Mendrisiotto

A piedi lungo il Laveggio, il fiume ritrovato

Una serie di lavori ha reso il corso d’acqua momò più accessibile e attrattivo
© Ti-Press / Alessandro Crinari
Giuliano Gasperi
08.10.2023 23:00

È ciò che più dolcemente attraversa il Mendrisiotto. Dai prati di Santa Margherita a Stabio, passando per Ligornetto, Genestrerio, Rancate, Mendrisio e infine Riva San Vitale, dove si perde nel Ceresio, il Laveggio è per lunghi tratti un luogo dove il rumore dell’acqua copre quello di strade, autostrada e ferrovia, allontanando il senso di frenesia che solitamente viaggia su quelle arterie. Il fiume dà anche l’opportunità di guardare il territorio da una prospettiva diversa, mostrando alcuni suoi dettagli nascosti.

Cosa è stato fatto

La scoperta, o la riscoperta, di tutto questo è stata un sentimento comune nella giornata di oggi, che ha visto l’inaugurazione dei primi interventi effettuati per valorizzare il Parco del Laveggio rendendolo più accessibile e più attrattivo, senza dimenticare la tutela dei suoi equilibri naturalistici. Fra le varie cose, sono stati creati nuovi sentieri e un percorso didattico, sono state posate panchine e una segnaletica ad hoc e poi, grazie a donazioni, al lavoro delle scuole e dei volontari, sono stati rimossi i rifiuti, piantati alberi, cespugli e aiuole fiorite, mentre sono state contenute le specie vegetali invasive. Così, per una volta, la comunità ha fatto qualcosa per il fiume e non viceversa, perché il Laveggio, come ricordato nel materiale informativo sul progetto, «è stato confine, irrigazione per i campi e forza motrice per i mulini; è stato anche lo scarico delle industrie, incanalato e sotterrato dalle infrastrutture viarie, ma ne restano delle parti di grande bellezza e valore naturale».

Seguendo la corrente

Salendo dalla foce, chi frequenta il parco si addentra in un paesaggio piuttosto diversificato che va dalla zona residenziale di Riva a quella industriale di Mendrisio, oltrepassando prati, boschi, campi di mais, serre e vigneti. Era vario anche il pubblico venuto a godersi il luogo nella sua giornata simbolo: dai bambini agli anziani, dalle coppie ai gruppi, chi a piedi e chi in bicicletta. Fluivano lenti, quasi seguissero il ritmo del fiume, mentre in acqua un gruppo di anatre faceva una sosta sotto l’ombra di un ponticello. In un’atmosfera tanto rilassata non è mancato, per chi voleva, un accenno di avventura, grazie alla possibilità di scendere con passo cauto in riva al fiume e percorrere alcuni suoi tratti sotterranei. In prossimità di uno dei tunnel, un attore teatrale dava al tutto una sfumatura dantesca descrivendo il Laveggio come l’Acheronte.

Per tutti i gusti e le età

Le rappresentazioni teatrali itineranti sono stati solo una delle attrattive offerte ai presenti, che hanno potuto assistere a un ripopolamento del fiume con le trote, visitare delle distillerie, una segheria, gli impianti dell’acquedotto e del depuratore, ripercorrere la storia di antichi mulini, nomi di luogo e cippi di confine, conoscere il mondo dei cereali, trascorrere del tempo a contatto con i cavalli, concedersi un giro sul lago con il pedalò, e altro. Proposte per tutti i gusti e le età. Nel tardo pomeriggio si poi è svolta la parte ufficiale dell’inaugurazione, che ha visto la presenza, fra gli altri, dei sindaci Simone Castelletti di Stabio, Samuele Cavadini di Mendrisio e Antonio Guidali di Riva San Vitale, dei rappresentanti dell’Associazione Cittadini per il territorio e del consigliere di Stato Claudio Zali.

E le strisce?

Un appunto per le citate autorità politiche: la visita del parco suggerisce che occorrono ancora degli interventi per una sua percorrenza in totale sicurezza. Nei pochi punti in cui gli utenti non possono seguire il corso del fiume e devono attraversare una strada, infatti, delle strisce pedonali farebbero stare tutti più tranquilli. In particolare a quattro attraversamenti: in via Indipendenza e via Motta a Riva San Vitale ed in via Pra Mag e via Odelli a Mendrisio.