La sentenza

«A volte, la logica del calcio non ha senso»

Citando una frase del bomber argentino Gabriel Batistuta, la presidente della Corte penale del TPF, Joséphnie Contu Albrizio, ha assolto Joseph Blatter e Michel Platini dall’accusa di truffa – «Non è stato provato un agire illecito»
Nico Nonella
08.07.2022 11:04

Non poteva che concludersi con una citazione calcistica il processo all’ex presidente della FIFA Joseph Blatter e all’ex Pallone d’Oro Michel Platini. È citando l’attaccante argentino Gabriel Batistuta – «A volte, la logica del calcio non ha senso» – che la giudice Joséphine Contu Albrizio ha prosciolto i due imputati, alla sbarra al Tribunale penale federale di Bellinzona con l’accusa di truffa. Sotto la lente del Ministero pubblico della Confederazione era finito un pagamento, nel 2011, di due milioni a Platini, autorizzato da Blatter. Una «mazzetta» affinché Le Roi non si candidasse alla presidenze della FIFA, secondo l’accusa. Il pagamento, a posteriori, dell’attività di consulenza svolta dall’ex fantasista transalpino tra il 1998 e il 2002, secondo la difesa.

In dubio pro reo

Ebbene, di illegale non c’è stato proprio nulla. Il collegio giudicante di tre giudici ha prosciolto i due imputati dall’accusa di truffa (mentre in relazione al secondo capo d’accusa, ossia amministrazione infedele, il processo è stato abbandonato per prescrizione). E, nel motivare la sentenza, la presidente della Corte penale ha spiegato che l’accusa non è riuscita a dimostrare l’illegalità di questo pagamento e che non è possibile provare al di là di ogni ragionevole dubbio che si sia trattato di una mazzetta e non, come affermato dagli imputati, di un versamento degli oneri arretrati. In buona sostanza, la Corte ha fatto valere il principio «in dubio pro reo». «L’inizio e la fine della catena causale sono chiari, mancano però elementi che confermino un agire illegale nel mezzo», ha affermato Contu Albrizio. Non è dunque escluso – ha proseguito la giudice – che ci sia effettivamente stato un accordo verbale tra i due sulla remunerazione di Platini».

La Corte è arrivata a questa conclusione dopo aver esaminato e analizzato tutti i mezzi di prova e gli indizi a disposizione, nonché le testimonianze dei diversi testi sentiti in aula. Per arrivare a una conclusione che smonta totalmente l’impianto accusatorio. In sostanza, ha motivato Contu Albrizio, «il risultato dell’esame delle prove sostiene la versione dei fatti così come presentati dagli imputati e, quindi, i fatti contestati dall’accusa non possono essere considerati provati con una probabilità al limite della certezza, il che lascia il Tribunale con seri dubbi sulla versione dei fatti avanzata dall’accusa».

«Una vittoria per 5-0»

«È stata una vittoria per cinque a zero», ha affermato Platini, uscito dal Tribunale penale federale tra gli applausi di alcuni suoi sostenitori. In tutta questa vicenda (vedi articolo sotto), la grande sconfitta è infatti l’accusa, rappresentata dal procuratore federale Thomas Hildebrand. Il Ministero pubblico della Confederazione, lo ricordiamo, aveva chiesto una pena detentiva con la condizionale di un anno e otto mesi sia per l’ex presidente della FIFA Blatter che per l’ex presidente della UEFA Platini, il quale avrebbe anche dovuto pagare un indennizzo di circa 2,2 milioni di franchi. La difesa – l’avvocato Lorenz Erni, patrocinatore di Blatter, e l’avvocato Dominic Nellen, rappresentante di Platini –  si era invece battuta per l’assoluzione. Entrambi gli imputati riceveranno ora un cospicuo indennizzo dalla Confederazione.

Fattura a cinque zeri

La vicenda ha anche risvolti finanziari importanti, con una fattura finale che è decisamente salata. Spulciando le cinque pagine del dispositivo della sentenza emerge che la Confederazione dovrà sborsare circa 400 mila franchi tra risarcimenti e rimborso delle spese legali. Più in dettaglio: il procedimento è costato 131.016,95 franchi; Blatter verrà risarcito con altri 82.197,95 franchi e con 20 mila di spese e Platini verrà invece risarcito con 142.893,25 franchi. «Le Roi» ha dal canto suo rinunciato al rimborso delle spese legali. Alla FIFA, costituitasi accusatrice privata, non verrà invece corrisposto alcun risarcimento.

Platini: «Ci rivedremo presto»

«In questo terribile caso, ci sono dei colpevoli che non sono comparsi in questo processo. Ve lo garantisco: Ci incontreremo di nuovo», ha dichiarato l’ex capo dell’UEFA in una dichiarazione diffusa venerdì dal suo avvocato. Insomma, la vicenda giudiziaria non è ancora chiusa: «Ho depositato una querela», ci confida in aula dopo la lettura della sentenza. Il suo avvocato, Dominic Nellen, si è limitato a dire alla stampa, in tedesco e in francese, che la difesa «è molto contenta perché c’è un tribunale che ha confermato l’esistenza di un accordo verbale e la legittimità della pretesa salariale del mio cliente, che è stato scagionato da tutte le accuse».

Sollevato anche l’86.enne vallesano. All’uscita dal Tribunale ha dichiarato ai giornalisti, visibilmente sollevato, che «questa sentenza conferma che il mio lavoro alla FIFA a partire dal 1972 è stato buono. Per sette anni – ha concluso Blatter – sono stato attaccato e per me e per il mondo del calcio questo è un segnale molto importante».

In questo articolo: