Agenti di custodia, difficile trovarne

I pensionamenti dei prossimi anni, così come l’arrivo di importanti progetti nelle strutture carcerarie ticinesi rimette al centro del discorso la necessità di reclutare nuovi agenti di custodia. Che non fosse facile trovarne a sufficienza, si era intuito già qualche mese fa, quando la scadenza del bando di concorso per il reclutamento di dieci persone era stata prolungata. «Nonostante un centinaio di candidature arrivate, trovare dieci profili idonei si è rivelato piuttosto complicato», ammette Stefano Laffranchini, direttore delle strutture carcerarie ticinesi. «Per fortuna - prosegue - riusciamo sempre ad avere il personale necessario. Ma quando vengono aperti concorsi importanti (e a breve ce ne saranno, ndr), trovare la massa critica per reperire persone idonee non è semplice». E questo, gli fa eco Monica Bucci, aggiunta alla direzione della Divisione della giustizia, «ci preoccupa, perché ovviamente l’operatività delle strutture deve essere garantita».
Una decina all’anno
In media viene assunta una decina di agenti di custodia all’anno. Ma nel prossimo futuro potrebbero servirne di più. Nell’autunno del 2023, infatti, è prevista l’apertura della nuova sezione femminile con 12 celle e, di riflesso, occorrerà trovare più personale, soprattutto femminile. Attualmente, le agenti donne sono l’8%. «Preziosissime, ma poche. Tra un anno e mezzo ne servirà almeno una decina in più per la sezione femminile». Non solo. «Oltre alla gestione attuale, dobbiamo iniziare a pensare anche ai progetti futuri, per i quali servirà più personale. Ma, nonostante ci arrivino molte candidature, non è facile trovare profili adatti», ammette Bucci. Già, perché in media solo un candidato su nove supera la selezione.
Otto mesi di formazione
I candidati scelti, prima di entrare in funzione, devono seguire una formazione specifica di otto mesi. «Ma già la fase di selezione è complessa. Servono diversi requisiti: ci sono una prova fisica, un test scritto e uno psicologico, più un colloquio individuale. Inoltre, visto che si tratta di una mansione delicata, relativa alla sicurezza, sono richieste: cittadinanza svizzera, casellario giudiziale integro e nessuna situazione debitoria. Tutto questo fa sì che, pur partendo da un buon numero di candidature, si faccia fatica ad arrivare al numero desiderato», spiega Bucci. Tuttavia, «intervenire sull’iter di selezione non è la chiave per risolvere la problematica. Possiamo invece lavorare sull’attrattività della professione, che ancora oggi, purtroppo, è poco conosciuta e vittima di pregiudizi».
Salari e carriera
Un altro tema di discussione, però, sono i salari. Gli agenti di custodia hanno una scala salariale molto lunga, distribuita sull’arco di 24 anni. «Ma non crediamo sia questo a scoraggiare i candidati. Lo stipendio di ingresso è di 56 mila franchi, ma si può arrivare a 87 mila. E c’è la possibilità di fare carriera», chiarisce Bucci. Un concetto, questo, ribadito anche da Laffranchini: «Visto che si lavora a piccoli gruppi, il 30% degli agenti sono quadri. Inoltre, vantiamo un turnover molto basso, attorno all’1%. È chiaro, però, che non è un lavoro adatto a tutti. Questa professione, che può dare grandi soddisfazioni, necessita di competenze relazionali fuori dal comune. Bisogna saper gestire il rapporto con le persone detenute mostrando sì umanità, ma anche fermezza nel far rispettare le regole». Non a caso, secondo il direttore delle strutture carcerarie «più che il test fisico, e la parte di conoscenza generale, lo scoglio principale è proprio la valutazione psicologica. Spesso, infatti, si sottovaluta un po’ la portata di questo mestiere».
I limiti del Ticino
A pesare, poi, sono anche i turni di lavoro, distribuiti sull’arco di 24 ore. Proprio per questo il limite di età è fissato a 45 anni. «Negli anni scorsi abbiamo riflettuto se non fosse il caso di alzarlo un po’ ma, in accordo con il medico del personale che segue da vicino gli agenti di custodia, abbiamo rinunciato soprattutto per le problematiche di salute che più facilmente insorgono quando si affronta, superata una certa età, il lavoro a turni», dice Bucci. Allo stesso modo, «le persone troppo giovani, sotto i 25 anni, e senza una sufficiente esperienza alle spalle, difficilmente potrebbero riuscire a gestire il rapporto, talvolta complicato, con i detenuti», sottolinea Laffranchini. A tutto ciò si somma anche la particolarità del nostro cantone. «Il bacino da cui possiamo attingere è piuttosto limitato. Nonostante ci si possa candidare anche dagli altri cantoni, il problema linguistico non rende queste posizioni attrattive per chi abita oltre San Gottardo».