Aeroflot rinuncia al «nuovo» Tupolev per contrastare le sanzioni occidentali
Fra le misure adottate dalla Russia per mitigare l'effetto delle sanzioni occidentali nel settore dell'aviazione, aveva fatto discutere alcuni mesi fa la decisione, doppia, di riattivare alcuni Tupolev Tu-214 oramai in pensione e, soprattutto, di spingere nuovamente la produzione di questo modello. Una risposta, appunto, all'impossibilità per le compagnie russe di procurarsi pezzi di ricambio e aggiornamenti di software per i propri Airbus e Boeing. In generale, le autorità della Federazione Russa hanno cercato di spingere, e non poco, affinché l'industria nazionale potesse rifornire al più presto i vettori di velivoli al 100% russi. Più facile a dirsi che a farsi, basti pensare ai problemi incontrati dall'MC-21 o dal «nuovo» Sukhoi Superjet.
Le stesse autorità, per contro, avevano più volte menzionato che Aeroflot, la compagnia di bandiera, in passato aveva considerato l'eventualità di fare del Tu-214 il nucleo della propria flotta. In realtà, come riportato dall'agenzia di stampa Interfax, ripresa da aeroTELEGRAPH, le cose non starebbero così. O, meglio, Aeroflot non intende dar seguito a un ordine risalente al 2022 e comprendente 210 MC-21, 89 Sukhoi e 40 Tu-214. «Stiamo discutendo una conversione di questo accordo» ha dichiarato l'amministratore delegato di Aeroflot Sergey Alexandrovsky a Rossiya 24, aggiungendo che le trattative sono attualmente in corso e che, sostanzialmente, il vettore intende puntare forte sull'MC-21. Sia nella sua versione base sia in quella più piccola attualmente in fase di sviluppo, l'MC-21-200, la cui autonomia dovrebbe aggirarsi sui 6 mila chilometri.
Alexandrovsky non ha dato ulteriori spiegazioni, ma è chiaro che fra le tre opzioni l'MC-21 – al netto dei problemi – rappresenta la più logica. E questo perché parliamo di un aereo moderno, a differenza del Tu-214 che effettuò il suo volo inaugurale nel 1996 e che, di fatto, è un Tu-204. Ovvero, un velivolo la cui produzione è cominciata nel 1990. Quando ancora c'era l'Unione Sovietica, proprio così. Il Tu-214 è alimentato da due motori russi Aviadvigatel PS-90. Le intenzioni delle autorità, a fronte di una spesa di 270 milioni di euro, erano emerse lo scorso gennaio: ripristinare l’aeronavigabilità di undici aerei già pensionati e, nello specifico, di otto fra Tupolev Tu-204 e Tu-214. Gli unici due Tu-214 che risultano attivi, secondo il portale specializzato CH Aviation, volano rispettivamente con Rossiya e Red Wings. Aeroflot avrebbe dovuto ricevere un primo esemplare di Tupolev quest'anno, ma visto quanto affermato dall'amministratore delegato della compagnia difficilmente ciò accadrà. Sia quel che sia, restano valide le previsioni del Ministero dei Trasporti russo: un terzo dell’attuale flotta a livello nazionale, composta in gran parte da Airbus e Boeing, dovrà rimanere a terra entro il 2025. E all'orizzonte, di soluzioni interne per soddisfare la domanda, non se ne vedono.