesindaco Roberto Badaracco – ma le abbiamo superate. Stiamo parlando di un grandissimo progetto strategico. Il quartiere di Besso, che ultimamente ha vissuto tanti cambiamenti, meritava qualcosa di speciale». Qualcosa che ha un doppio valore, come osservato dal sindaco Michele Foletti: «La musica sta diventando un settore importante per la città e questo non solo a livello culturale, ma anche economico: genera infatti una cifra d’affari totale di 28 milioni».
L’architettura finanziaria
21, invece, sono i milioni che Palazzo civico dovrà spendere per entrare in possesso degli stabili di via Canevascini in base a un accordo raggiunto con la SSR. «Un accordo vincente per tutte le parti» come ha sottolineato il direttore della RSI Mario Timbal, riferendosi anche al valore culturale dell’iniziativa.
Badaracco è felice del compromesso raggiunto dopo una «serrata contrattazione» con la SSR, che all’inizio chiedeva 25 milioni: «Il prezzo finale è vantaggioso: operazioni simili concluse con la SSR nel resto della Svizzera hanno avuto costi molto più alti. Hanno avuto un occhio di riguardo per il Ticino». Un’altra cifra rilevante è quella che sono pronti ad investire il Conservatorio e la Fonoteca: 55 milioni (45 il primo, 10 la seconda) che serviranno alla costruzione di due edifici e che saranno coperti in buona parte da contributi cantonali e federali.
A proposito del Cantone, che nel 2019 aveva rinunciato a portare avanti l’operazione per un fatto di costi, Lugano al momento non gli ha chiesto un aiuto per i 21 milioni necessari all’acquisto. «Ne discuteremo» ha fatto sapere Foletti. «Non volevamo legare la sostenibilità di questo progetto – e quindi il suo destino – a un eventuale contributo da Bellinzona». Palazzo civico, tra l’altro, incasserà dei canoni d’affitto annui grazie ai diritti di superficie che concederà ai suoi partner: 40 mila franchi dal Conservatorio e 180 mila dalla Fonoteca. Fine del capitolo finanziario.
Polifunzionale e aperta
Badaracco la chiama «casa della musica» e la sua poliedricità potrebbe renderla un unicum a livello nazionale. Il Municipio la descrive come un «ecosistema in costante dialogo con il LAC» dove troveranno spazio diversi sottoinsiemi del mondo musicale: educazione (a ogni livello), creazione originale, ricerca, produzione (non dimentichiamo, tra i partner del progetto, l’Orchestra della svizzera italiana e il Coro della Radiotelevisione svizzera, già attivi negli stabili della RSI), presentazione al pubblico (concerti ed eventi vari), registrazione, diffusione (dalla radio al web), inventariazione, tutela e conservazione delle testimonianze sonore registrate su vari supporti (dal vinile al digitale). Ma non è finita qui, perché l’idea, compatibilmente con gli spazi a disposizione, è accogliere anche altre attività musicali presenti sul territorio, mettendo a disposizione luoghi di lavoro (sale prove), di socializzazione (ristorante e bar) e di studio (biblioteca e postazioni di ascolto). «Non sarà una torre d’avorio – ha sintetizzato il direttore del Conservatorio, Christoph Brenner – ma un luogo aperto alla città».
C’è voglia di cominciare
Dicevamo dei nuovi edifici. Gli spazi attuali non sono sufficienti per soddisfare tutte le esigenze e le ambizioni del progetto. Il Conservatorio, ad esempio, ha bisogno di 4.600 metri quadrati supplementari, mentre la Fonoteca di 800. Da lì la scelta di prevedere due volumi che sorgeranno nella parte nordest del terreno. Per questo servirà una modifica del Piano regolatore, che tuttavia non preoccupa il Municipio. «I nuovi stabili non stravolgeranno il contesto – hanno assicurato Foletti e Badaracco – quindi siamo fiduciosi».
Conservatorio e Fonoteca non vedono l’ora di cominciare. Ina Piattini Pelloni, presidente della Fondazione del Conservatorio, ha parlato di «un sogno» che sta per diventare realtà e di «tempi molto stretti», dato che l’ente deve lasciare la sua sede attuale al Centro San Carlo. «Su questo progetto – ha aggiunto il direttore della Fonoteca, Günther Giovannoni – c’è stato un lavoro corale: la premessa migliore per una casa della musica».