L’eredità

Addio, Stadium 974: o forse no

Lo stadio che assomiglia a un Lego, costruito con i container del porto di Doha, teoricamente verrà smantellato – Ma sul quando non c’è ancora un’intesa, tant’è che alcuni scommettono: verrà usato anche per la Coppa d’Asia nel 2024
© KEYSTONE (AP Photo/Luca Bruno)
Marcello Pelizzari
06.12.2022 11:01

A parole, il Qatar avrebbe voluto (e dovuto) organizzare un Mondiale sostenibile. Nei fatti, beh, non è andata così. Le domande, con gli ottavi che si avviano verso la conclusione, si accavallano. Che ne sarà dello stadio 974? E degli altri impianti? Quale, insomma, l’eredità della Coppa del Mondo?

Le richieste della FIFA

Chiunque si metta in testa di organizzare un torneo del genere deve sottostare, va da sé, alle richieste della FIFA. Che, per i Mondiali, esige (come minimo) uno stadio da 80 mila persone per la finale, almeno un impianto da 60 mila posti per una delle due semifinali e diverse altre strutture con almeno 40 mila seggiolini. Certo, le eccezioni esistono: alla Russia, quattro anni fa, fu concesso di ospitare partite in due stadi con meno di 35 mila posti.

Il Qatar, nello specifico, quando si candidò per l’edizione del 2022 propose un piano ambizioso che comprendeva 12 stadi. Tre anni fa, circa, virò su un progetto più realistico con 8 impianti, di cui sette costruiti da zero e uno, il Khalifa International Stadium, rinnovato per i Mondiali di atletica del 2019. La FIFA, a proposito di eccezioni, non si oppose al ridimensionamento. Anche perché l’Emirato, semplicemente, non aveva bisogno di così tanti stadi e l’eredità – una volta spenti i riflettori – sarebbe stata ancora più pesante da sostenere: la Qatar Stars League, il massimo campionato locale, attira (nella migliore delle ipotesi) poche migliaia di spettatori. Di qui la promessa, fatta già durante la fase di candidatura, di ridurre la capacità degli impianti una volta terminato il Mondiale. Il Qatar, nelle intenzioni, donerà acciaio e seggiolini alle nazioni più bisognose. Desiderose, pure loro, di avere stadi migliori.

Ma quanto sono costati gli stadi?

Quanto abbia speso il Paese per costruire o rinnovare gli otto stadi della Coppa del Mondo non si sa con precisione. Una stima legata ai costi, totali, del Mondiale parla di 200 miliardi di dollari. Urca. Di sicuro, la spesa ha avuto una resa ottima: gli stadi, tutti ispirati dalla cultura qatariota, sono oggettivamente belli. C’è quello che pare ricordare un vaso, quello che pare una tenda nel deserto e quello che, invece, richiama un copricapo intrecciato. Lo stadio Al Janoub, progettato dalla compianta Zaha Hadid, fra gli architetti più famosi al mondo, si dice sia ispirato alle vele di un peschereccio di perle.

Così tanta bellezza, tuttavia, è stata accompagnata da abusi, polemiche, diritti negati. Decine di migliaia di operai migranti, infatti, sono stati fatti confluire nell’Emirato per lavorare – in condizioni disumane – alla costruzione degli impianti. Anche in questo caso, non è dato sapere quante persone siano effettivamente morte lavorando nei cantieri degli stadi. Il motivo? Il Qatar non ha raccolto dati in merito né ha indagato sui decessi avvenuti.

Nel frattempo, il Paese ha riformato il cosiddetto sistema della kafala che vincolava i lavoratori ai loro datori di lavoro, comprese le imprese europee, adottando un salario minimo mensile di 1.000 riyal qatarioti (275 dollari circa). Tuttavia, gli attivisti per i diritti sostengono che il Qatar non applichi le sue leggi con sufficiente rigore. La FIFA, dal canto suo, ha mostrato una certa disponibilità ad accogliere le richieste di creare un fondo di compensazione per le famiglie dei lavoratori migranti morti e feriti. Ma il governo qatariota ha respinto tali richieste, bollandole come una trovata pubblicitaria e sottolineando, una volta ancora, i propri sforzi per assicurare ai lavoratori condizioni eque.

Il futuro

Torniamo alle domande che ci siamo posti a inizio articolo. Che ne sarà dello stadio 974? E degli altri impianti? Quale, insomma, l’eredità della Coppa del Mondo? Molti dettagli, al riguardo, non sono stati chiariti. Si sa, come detto, che diversi impianti verranno ridimensionati. O, se preferite, comprenderanno spazi extra-calcio. Il Lusail Stadium, ad esempio, incorporerà “uno spazio comunitario di scuole, negozi, caffè, strutture sportive e cliniche”, hanno dichiarato gli organizzatori della Coppa del Mondo. L’Al Bayt, invece, avrà un hotel a cinque stelle, un centro commerciale e una clinica di medicina sportiva. Due degli stadi usati per il Mondiale saranno utilizzati: lo stadio Ahmad bin Ali ospiterà l’Al Rayyan, mentre l’Al Wakrah giocherà all’Al Janoub.

Il Khalifa International Stadium dovrebbe continuare a ospitare le partite della nazionale qatariota, anche per le qualificazioni ai Mondiali del 2026.

Cosa c’entrano le Olimpiadi?

Resta aperta la questione Stadium 974. Dopo aver ospitato l’ultima partita, l’ottavo fra Brasile e Corea del Sud, in teoria dovrebbe venire smantellato. In teoria, appunto, perché nel gennaio del 2024 il Qatar ospiterà la Coppa d’Asia, il massimo torneo continentale. Doha si è assicurata l’organizzazione dopo che la Cina, per motivi legati alla pandemia, vi ha rinunciato.

E proprio il 974, a questo punto, potrebbe tornare utile per ospitare una manciata di partite. Di nuovo. L’impianto, che presenta un design simil-Lego, è stato costruito nella zona portuale della capitale qatariota sfruttando 974 container. Il numero non è casuale, visto che richiama il codice telefonico internazionale del Paese.

Detto del 974, il Qatar sfrutterà gli stadi del Mondiale anche per i Giochi asiatici del 2030 anche se, sotto sotto, confida di poterli riciclare per un altro evento caratterizzato da spese folli e gigantismo: le Olimpiadi. Doha, a tal proposito, non ha mai nascosto di voler puntare a quelle estive del 2036.

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