Curiosità

Alla scoperta dei misteriosi edifici di New York

Dall’esterno sembrano dei comuni immobili residenziali o degli stabili commerciali ma, in realtà, al loro interno celano dei segreti sconosciuti alla maggior parte delle persone
Il grattacielo di 33 Thomas Street al centro di teorie del complotto. © Wikipedia
Red. Online
22.11.2023 14:15

Ad uno sguardo superficiale sembrano dei normalissimi edifici residenziali o degli stabili commerciali, ma, in realtà, la loro funzione è completamente diversa e sconosciuta alla maggior parte delle persone, persino agli stessi residenti della città: stiamo parlando dei finti edifici di New York. La Grande Mela ne conta numerosi e non tutti, a causa del loro aspetto ordinario, sono conosciuti dalla gente comune. Ad attirare l’attenzione su di essi, negli ultimi tempi, è stato Cash Jordan, un popolare agente immobiliare e youtuber statunitense che sul proprio canale ha dedicato un video al tema. Ma quali sono questi misteriosi edifici e quale è la loro reale funzione? Scopriamolo assieme.

Un grattacielo per la sorveglianza di massa?

© Wikipedia
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Iniziamo il nostro viaggio nel quartiere di Tribeca, nella Lower Manhattan dove, al 33 di Thomas Street, sorge un grattacielo dall’aspetto bizzarro. Alto 170 metri e dallo stile architettonico che richiama al brutalismo, l’edificio, la cui costruzione è terminata nel 1974, si caratterizza per la totale assenza di finestre, il che gli è valso l’appellativo di «Windowless Building».

Proprio per questa sua caratteristica architettonica, nel corso degli anni lo stabile è finito al centro di numerose teorie del complotto e della cospirazione. La più accreditata vorrebbe che la struttura sia un centro di sorveglianza di massa della National Security Agency (NSA) o un centro che la NSA utilizza per intercettare le comunicazioni delle Nazioni Unite, del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e di diversi Paesi. A sostenere questa tesi ci sarebbero anche delle informazioni rivelate da Edward Snowden.

Ad accrescere l’alone di mistero che circonda il grattacielo ha quindi contribuito un articolo del DailyMail che ha riportato la testimonianza, anonima, di un uomo che, assieme al figlio, nei primi anni Duemila ha lavorato nell’edificio all’istallazione di tubature per il trasporto di liquidi e gas ad alta pressione. Il figlio racconta come al padre fosse stato vietato di accedere ad alcune aree dell’immobile e fosse stata tenuta segreta la loro destinazione. L’articolo spiega quindi come, durante l’installazione delle tubature, la squadra di operai di cui faceva parte l’anonimo testimone ritrovò nel seminterrato uno schedario contenete quelli che sembravano essere dei documenti riservati che illustravano cosa fare con i macchinari contenuti nella struttura in caso di un attacco radioattivo. Secondo quanto rivelato da The Intercept nel 2016, inoltre, il grattacielo sarebbe stato progettato per resistere ad un’esplosione atomica e i suoi ventinove piani, di cui tre sotterranei, stoccherebbero scorte sufficienti al sostentamento di 1.500 persone per due settimane in caso di catastrofe.

Ma cosa sappiamo di ufficiale sul grattacielo? Originariamente era una parte fondamentale del dipartimento AT&T Long Lines e custodiva al suo interno sistemi di commutazione telefonica che richiedevano una stretta sicurezza e ampi spazi. Col tempo, però, tali strutture vennero trasferite in un altro stabile della società telefonica statunitense. Oggi, la versione ufficiale vuole che una parte dello stabile rimanga adibita alla telefonia, mentre un’altra ospiti dei data center ad alta sicurezza.

Quella palazzina con i vetri oscurati

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Il nostro viaggio continua a Brooklyn e, in particolare, in Joralemon Street. Passeggiando in questa stradina residenziale potrebbe capitarvi di scorgere un edificio un po’ diverso dagli altri, con le finestre oscurate e dal quale mai nessuno entra ed esce: è la palazzina del numero 58. Costruita nel 1847 in stile neogreco, inizialmente aveva una funzione residenziale, proprio come gli altri stabili della zona.

Le cose cambiarono all’inizio del Novecento quando la Interborough Rapid Transit Company acquistò l’edificio. Ma, da allora, quale è la sua funzione? Un indizio lo fornisce già il settore di attività della società che comperò l’immobile: il trasporto pubblico. Già, perché nel sottosuolo dell’area si trova una galleria della metropolitana di New York. Essa necessita tuttavia di un sistema di ventilazione per funzionare in modo corretto e sicuro. Ecco allora l’idea: sventrare l’interno dell’edificio situato al 58 di Joralemon Street e trasformarlo in un pozzo di ventilazione. L’immobile funge inoltre da uscita di emergenza.

L’attuale facciata della struttura è frutto di un accordo del 1999 con la New York City Landmarks Preservation Commission e ha lo scopo di integrare il pozzo di ventilazione con il quartiere che lo ospita. Tale travestimento ha inoltre permesso di evitare la svalutazione sul mercato immobiliare degli edifici antistanti.

Il successo della palazzina nella cultura popolare ha fatto sì che, nel 2022, Ben Tupper gli abbia dedicato anche un videogioco (raggiungibile cliccando qui) nel quale il protagonista ha il compito di entrare nello stabile per accedere al sistema centrale di controllo della metropolitana al fine di porre rimedio ad un guasto che ha mandato in tilt la circolazione dei treni.

Un laboratorio misterioso

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Fermiamoci adesso un momento al Southpoint Park, sulla Roosevelt Island, dove sorge lo Strecker Memorial Laboratory. Progettato da Frederick Clarke Withers e costruito nel 1892, l’edificio era dedicato alla ricerca patologica e batteriologica ed era affiliato al Charity Hospital, in seguito conosciuto come City Hospital. Dal 1907 al 1912 lo stabile ospitò quindi il Russell Sage Institute of Pathology.

Progettato in stile neoromanico, alla sua apertura alla fine dell’Ottocento contava di una sala per le autopsie e un ufficio al primo piano e di laboratori per l’esame dei campioni al secondo. La cantina fungeva invece da camera mortuaria e da magazzino.

Chiusa negli anni Cinquanta, la struttura cadde in rovina fino all’inizio del 2000 quando la New York City Transit Authority la ristrutturò in modo fedele ai disegni originari per farne una stazione di conversione per l’energia elettrica per le linee E e V della metropolitana.

Bizzarri edifici nel fiume Hudson

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L'ultima tappa del nostro viaggio newyorchese ci porta in riva all'Hudson. Qui sorgono quattro strani edifici: due sugli argini del fiume e due al suo interno. Anche in questo caso, per capirne lo scopo bisogna abbandonare un approccio di tipo superficiale e immergersi, letteralmente, nelle profonde acque del corso d'acqua o, meglio, sotto di esse. Così facendo si scoprirebbe che, sotto il fiume Hudson, si estende l'Holland Tunnel, una galleria per veicoli a motore che collega Lower Manhattan a Jersey City, nel New Jersey. Ora, una simile struttura sotterranea necessita, per il suo corretto funzionamento, di una ventilazione meccanica ed è qui che entrano in gioco i nostri quattro bizzarri edifici. Essi contengono infatti complessivamente 84 ventilatori, di cui la metà di aspirazione e l'altra metà di scarico. Due di queste torri inoltre, come nel caso dell'edificio di Joralemon Street 58, fungono anche da uscite di emergenza.

Non solo a New York

La presenza di edifici «finti» non è comunque una prerogativa della sola New York e sparse nel mondo ci sono diverse città che ospitano strutture analoghe. Tra di esse segnaliamo innanzitutto la città di Parigi e un indirizzo per la precisione: il 145 di rue La Fayette. Qui sorge un edificio in stile Haussmann che, originariamente, ospitava degli appartamenti. Oggi, tuttavia, non è più così: negli anni Settanta del Novecento l'edificio venne demolito e ne fu preservata solo la facciata. Essa ha infatti lo scopo di celare alla vista dei passanti ciò che è stato edificato sulle macerie dello stabile: un pozzo di ventilazione per il tunnel della linea B del Réseau express régional d'Île-de-France (RER).

Proprio come per l'edificio di Joralemon Street 58 a New York, anche l'immobile del 145 di rue La Fayette è entrato nell'immaginario collettivo tanto che Umberto Eco lo cita all'interno del romanzo Il pendolo di Foucault. Analogamente fa Philippe Vasset ne La conjuration.

La facciata del finto edificio del 145 di rue La Fayette a Parigi. © Wikipedia
La facciata del finto edificio del 145 di rue La Fayette a Parigi. © Wikipedia

Di finte palazzine a Londra ne abbiamo addirittura due nella stessa strada, una vicina all'altra: stiamo parlando degli edifici o, meglio, delle facciate dei numeri 23 e 24 di Leinster Gardens. Già, perché in questo caso il vecchio adagio «l'apparenza inganna» si dimostra proprio azzeccato e le due strutture servono a celare un breve tratto di binari non coperti di quella che, nel 1860, fu una linea della metropolitana a vapore: la Metropolitan Railway. Come già nel caso precedente di Parigi e in quello di Joralemon Street 58 a New York, anche i civici 23-24 di  Leinster Gardens sono entrati nell'immaginario comune in quanto appaiono nell'episodio «L'ultimo giuramento» della serie TV della BBC Sherlock.