Alle fornaci riaffiora un vecchio pozzo
In via Ceresio e via delle Fornaci, a Riva San Vitale, il brusio dei lavori in cantiere si sente appena s’imbocca la strada che scorre parallela al lago. Una piccola via residenziale e un susseguirsi di casette. Tra l’una e l’altra, sulla destra, si scorgono – alcuni, ad onor del vero, chiusi da cancelli – i rivatoi (o cannocchiali): piccoli «corridoi» che permettono di accedere all’acqua. «Erano il collegamento tra le fornaci e le chiatte sulle quali venivano caricati, ad esempio, i coppi appena lavorati che venivano trasportati a Lugano» ci spiega il capodicastero edilizia pubblica Sergio Bedulli. A lui, ma non solo, spetta il compito di illustrarci come stiano procedendo i lavori di recupero e di valorizzazione delle fornaci di Riva San Vitale. Forni che erano in funzione sicuramente nell’Ottocento, sebbene la storia dica che la presenza dell’attività era già radicata nel Cinquecento. Sul posto la riunione di cantiere si è appena conclusa e gli operai sono al lavoro: è un cantiere, ma si percepisce subito che anche gli addetti ai lavori si muovono con una certa delicatezza. L’architetto Enrico Sassi, che ci accoglie, per prima cosa ci mostra l’ultima «sorpresa», che ha costretto il Municipio a pubblicare una domanda di costruzione aggiuntiva. Dove dovranno sorgere i nuovi forni per lavorare l’argilla – visto che le fornaci avranno nuova vita e diventeranno, tra le altre cose, un atelier per artisti – è riemerso un vecchio pozzo. «È perfettamente conservato – ci fa notare Sassi – e al suo interno c’è l’acqua del lago». Un pozzo dal quale si prelevava l’acqua, appunto, per lavorare l’argilla che veniva prevalentemente prelevata in una cava a Capolago e in un’altra in zona la Rossa a Rancate. Un pozzo che si è deciso di mantenere, costringendo così a modificare i piani e a spostare quelli che saranno i nuovi forni.
Operazione... chirurgica
Negli edifici che compongono il comparto delle fornaci, realizzati con muratura di un tempo e travi in legno, si intravedono anche elementi in metallo. «Sono delle protesi in acciaio» ci racconta l’ingegner Giorgio Galfetti il quale, allo stesso tempo, ci conferma che quello in svolgimento «non è un normale cantiere». È in corso, metaforicamente parlando, un’operazione chirurgica... edilizia. «Grazie a queste protesi, poco visibili, riusciamo a mantenere la sostanza originale del monumento», sgravando il carico ai vecchi muri portanti. È un lavoro certosino, così come quello effettuato al tetto, sopra la stanza del fuoco, che a lavori ultimati diventerà una sala espositiva e museale: «Abbiamo dovuto misurare la resistenza delle vecchie travi – evidenzia l’architetto –. Alcune sono ancora idonee e sono state mantenute». Identica operazione per il controtetto che – spiega Galfetti – è stato rinforzato con elementi che non si vedranno».
Dai furnasat agli artisti
In via delle Fornaci, una volta, lavoravano i «furnasat» e i «moltirö», domani ci saranno artisti e appassionati. Secondo il cronoprogramma, i lavori di restauro dovrebbero ultimarsi all’inizio del prossimo anno. A cantiere concluso sarà data nuova linfa a tre stabili: quello che fungeva da essiccatoio, le antiche fornaci e un garage (di più recente costruzione). Saranno creati atelier per il lavoro della ceramica, un locale per i già citati due forni a gas – uno, ed è un unicum alle nostre latitudini, potrà cuocere pezzi di grandi dimensioni – e spazi per il coworking. Senza dimenticare l’area espositiva.
Mestieri d’arte
Un assaggio di quanto si potrà vivere l’anno prossimo lo si potrà fare dal 22 al 24 marzo. A Riva San Vitale andranno infatti in scena le Giornate europee dei mestieri d’arte. Oltre a poter visitare vari lavoratori artigiani (riservazioni su booking.aticrea.ch), nelle sale d’esposizione del Palazzo comunale si potranno osservare le opere degli artigiani partecipanti. Un assaggio, come detto, di ciò che sarà.