A Steccato di Cutro una Via Crucis per la strage di migranti
Una croce realizzata con i resti del barcone. Un'enorme folla, composta da centinaia e centinaia di calabresi. Tanta commozione. A una settimana dalla tragedia avvenuta all'alba di domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro, località balneare in provincia di Crotone, la popolazione non dimentica. E, anzi, si ritrova per una Via Crucis in ricordo delle almeno 70 vittime del naufragio di migranti. A Steccato di Cutro splende il sole, ma il freddo è pungente. Esattamente come sette giorni fa, quando a pochi metri dalla riva si è consumata la tragedia.
La Via Crucis è stata organizzata dai vicariati foranei di Belcastro e Isola Capo Rizzuto. Convocata per le 15.30 sul lungomare (con partenza all'altezza del Madama Club Village), vede alla sua testa il vescovo di Crotone, Angelo Raffaele Panzetta. Che a Steccato di Cutro porta lo spirito di Papa Francesco, che questa mattina ha espresso il proprio «dolore» all'Angelus per la strage di migranti, ha ringraziato la popolazione locale per la solidarietà e l'accoglienza, ha chiesto che vengano fermati i trafficanti di essere umani e ha fatto appello affinché «i viaggi della speranza non si trasformino mai più in viaggi della morte». «Qui abbiamo cuore – ha dal canto suo detto Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme –. Forse abbiamo poche cose, ma il poco di cui disponiamo lo mettiamo volentieri a disposizione dell'altro. Queste persone avremmo voluto accoglierle non da morte, ma da vive. A noi non ci fanno paura i vivi, a noi ci inorridiscono i morti».
Ieri, altri due corpi senza senza vita sono stati recuperati dalle acque. Due bambini. Uno, di circa tre anni, a Cutro. L'altro, con un'età apparente di 12-13 anni, a una decina di chilometri dal punto del naufragio, a Botricello. Il quindicesimo e il sedicesimo minore. Stando alla Gazzetta del Sud, oggi un altro corpo sarebbe stato individuato sul litorale di Botricello, ma non è ancora stato possibile recuperarlo perché le onde lo avrebbero risucchiato nuovamente in mare. Le ricerche di vigili del fuoco e protezione civile proseguono senza sosta. La prefettura stima tra i 27 e i 47 dispersi nella tragedia.
Proseguono le polemiche
«Le parole del Santo Padre rappresentano un grande richiamo per tutte le Istituzioni – ha dal canto suo scritto su Facebook Giorgia Meloni –. Come Governo le facciamo nostre, continuando a impiegare tutte le forze necessarie per combattere i trafficanti di esseri umani e fermare le morti in mare». La premier italiana, ieri, ha dichiarato ai giornalisti di avere «valutato la possibilità di tenere» un Consiglio dei ministri «a Cutro sull'immigrazione», contestando la tesi che «la Meloni scappa. Le istituzioni sono state presenti anche nell'esprimere il proprio cordoglio. Ora il passaggio è dare risposte, dare un segnale di concretezza».
Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ha indirizzato una lettera aperta alla presidente del Consiglio: «Venga a conoscere cosa si è vissuto in un palazzetto dello Sport destinato alla vita e che è si è trasformato in un luogo di dolore e lacrime. Venga a condividere, da mamma, il dolore di altre mamme, dei figli senza più genitori, di donne, uomini, bambini che avevano una speranza ed ora non hanno neppure più quella – ha scritto –. Non le faccio colpa di non essere venuta da presidente del Consiglio, sicuramente avrà avuto altri importanti impegni. Allora venga in forma privata, se ritiene, da cittadina di questo paese. Venga in questa città che ha espresso fortissimo il sentimento di restare umani. Di guardare alle persone come tali e non come numeri. Perché quelle bare che non hanno ancora nome non sono numeri. L'aspettiamo» conclude il sindaco. Ieri, la premier ha replicato: «La lettera del sindaco di Crotone non l'ho letta tutta. Posso solo dire che io sono rimasta colpita dalle ricostruzioni di questi giorni. Ma davvero, in coscienza, c'è qualcuno che ritiene che il governo abbia volutamente fatto morire 60 persone? Vi chiedo se qualcuno pensa che se si fosse potuto salvare 60 persone, non lo avremmo fatto. Vi prego, siamo un minimo seri».
Poi ha proseguito Meloni: «Noi siamo molto abituati ad accorgerci dei problemi quando c'è una tragedia ed invece c'è chi ne parla da quando è a palazzo Chigi nel disinteresse generale. Io cerco soluzioni, l'Italia non può risolvere la questione da sola, ma per evitare che altra gente muoia vanno fermate le partenze illegali. Un modo per onorare la morte di persone innocenti è cercare una soluzione. Vorrei che su questa materia si guardasse piuttosto a quello che si può fare per impedire che queste tragedie succedano ancora. Il governo è stato subito presente a Cutro».
E sulle comunicazioni di Frontex ha spiegato: «Non è arrivata alle nostre autorità nessuna comunicazione di emergenza da Frontex, non siamo stati avvertiti del fatto che questa imbarcazione rischiava il naufragio».