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Aiuti all'UNRWA: la Svizzera attende maggiori informazioni

Antonio Guterres: «Non penalizziamo i due milioni di civili che dipendono dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Aiuti all'UNRWA: la Svizzera attende maggiori informazioni
Red. Online
28.01.2024 07:00
20:28
20:28
12 ministri israeliani a una conferenza su colonizzazione Gaza

Migliaia di nazionalisti religiosi sono radunati a Gerusalemme per partecipare a un conferenza per la colonizzazione ebraica di Gaza: una manifestazione a cui, secondo la radio dei coloni Canale 7, presenziano dodici ministri - fra cui quelli del Likud (il partito di destra del premier Benjamin Netanyahu) Miki Zohar, Haim Katz e May Golan - e 15 dei 120 deputati.

''Gaza - ha detto uno degli oratori - far parte della Terra d'Israele. Laddove l'aratro ebraico scava il suo solco, là passa il nostro confine''. Sul podio è esposta una grande carta geografica che mostra gli insediamenti ebraici rimossi da Gaza nel 2005 da Ariel Sharon e quelli che i nazionalisti vorrebbero edificare ora.

Nel suo intervento il ministro per la sicurezza nazionale (e leader del partito di estrema destra Potere ebraico) Itamar Ben Gvir si è espresso in favore dell'''emigrazione volontaria'' dei palestinesi da Gaza. ''Dobbiamo incoraggiarla - ha detto, fra gli applausi della platea. Che se ne vadano da qua''. ''Noi dobbiamo tornare al Gush Katif (l'area di insediamento ebraico nel sud della striscia di Gaza sgomberata da Sharon) e nel nord della Cisgiordania. Dobbiamo farlo perché questa è la Torah (il riferimento centrale dell'ebraismo), questa è la morale, questa è la giustizia storica e questo è quanto opportuno fare''.

Alla conferenza partecipano fra gli altri i rabbini Dov Lior ed Elyakim Levanon, due dirigenti storici del movimento dei coloni.

19:45
19:45
Gaza-Israele: «Alcuni progressi in negoziati Parigi su ostaggi»

Nell'incontro odierno di Parigi per un possibile accordo sugli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza sono stati compiuti «alcuni progressi». Lo ha detto una fonte diplomatica alla televisione pubblica israeliana Kan, poi ripresa da vari media.

All'incontro hanno preso parte il capo del Mossad (i servizi segreti israeliani focalizzati sulle operazioni all'estero) David Barnea, il premier del Qatar Mohammed bin Hamad bin Khalifa Al Thani, il direttore della Cia (l'agenzia di spionaggio civile degli Usa) William Burns e quello dei servizi segreti egiziani Abbas Kamel.

«L'incontro è stato positivo ma è troppo presto per sapere se questo sarà in grado di portare a un accordo», ha detto una fonte israeliana citata dal quotidiano israeliano Haaretz, confermando «alcuni progressi» registrati nei negoziati in Francia.

«L'incontro è stato costruttivo ma ci sono ancora divari significativi tra le parti che saranno discussi in altri incontri in questa settimana», ha dal canto suo indicato l'ufficio del premier dello Stato ebraico Benyamin Netanyahu.

18:52
18:52
Soldati USA uccisi: «Attacco avvenuto in Siria»

L'attacco che ha ucciso tre militari statunitensi non è avvenuto sul suolo giordano ma in Siria, prendendo di mira la base americana di Al-Tanf: lo ha precisato un portavoce del governo giordano, Muhannad al Mubaidin, alla televisione pubblica del proprio paese, come riportano alcuni media statunitensi.

Il presidente degli Usa Joe Biden ha detto invece che l'attacco con drone in cui sono morti tre soldati e ne sono rimasti feriti 25 è avvenuto «contro le forze statunitensi di stanza nel nordest della Giordania, vicino al confine siriano».

I dirigenti americani non hanno comunque cambiato posizione e insistono che l'attacco è avvenuto su suolo giordano.

17:49
17:49
Brigate al Aqsa: «Nostro comandante ucciso»

I Martiri delle Brigate Al-Aqsa, ala militare di Fatah, hanno annunciato che Israele ha ucciso il loro comandante del battaglione Radwan, Mohammed Dib «Salem», sul campo a Gaza.

Lo hanno riferito, citate dal quotidiano israeliano Haaretz, le Brigate stesse aggiungendo che Salem è stato ferito in uno scambio a fuoco con i soldati dello Stato ebraico.

17:45
17:45
Tre soldati USA uccisi in attacco di droni

Tre soldati statunitensi sono stati uccisi in un attacco con droni in Giordania, riferisce CNN, citando dirigenti statunitensi. Molti sono rimasti feriti. Il presidente degli Usa Joe Biden accusa milizie filoiraniane.

Nell'attacco, avvenuto stanotte contro una postazione americana, sono rimasti feriti almeno due dozzine di soldati, indica l'emittente televisiva.

È la prima volta che ci sono vittime tra le forze statunitensi in Medio Oriente dall'inizio della guerra a Gaza.

«Stiamo ancora raccogliendo informazioni su questo attacco, ma sappiamo che è stato effettuato da gruppi militanti radicali sostenuti dall'Iran che operano in Siria e Iraq», afferma il presidente statunitense Joe Biden in una nota, esprimendo il dolore e il cordoglio per la morte dei tre militari.

«E non abbiate dubbi: chiederemo conto a tutti i responsabili nel momento e nel modo che sceglieremo», aggiunge. Biden promette inoltre che «porteremo avanti il loro (dei tre militari) impegno nella lotta al terrorismo».

17:15
17:15
La Casa Bianca smentisce la NBV, nessun cambio su armi a Israele

La Casa Bianca ha smentito la notizia di Nbc News, la divisione notizie della rete televisiva statunitense Nbc, secondo cui l'amministrazione del presidente Joe Biden sta valutando di sospendere o rallentare la fornitura di alcune armi offensive a Israele per convincerla a ridurre l'offensiva Gaza.

«Israele ha il diritto e l'obbligo di difendersi dalla minaccia di Hamas, rispettando il diritto umanitario internazionale e proteggendo le vite dei civili, e restiamo impegnati a sostenere Israele nella sua lotta contro Hamas. Lo facciamo dal 7 ottobre e continueremo a farlo. Non c'è stato alcun cambiamento nella nostra politica», ha detto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca.

15:39
15:39
La Francia sospende i suo finanziamenti all'UNRWA

La Francia ha annunciato oggi che sospenderà i finanziamenti all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, dopo le accuse di presunto coinvolgimento del personale nell'attacco del 7 ottobre da parte del gruppo militante Hamas contro Israele.

«La Francia non ha previsto un nuovo pagamento per la prima metà del 2024. Poi deciderà, quando sarà il momento, sulle azioni da intraprendere, insieme alle Nazioni Unite e ai principali donatori», ha affermato il ministero degli esteri, definendo le accuse «eccezionalmente gravi».

15:30
15:30
Il valico di Kerem Shalom proclamato «zona militare chiusa»

Le forze armate hanno proclamato oggi «zona militare chiusa» il valico commerciale di Kerem Shalom con la striscia di Gaza. Lo riferiscono i media precisando che il provvedimento è stato deciso dal comandante della regione militare sud per consentire il regolare transito di camion con aiuti umanitari destinati alla striscia di Gaza.

In precedenza stamane, per il quinto giorno consecutivo un gruppo di manifestanti aveva bloccato il cancello principale del valico per impedire il passaggio di quei camion. Fra i dimostranti spiccavano familiari di israeliani tenuti in ostaggio a Gaza ed attivisti della corrente politica nazional-religiosa.

Ieri il premier Benyamin Netanyahu aveva spiegato, in una conferenza stampa, che la introduzione a Gaza di aiuti umanitari per i palestinesi è una necessità per lo stesso Israele, perché consente fra l'altro il proseguimento delle operazioni militari.

15:19
15:19
L'Iran rivendica una presenza navale negli oceani Indiano, Atlantico e Pacifico

L'Iran rivendica di aver stabilito una presenza, con «basi navali permanenti di comando» nei tre principali oceani: l'Indiano, l'Atlantico e il Pacifico, dove stazioneranno le sue forze: lo ha affermato il comandante della Marina militare iraniana, Shahram Irani, citato dall'agenzia ufficiale Irna, senza specificare oltre.

«La Marina dell'Iran è pronta ad alzare la bandiera in ogni punto degli oceani e abbiamo anche in programma di aprire una nostra base in Antartide», ha aggiunto l'ammiraglio Irani.

Teheran non è nuova al proposito, annunciato più volte, di voler rafforzare la propria presenza in acque internazionali per «difendere il Paese da atti malvagi da parte di Paesi ultra-regionali».

In maggio la Marina militare iraniana aveva annunciato il completamento di una missione di otto mesi da parte dell'86. flotta, che, secondo Teheran, ha navigato attraverso gli oceani Indiano, Pacifico e Atlantico «con l'obiettivo di espandere la presenza navale negli oceani e di proteggere i propri interessi».

15:14
15:14
Abu Mazen: «Campagna ingiusta sull'UNRWA, bisogna mantenere i fondi»

La presidenza di Abu Mazen ha condannato «l'ingiusta campagna» condotta da Israele contro l'Unrwa che «mira a liquidare la questione dei rifugiati palestinesi» in contraddizione con quanto stabilito dall'Onu nel 1949.

La presidenza - citata dalla Wafa - ha poi chiesto ai Paesi che hanno preannunciato il taglio dei fondi di «ritirare la propria posizione» in attesa «della fine delle indagini» sui 12 impiegati licenziati per sospetti legami con Hamas. Infine ha denunciato che «il vero obiettivo della campagna di Israele è togliere il ruolo dell'Unrwa a Gaza nel dopoguerra».

13:20
13:20
Aiuti all'UNRWA: la Svizzera attende maggiori informazioni

La Svizzera verserà il suo contributo all'Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) soltanto dopo che avrà ricevuto maggiori informazioni sulle accuse mosse a questa organizzazione. In ballo ci sono 20 milioni di franchi. Il Parlamento potrebbe dire la sua.

Durante la recente sessione invernale, le Camere federali si erano trovate in disaccordo sui fondi da versare all'UNRWA: gli Stati volevano inizialmente versare 20 milioni, poi scesi a 10; il Nazionale voleva invece tagliare del tutto il contributo. Alla fine il budget per l'aiuto umanitario è stato ridotto di 10 milioni, ma il preventivo 2024 non dice esplicitamente che il taglio va ai danni dell'UNRWA.

Non appena è stato reso noto il possibile coinvolgimento di alcuni dipendenti dell'UNRWA nei massacri commessi da Hamas il 7 ottobre 2023, la Svizzera si è dichiarata «estremamente preoccupata» per queste accuse «molto gravi». A una domanda dall'agenzia francese AFP su una possibile sospensione dei suoi contributi, Berna ha risposto che avrebbe atteso i risultati dell'indagine avviata dall'organizzazione delle Nazioni Unite prima di prendere una decisione.

«I contributi all'UNRWA previsti per il 2024 non sono ancora stati versati. Una decisione sul loro pagamento verrà presa solo quando saranno disponibili maggiori informazioni sulle gravi accuse mosse ai dipendenti dell'UNRWA», si legge in una e-mail ottenuta da Keystone-ATS. Nel 2022, il Parlamento aveva deciso un contributo di 40 milioni per i due anni successivi.

Durante un dibattito nell'ambito della trasmissione «Forum» della radio romanda RTS, il consigliere nazionale Pierre-André Page (UDC/FR) si è detto favorevole alla sospensione dei contributi all'UNRWA, accusata di finanziare Hamas. In qualità di membro della Commissione della politica estera, ha annunciato che questo finanziamento verrà discusso nella prossima seduta prevista per domani e dopodomani.

Non è escluso che alla fine il Parlamento decida di ridurre o cancellare il contributo di 20 milioni di franchi previsto inizialmente.

Tuttavia, durante la recente sessione, sono state precisate le condizioni per la concessione dei fondi umanitari destinati al Medio Oriente. I fondi devono essere erogati nel 2024 solo dopo aver consultato le commissioni di politica estera e in tranche. Stando al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), queste consultazioni non hanno ancora avuto luogo.

Intanto, la tempesta che si è abbattuta sull'organizzazione dell'ONU per i rifugiati palestinesi - costretta a licenziare 12 suoi dipendenti nella Striscia per un sospetto coinvolgimento nei massacri del 7 ottobre - si sta allargando sempre di più.

Dopo gli USA, anche altri Paesi - Australia, Canada, Finlandia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Olanda - hanno deciso di congelare i propri finanziamenti all'UNRWA, le cui risorse per le sue strutture a Gaza sono già da tempo traballanti. Una decisione che non è piaciuta a Hamas.

Dal canto suo, il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, «pur comprendendo le preoccupazioni» degli Stati che hanno bloccato temporaneamente i loro finanziamenti, ha dichiarato in una nota di fare «un appello con forza ai governi» affinché garantiscano «almeno la continuità delle operazioni dell'UNRWA».

12:23
12:23
Israele potrebbe entrare con l'esercito a Rafah

Israele avrebbe avvisato l'Egitto dell'intenzione di entrare con l'esercito a Rafah, nel sud della Striscia, a ridosso con il Sinai egiziano. Lo ha riferito il quotidiano israeliano Maariv che cita Sky News in arabo.

Secondo la stessa fonte, l'esercito è intenzionato a presidiare il «Corridoio Filadelfia» che si snoda lungo il confine, nel timore che i leader di Hamas possano usare i numerosi tunnel nella zona per fuggire in Egitto, anche con gli ostaggi israeliani.

La questione - ha aggiunto il giornale - è fonte di tensione tra Israele e il Cairo. Ieri il premier Benyamin Netanyahu ha tuttavia smentito problemi diplomatici con l'Egitto con il quale è in vigore un Trattato di pace.

12:21
12:21
Il capo del Mossad a Parigi per discutere un'intesa sugli ostaggi

Il capo del Mossad David Barnea è arrivato a Parigi per incontrare in giornata delegazioni degli Usa, del Qatar e dell'Egitto su un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi a Gaza. Lo hanno confermato 3 fonti citate da Haaretz.

Barnea vedrà il direttore della Cia Bill Burns, i premier del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel.

Sul tavolo negoziale una pausa nella guerra di 2 mesi in cambio del rilascio di oltre 100 ostaggi.

Fonti israeliane, citate da Canale 12, anno tuttavia ridimensionato le attese sui negoziati, sottolineando che il maggiore ostacolo a un accordo è la richiesta di Hamas che lo stato ebraico fermi il conflitto e si ritiri del tutto dalla Striscia di Gaza con la fazione islamica ancora al potere nell'enclave palestinese.

11:55
11:55
L'aviazione israeliana colpisce obiettivi Hezbollah in Libano

Aerei da combattimento israeliani hanno colpito oggi due siti militari degli Hezbollah situati in Libano, a Zibqin e a Houla. Lo ha reso noto il portavoce militare. Inoltre - ha aggiunto - la artiglieria israeliana ha aperto il fuoco in direzione del Libano meridionale «per rimuovere una minaccia incombente».

Il sito web delle forze armate aggiunge che unità di riservisti dislocate lungo il confine Nord di Israele hanno condotto questa settimana «addestramenti intensi per tenersi pronte al meglio di fronte ad ogni evenienza».

A questi addestramenti, precisa il sito, hanno preso parte unità di fanteria e del genio le quali «hanno simulato combattimenti in rioni fittamente abitati, in condizioni climatiche invernali, in un terreno caratteristico della zona nord».

09:51
09:51
Hamas: «Il bilancio dei morti a Gaza sale a 26.422»

Il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre è salito a 26.422, secondo quanto afferma l'ultimo bilancio del ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas. Nelle ultime 24 ore, si sono aggiunte altre 165 vittime, mentre il bilancio dei feriti è salito a 65.087, sempre secondo Hamas, che nei suoi bilanci non distingue fra civili e miliziani.

09:43
09:43
«A Khan Yunis sono in corso combattimenti intensi»

Intensi combattimenti sono in corso nelle ultime ore a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce militare. Vi prendono parte unità speciali, la brigata dei paracadutisti e anche l'aviazione. Diversi «terroristi» sono stati eliminati ed «ingenti quantità di armi» sono state localizzate.

Nel nord della Striscia, ha proseguito il portavoce, le forze israeliane hanno localizzato e distrutto «un intero percorso sotterraneo terroristico». Nel settore centrale forze di terra hanno fatto ricorso a un drone per eliminare un miliziano che rappresentava per loro una minaccia.

09:26
09:26
Dopo 114 giorni di guerra, l'80% dei tunnel a Gaza è intatto

Dopo 114 giorni di combattimenti, ben l'80% del sistema di tunnel di Hamas sotto Gaza sarebbe intatto: lo riferisce il Wall Street Journal citando funzionari israeliani e statunitensi, secondo cui è difficile valutare quanta parte del labirinto sotterraneo sia stata distrutta finora dalle truppe israeliane.

Funzionari israeliani hanno affermato che il leader di Hamas Yahya Sinwar e altri comandanti del gruppo terrorista si nascondano sottoterra, in particolare Sinwar si troverebbe in un centro di comando in un tunnel sotto Khan Younis, insieme ad alcuni degli ostaggi.

09:16
09:16
Biden in South Carolina, proteste dei filo palestinesi

Joe Biden vola per un evento elettorale in South Carolina, prima tappa il 3 febbraio delle primarie dem, e trova anche qui un gruppo di manifestanti pro Palestina. Uno dei cartelli recitava «Gaza è alla fame».

L'episodio è successo a Columbia, dove il presidente ha fatto tappa a sorpresa da un barbiere per clientela prevalentemente afroamericana.

Quando il Secret Service gli ha chiesto di deporre il rasoio che stava usando, il barbiere è apparso momentaneamente confuso ma poi ha capito il motivo. Il South Carolina è soprattutto un serbatoio di voti afroamericani per il presidente.

09:13
09:13
Katz: «Lazzarini, per favore dimettiti»

«Lazzarini, per favore dimettiti». Lo scrive su X il ministro degli esteri israeliano Israel Katz rispondendo alla dichiarazione del commissario generale dell'Unrwa, l'italo svizzero Philippe Lazzarini, che ieri ha definito «scioccanti» le decisioni di alcuni Paesi di sospendere i fondi per l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi.

L'organizzazione dell'Onu per i rifugiati palestinesi si è vista costretta a licenziare 12 suoi dipendenti nella Striscia per un sospetto coinvolgimento nel massacro del 7 ottobre.

Dopo gli Stati Uniti, anche altri Paesi - dall'Italia al Canada, Gran Bretagna, Finlandia, Australia e Olanda - hanno deciso di congelare i propri finanziamenti all'Unrwa, le cui risorse per le sue strutture a Gaza sono già da tempo traballanti.

Lazzarini è intervenuto ieri dichiarando che «queste decisioni minacciano il nostro lavoro umanitario in tutta la regione, inclusa e soprattutto nella Striscia di Gaza. È scioccante vedere una sospensione dei fondi in reazione alle accuse contro un piccolo gruppo di dipendenti, soprattutto considerando l'azione immediata intrapresa dall'Unrwa risolvendo i loro contratti e chiedendo un'indagine trasparente e indipendente».

Secondo una nota del commissario generale dell'agenzia, dall'Unrwa «dipendono oltre 2 milioni di persone per la loro mera sopravvivenza» a Gaza.

07:00
07:00
Il punto alle 7.00

Anche il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres si è espresso sul caso UNRWA e sul conseguente stop ai finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente da parte di diversi Paesi. Ricordiamo infatti che alcuni membri dell’Agenzia sono stati accusati di essere coinvolti nei raid del 7 settembre su Israele. «Pur comprendendo le loro preoccupazioni, e anch’io sono rimasto inorridito da queste accuse, faccio appello con forza ai governi che hanno sospeso i loro finanziamenti almeno a garantire la continuità delle operazioni dell’UNRWA», ha detto Guterres in una nota. «Due milioni di civili a Gaza dipendono dall’assistenza dell’UNRWA per la loro sopravvivenza quotidiana, ma gli attuali finanziamenti dell’UNRWA non le permetteranno di soddisfare tutti i bisogni a febbraio. Le presunte azioni spregevoli di questi dipendenti devono avere delle conseguenze. Ma le decine di migliaia di uomini e donne che lavorano per l’UNRWA, molti dei quali in situazioni tra le più pericolose per gli operatori umanitari, non dovrebbero essere penalizzati. I bisogni urgenti delle popolazioni disperate di cui si prendono cura devono essere soddisfatti. Qualsiasi dipendente delle Nazioni Unite coinvolto in atti terroristici sarà ritenuto responsabile, anche attraverso un’azione penale».

Intanto un accordo per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco sarebbe vicino secondo quanto scrive il New York Times che parla di una bozza che prevede il rilascio graduale di un centinaio di prigionieri detenuti da Hamas in cambio di uno stop di due mesi agli attacchi israeliani. La bozza dovrebbe essere discussa durante colloqui che si svolgeranno a Parigi. Riguardo alle tempistiche, il New York Times sostiene che l’accordo potrebbe venire firmato nel giro delle prossime due settimane.