A Locarno alberghi e campeggi pronti per l’arrivo dei turisti
Anche a Locarno è primavera e gli operatori del settore guardano alla stagione in arrivo con positività, nonostante in questi ultimi giorni la temperatura si sia tuffata di nuovo nell’inverno–al contrario di un periodo natalizio caratterizzato da temperature da valori ben al di sopra della norma. Una stagione che, come ogni anno, porterà migliaia di turisti a scegliere la regione del Lago Maggiore per trascorrere una Pasqua lontano dalla pressione di un grande centro urbano. «Siamo sempre ottimisti, in questo periodo», dice con aria solenne Massimo Perucchi al Corriere del Ticino, presidente di Hotellerie Suisse Sopraceneri, in collegamento dal suo albergo ad Ascona.
«Pollice alto»
«Mercoledì 27 marzo e giovedì 28, meteo permettendo, saranno giorni molto interessanti sotto il profilo degli arrivi», gli fa eco Simone Patelli, presidente dell’Associazione campeggi ticinesi nonché titolare di una delle strutture tra le più grandi in Svizzera, proprio nel Locarnese, a Tenero. «Ah, lo vediamo con il pollice verso l’alto. Promette bene», assicura Fabio Bonetti, direttore dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli.
«D’altronde, abbiamo vissuto anni di euforia nel settore», evidenzia ancora Patelli, che tra l’altro è anche presidente di Ticino Turismo. «È proprio in queste passate stagioni che abbiamo beneficiato della più ideale delle promozioni, vale a dire accogliere al meglio un gran numero di ospiti», sottolinea ancora il 48.enne. Una vera e propria «presa d’assalto» avvenuta grazie alle limitazioni della pandemia, che da un lato ha fatto riscoprire la Svizzera a un pubblico che forse l’aveva un po’ dimenticata e che, dall’altro, ha visto un incremento nella vendita di camper «e quindi un bel “potenziale” in circolazione sulle strade che può arrivare nei nostri campeggi».
La data ideale
La sfida del 2024, tuttavia, sarà quella di una Pasqua che arriva molto presto, già a fine marzo. «La data ideale per noi è più avanti, diciamo a metà aprile», spiega ancora Perucchi. «Quando la Pasqua è presto come quest’anno si stenta ad avere prenotazioni per il periodo successivo, fino ai primi ponti. Questo sarà il periodo più difficile sia per noi albergatori sia per i campeggi», afferma il 56.enne.
I tre rappresentanti, poi, illustrano come l’incognita delle previsioni meteo pesi molto sugli arrivi di Pasqua: «Una vacanza prenotata all’ultimo momento», secondo Patelli. «In effetti, molti cercano di capire se sia ancora possibile andare a sciare, oppure se sia già ora di andare a prendere un po’ di sole a sud», conferma Perucchi.
Bonetti ricorda però come le attività non manchino già dall’inizio del prossimo mese: «Prima di tutto con i campionati svizzeri di corsa campestre, a Moghegno. E ancora eventi letterari, Locarno Camelie... tutte proposte che fanno prevedere un grande afflusso», ammette sorridente il 57.enne. «Speriamo che la stagione, già avviata nelle strutture che non chiudono durante l’inverno, parta un pochino prima per avere arrivi stabili», aggiunge Patelli.
Ombre e grattacapi
«Certo, preoccupazioni ce ne sono: il costo della vita, il valore dell’euro... però, appunto, la sensazione è positiva, a sentire l’arrivo di richieste, telefonate, mail e prenotazioni. Aspettiamo un inizio di stagione interessante», sempre Patelli. Mentre Perucchi e colleghi devono far fronte a una concorrenza inaspettata: «Le case di vacanza hanno sempre più peso nel panorama dei “datori di alloggio”, soprattutto a Locarno». Bonetti, a tal proposito, snocciola qualche dato: «Registriamo la metà delle residenze secondarie di tutto il Ticino. Parliamo di almeno 16.000 persone. Comunque un indotto, perché sfruttano le proposte che trovano qui, anche se non rientrano nelle statistiche».
Nonostante questo, gli investimenti nel settore alberghiero non si fermano. Dai progetti di Artioli (Grand Hotel, ex Globus) alle nuove strutture di Locarno-Riazzino, Gambarogno e Losone. «È tanto». Un’occasione per spingere a ristrutturare? «Sì–conclude Perucchi–, anche se su quel fronte c’è ancora da fare. Dopo dieci anni, un albergo possiamo considerarlo “anziano”. Il cantone ci ha sempre dato una mano con una serie di crediti, quindi è possibile. Ma bisogna comunque rimboccarsi le maniche».