Energia

Acqua di falda per riscaldare gli stabili della Città Vecchia

Ripreso dal Locarnese Ente Acqua il progetto per la realizzazione di una rete anatermica nel nucleo storico – L’investimento stimato per la soluzione alternativa ai vetusti bruciatori a gasolio è dell’ordine dei 3 milioni di franchi
© CdT/Chiara Zocchetti
Spartaco De Bernardi
08.04.2024 06:00

I bruciatori a gasolio hanno fatto il loro tempo e andranno sostituiti quanto prima con impianti più ecosostenibili. Non sempre, tuttavia, è possibile sostituirli con delle termopompe. È il caso della Città Vecchia di Locarno dove l’installazione di impianti del tipo aria-aria comporta un impatto estetico che mal si concilia con la sostanza immobiliare del quartiere. Non vanno poi dimenticate le emissioni foniche che sono per lo più incompatibili con le caratteristiche di un nucleo storico. Come potrebbero fare, allora, gli abitanti della Città Vecchia per dotarsi di un impianto di riscaldamento efficiente dal punto di vista ambientale? Presto detto: sfruttare l’acqua di falda. Singolarmente, tuttavia, ciò avrebbe dei costi esorbitanti, considerato che si dovrebbero eseguire delle perforazioni molto profonde per raggiungere la falda, senza contare il prezzo dell’impianto. Ecco che allora ci ha pensato il Municipio: dal 2021 sta sviluppando l’idea di una rete anatermica. Il progetto è stato gestito dall’Ufficio energia del Comune che, dopo un sondaggio d’interesse tra gli abitanti della Città Vecchia svolto nel 2021, lo ha sviluppato fino allo studio di massima. Ora è stato ripreso dal Locarnese Ente Acqua (LEA), ente autonomo che dall’inizio di quest’anno gestisce il servizio di approvvigionamento idrico della Città e di alcuni Comuni vicini.

Una quarantina di interessati

«Ci occuperemo delle fasi successive della progettazione fino alla realizzazione della rete anatermica in Città Vecchia, così come della sua gestione», spiega al Corriere del Ticino il direttore del LEA Flavio Galgiani, il quale aggiunge: «Non appena avremo ottenuta la conferma dell’interesse dimostrato dalle potenziali utenze (dalle iniziali 28 si è ora giunti alla cifra di circa 40, ndr.) potremo iniziare la progettazione definitiva della rete».

Captazione in piazza Grande

Ma come funziona questo tipo di teleriscaldamento? Ebbene, il progetto prevede di raccogliere acqua di falda dalla piazza Grande a temperatura di circa 15-17 gradi centigradi e generare un anello di distribuzione che da via Marcacci segue via Borghese per poi scendere lungo via Corporazioni e tramite via Cittadella ritornare in piazza Grande, sempre lungo via Marcacci. La resa dell’acqua raccolta avverrà poi attraverso un canale che convoglia le acque nel lago. La rete di distribuzione dell’acqua di falda è denominata anatermica perché non prevede alcun apporto o sottrazione d’energia termica da parte dell’ente distributore, nel caso concreato da parte del LEA. Detto altrimenti, l’acqua che circolerà nelle tubazioni che da piazza Grande si dirameranno nella Città Vecchia sarà a temperatura ambiente. «Il singolo utente utilizzerà poi uno scambiatore di calore, che verrà fornito da noi, per poter modulare la temperatura desiderata sia per riscaldare, sia per raffreddare i propri locali», precisa Galgiani.

Sostanzialmente è come se ogni singolo utente che si allaccerà alla futura rete anatermica captasse dell’acqua di falda da utilizzare come vettore energetico senza però dover realizzare da solo l’impianto che, come detto all’inizio, comporterebbe dei costi difficilmente sopportabili. In aggiunta ai vantaggi ambientali, la rete anatermica rappresenta dunque una soluzione capace di fornire ai proprietari immobiliari della Città Vecchia una reale soluzione alternativa ai vetusti bruciatori a gasolio coprendo così i loro fabbisogni in termini di riscaldamento nel modo più sostenibile possibile. L’investimento stimato, per la realizzazione della rete anatermica nella Città Vecchia, rileva ancora il direttore del LEA, è dell’ordine dei tre milioni di franchi.

Competenze solide

«Essendo il progetto di massima concluso e ben definito l’indirizzo strategico, consapevoli che le successive fasi di progettazione, la realizzazione e la gestione della rete saranno impegnative, il Municipio ha deciso di passare il testimone a LEA», ribadisce Pierluigi Zanchi, municipale capodicastero Ambiente, territorio e Sport. Seppur non abbia finora gestito una rete anatermica, precisa ancora Zanchi, l’ente autonomo subentrato all’Azienda dell’acqua potabile cittadina «mantiene e sviluppa da oltre un secolo una rete di distribuzione dell’acqua ben più complessa e di grandi dimensioni. Le competenze sono quindi assicurate».

Soddisfatto e fiducioso si dichiara anche Nicola Pini, presidente del Consiglio direttivo dell’ente. «Uno degli obiettivi strategici del LEA è quello di divenire un’azienda multiservizi, una realtà capace di mettere in rete ed a disposizione della cittadinanza le proprie competenze. Questo progetto, oltre ad essere d’importante valenza ambientale e di sviluppo per la Città, permette a LEA d’iniziare questa nuova attività, che sono sicuro saprà portare avanti con efficacia ed efficienza».

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