Sant'Antonino

Acqua mai più inquinata

Luce verde del Consiglio comunale al credito di 1,8 milioni di franchi per realizzare un impianto di filtraggio delle sostanze PFAS che contaminano la falda freatica – Il Municipio autorizzato inoltre a stare in lite contro ignoti
© CdT/Chiara Zocchetti
Irene Solari
19.12.2023 19:30

A Sant’Antonino si torna a parlare di PFAS nell’acqua potabile in virtù dell’approvazione - arrivata lunedì sera nella seduta di Consiglio comunale - del credito da 1,8 milioni di franchi per la posa di un impianto di filtrazione nel centro di captazione del Comune bellinzonese. Sì, perché a Sant’Antonino (nel pozzo in zona Boschetti), la presenza di queste sostanze note come «inquinanti eterni» era stata già confermata a metà ottobre dalle autorità cantonali. Una presenza inizialmente emersa da una campagna di analisi e di rilevamento promossa dalla Sezione protezione aria, acqua e suolo (SPAAS) del Dipartimento del territorio e che sarebbe riconducibile ai materiali utilizzati per la realizzazione della galleria di base ferroviaria del Ceneri e ai lavori del cantiere AlpTransit a Camorino.

Materie «eterne»

Ma di cosa parliamo esattamente quando menzioniamo la sigla PFAS? Queste lettere definiscono le sostanze per- e polifluoroalchiliche. In concreto, si tratta di un gruppo di materiali chimici conosciuti e utilizzati in vari ambiti - dalle industrie alle costruzioni - per le loro proprietà impermeabilizzanti. Il problema è che queste sostanze non sono biodegradabili. Insomma, non si riescono a smaltire ma solo ad accumulare nell’ambiente, e filtrano nel terreno. Da qui il nome di «inquinanti eterni» (forever chemicals). Il rischio per la nostra salute esiste quando entriamo in contatto con i PFAS, soprattutto se li assumiamo tramite alimenti o bevande.

I PFAS, infatti, dovete sapere, si accumulano anche nel nostro sangue creando problemi, ad esempio, a fegato e reni. L’Ufficio federale di sicurezza alimentare e veterinaria (USAV) sta, a tal proposito, valutando l’aggiornamento di diversi valori tra cui quello dell’acqua potabile, che a partire dal 2026 potrebbe allinearsi al parametro valido nell’Unione europea. Questo prevederebbe di passare dall’attuale soglia massima di 0,5 microgrammi di PFAS per litro a 0,1 microgrammi per litro.

Entro i limiti

L’acqua distribuita nel Comune di Sant’Antonino resta , per il momento, potabile. Lo avevano chiarito subito anche l’USAV e il Laboratorio cantonale, confermando che i valori rilevati non presuppongono al momento restrizioni sulla potabilità dell’acqua, rimanendo entro i limiti dell’ordinanza federale. I rilevamenti fatti nei mesi precedenti hanno infatti mostrato la presenza nella falda di Sant’Antonino di una concentrazione di questi inquinanti pari a 0,29 microgrammi per litro. Il Municipio però non è rimasto a guardare: una volta saputo della contaminazione si è mosso per trovare una soluzione efficace al problema e firmando due messaggi municipali con clausola d’urgenza rivolti al Consiglio comunale.

La soluzione

Azioni concretizzate nell’approvazione dell’impianto di filtraggio che permetterà di ridurre quasi completamente (al 99%) le sostanze inquinanti dall’acqua potabile. «Vogliamo contrastare la contaminazione da PFAS e ridurne i quantitativi riscontrati», spiega il Comune. «Il Municipio desidera poter tornare a far sgorgare dall’acquedotto comunale un’acqua qualitativamente impeccabile come in passato e che non venga solo giudicata a norma di legge come in questa fase temporanea». Inoltre l’Esecutivo è stato anche autorizzato dal Legislativo a stare in lite contro ignoti, facendo così valere i suoi diritti in vista di un’eventuale causa legale con relativa richiesta di risarcimento. Il Municipio, infatti, «si sta attivando per tutelare i diritti dei cittadini nel momento in cui saranno chiare le responsabilità di chi ha provocato questa contaminazione anomala».

Quinto abbassa il moltiplicatore

Fra i tanti Consigli comunali che si sono svolti lunedì sera segnaliamo in particolare il via libera di Blenio all’accordo che include la collaborazione con una società facente capo al Touring club svizzero. Al centro c’è la gestione del campeggio alpino, progetto inserito nel disegno più ampio del restyling del Polisport di Olivone. A Quinto, invece, è stato abbassato il moltiplicatore d’imposta, come proposto dalla Commissione della gestione. La percentuale scende così dal 95 al 90%, così come previsto dal progetto di aggregazione con Prato Leventina approvato lo scorso 26 novembre.

 

In questo articolo:
Correlati