A Monaco mancano Russia e Iran, ma potrebbe esserci la svolta Cina-USA
«È passato quasi un anno da quando la Russia ha portato una guerra imperialistica nel nostro continente. Alla Conferenza di Monaco rinnoviamo il nostro impegno per un ordine globale governato dallo stato di diritto e non dalla ragione della forza. Attendiamo con ansia gli scambi e gli incontri dei prossimi due giorni». È con questo messaggio, affidato ai social, che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si esprime sulla Conferenza di Monaco, prevista dal 17 al 19 febbraio. «Dobbiamo costruire un ponte di speranza per il popolo ucraino, dagli orrori della guerra a un futuro migliore in mezzo a noi. L'Ucraina è una nazione definita non solo dalla sua storia e dal suo patrimonio. È una nazione definita dai suoi sogni. E l'Europa è uno di questi sogni».
Così, la Conferenza sulla sicurezza entra nel vivo nella giornata odierna, con i pesi massimi della scena geopolitica internazionale attesi sul palco. Tre giorni di riunione in cui l'Ucraina, a pochi giorni dal primo anniversario dall'inizio del conflitto, sarà sicuramente al centro delle discussioni, con un compatto fronte NATO contrapposto alla Russia (assente, insieme all'Iran). Ma c'è un ma: a Monaco di Baviera sarà presente anche la Cina e, inevitabilmente, i suoi rapporti tesi con gli Stati Uniti. Nessun rappresentate di Mosca e di Teheran è stato invitato in Germania. «Stiamo affrontando una rottura con la civilizzazione e dobbiamo accettarne le conseguenze», ha tagliato corto Christoph Heusgen, presidente della Conferenza di Monaco, spiegando le ragioni dell'esclusione. «Nessuno può aspettarsi che offriremo a Lavrov, che fondamentalmente è il portavoce di Putin, un palco per la sua propaganda», ha aggiunto. «Personalmente, penso che sia un peccato. Ho sempre pensato che la Conferenza fosse una piattaforma per parlare in modo informale con avversari difficili, Paesi con i quali i nostri contatti ufficiali erano scarsi o non esistevano affatto».
«Buona volontà di pace» della Cina
A rappresentare Pechino ci sarà Wang Yi, già ministro degli Esteri. «La Cina è pronta a cooperare con la comunità internazionale, inclusa la Francia, per promuovere un percorso di soluzione politica e raggiungere un cessate il fuoco in tempi brevi», ha affermato dopo il faccia a faccia con Emmanuel Macron. Intanto, in patria, la rivista del Partito comunista cinese, Global Times, ha anticipato che «la Cina partecipa alla Conferenza di Monaco con buona volontà di pace e sincerità di cooperazione, che riflette la missione e l'apertura mentale guidata dal senso di responsabilità di un grande Paese».
Pace, bene. Ma i dati di fatto dicono che in questo momento tra Stati Uniti e Cina la tensione è alle stelle dopo l'abbattimento, il 4 febbraio, da parte di Washington del presunto pallone-spia. Ieri, in una breve dichiarazione alla stampa alla Casa Bianca, il presidente Joe Biden si è limitato a dire: «Io mi aspetto di parlare con il presidente Xi ma non abbiamo scuse da dare per averlo abbattuto». A ogni modo, ha chiarito il presidente americano, «non cerchiamo una nuova Guerra Fredda» con Pechino. «Noi cerchiamo la competizione, non il conflitto con la Cina. Il nostro messaggio con l'abbattimento» del pallone «è chiaro: la violazione della nostra sovranità è inaccettabile», ha puntualizzato.
Intanto a Monaco si vocifera di un possibile incontro tra Wang Yi e il segretario di Stato USA, Anthony Blinken, che aveva annullato la visita a Pechino prevista da tempo. Che serva a ricucire «lo strappo» tra le due superpotenze? Staremo a vedere.
Il ruolo dell'UE
L'Unione europea certamente cercherà di far sentire il suo peso alla Conferenza sulla sicurezza, alla quale parteciperanno dieci commissari europei. «A quasi un anno dall'avvio della guerra di aggressione da parte della Russia nei confronti dell'Ucraina, la Conferenza rappresenta un'opportunità per discutere di come continuare a sostenere la difesa dell'Ucraina e l'ordine internazionale basato su regole e su come affrontare le conseguenze della guerra a livello mondiale e le sfide globali e regionali in materia di sicurezza», si legge sul sito della rappresentanza italiana in Italia dell'Unione europea. L'idea dell'UE è di sottolineare i «passi avanti» compiuti nell'ultimo anno sul coordinamento militare, il vero tallone d'Achille di Bruxelles. Con l'European Peace Facility, il fondo comune di sostegno militare a Kiev, l'UE ha fatto il suo esordio sul campo della spesa bellica, anche se il budget usato da Bruxelles non è paragonabile all'immensa spesa nella difesa di USA e Cina. Insomma, la carne sul fuoco in Germania non manca.