Aiuti alla Vallemaggia, il Ticino torna alla carica
Dopo la comunicazione del Consiglio federale, che ha previsto solo 7,5 milioni di franchi da destinare alla Vallemaggia colpita dall’alluvione la scorsa estate, il Ticino non intende darsi per vinto. Così, oggi, una delegazione del Consiglio di Stato è partita alla volta di Berna per incontrare il consigliere federale Albert Rösti. Una discussione, quella con il direttore del DATEC, che il presidente del Governo ticinese Christian Vitta definisce «costruttiva» e che «lascia una porta aperta». Durante l’incontro - al quale hanno partecipato anche il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali e i due sindaci di Cevio e Lavizzara Wanda Dadò e Gabriele Dazio - «abbiamo innanzitutto manifestato la nostra delusione per le cifre che sono circolate negli ultimi mesi rispetto al sostegno previsto da parte della Confederazione per le zone colpite dall’alluvione della scorsa estate», spiega il presidente Vitta. «Abbiamo presentato la situazione, ma soprattutto i motivi che ci spingono a chiedere a Berna un contributo straordinario». In questo senso, prosegue il consigliere di Stato, «la discussione è stata senz’altro costruttiva: il consigliere federale Rösti ha infatti preso atto di quanto abbiamo presentato e ci ha assicurato che ora porterà avanti gli approfondimenti necessari per verificare che margine di manovra ci sia per rispondere alle nostre esigenze». Insomma, la speranza è che la Confederazione possa rivedere il credito destinato alle zone colpite dal maltempo. «Torno a casa da Berna con la speranza che il Consiglio federale possa fare di più, rispetto a quanto già annunciato, per le nostre zone», commenta da parte sua la sindaca di Cevio Wanda Dadò. «So che non è facile - ammette - e che attualmente non ci sono le basi legali per aumentare l’importo a noi destinato, ma nell’incontro con il consigliere federale Rösti mi è parso di intravedere una certa apertura. Adesso chiaramente dovranno approfondire le cifre che abbiamo presentato loro». La nota positiva, rimarca, «è che durante l’incontro il consigliere federale e i suoi collaboratori ci hanno davvero ascoltato, e spero abbiano compreso le nostre ragioni».
La decisione dei mesi scorsi
In settembre, lo ricordiamo, il Consiglio federale aveva deciso di stanziare un totale di 56,5 milioni di franchi per i danni avvenuti in Ticino, Grigioni, Vallese e Berna. Secondo le basi legali attuali (la Legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua e la legge forestale) - era stato chiarito - è il massimo che si può fare. La cifra corrisponde infatti alla valutazione dei bisogni effettuata dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) presso i Cantoni. In particolare, è stato calcolato che per raggiungere un livello di sicurezza paragonabile a quello esistente prima del maltempo della scorsa estate, i Grigioni dovranno investire 12 milioni, il Ticino 21 (somma basata su una stima dei costi che il Cantone stesso ha presentato all’UFAM a metà agosto), il Vallese 74, Vaud 2 e Berna 10.
Calcolando che la Confederazione partecipa ai costi nella misura del 35%, tranne in Vallese dove questa quota raggiunge eccezionalmente il 55%, si arriva ai 56 milioni e mezzo promessi da Berna, 7,5 dei quali andranno al nostro cantone. Fondi che - aveva spiegato il Consiglio federale - servono per i lavori di ripristino affinché si raggiunga «un livello di sicurezza paragonabile a quello precedente agli episodi di maltempo». A questo importo si aggiunge poi l’aiuto fornito dalla Confederazione con l’intervento dell’esercito e gli indennizzi al settore primario (non ancora quantificati) da parte dell’Ufficio federale dell’agricoltura. Per i danni totali, il Cantone stima circa 100 milioni di franchi.
Con l’amaro in bocca
L’importo stabilito da Berna aveva lasciato con l’amaro in bocca i territori colpiti. «La nostra popolazione - ricorda la sindaca Dadò - si era sentita abbandonata dalle autorità». Non a caso, a inizio dicembre i Comuni di Cevio e Lavizzara avevano inviato una lettera al Consiglio federale per chiedere maggiore solidarietà a livello nazionale. «Lo spirito del ‘‘Tutti per uno, uno per tutti’’ ritratto sotto la cupola di Palazzo federale sembra proprio esser venuto meno in questa occasione», avevano scritto. Delusione era stata espressa anche dalla Deputazione ticinese alle Camere, che aveva annunciato l’intenzione di tornare alla carica, coordinando i passi successivi insieme al Consiglio di Stato. Oggi, infine, l’incontro a Berna con Rösti, dal quale il Ticino spera di poter ricevere nelle prossime settimane qualche buona notizia. «Il canale è stato aperto, vedremo se si riuscirà a trovare una via. Noi restiamo speranzosi», conclude la sindaca Dadò.