Ticino

Allevamento dei cani da gregge: «Il Cantone si attivi per tempo»

Nel 2025, in linea con quanto previsto dalla nuova legge sulla caccia, alcune competenze passeranno dalla Confederazione alle regioni - Un’interrogazione parlamentare chiede al Consiglio di Stato adeguate garanzie
©URS FLUEELER
Francesco Pellegrinelli
13.02.2024 06:00

Suona come un’esortazione ad anticipare i tempi del cambiamento l’interrogazione interpartitica (primo firmatario il deputato della Lega Sem Genini) rivolta al Consiglio di Stato sul tema dei cani da gregge.

Le domande

«Dal 2025, in ottemperanza alla nuova Legge sulla caccia, il Parlamento svizzero ha stabilito che i compiti e le competenze della Confederazione e dei Cantoni dovranno essere riorganizzati», spiega al CdT Genini. «Il programma di allevamento dei cani da protezione, fino a oggi gestito e finanziato interamente dalla Confederazione, quasi sicuramente passarà nella mani dei Cantoni». Per quanto prevedibile, il passaggio di compiti - si legge nel testo - solleva più di un interrogativo. «I Cantoni hanno chiesto maggiori competenze in materia; la gestione dell’allevamento dei cani da gregge rientra esattamente in questa nuova organizzazione», spiega Genini. «Per questo motivo chiediamo al Consiglio di Stato se è al corrente di questo cambiamento che si prospetta dal 2025 e se, in qualche modo, si è già attivato in tal senso per evitare di farci trovare impreparati».

Grigioni e Vallese

Esempi da seguire ci sono. I Grigioni e il Vallese, per esempio, già da alcuni anni, hanno optato per una gestione cantonale dell’allevamento dei cani da gregge. «A questo proposito, l’interrogazione chiede se il Ticino è intenzionato a trovare una collaborazione con i Cantoni limitrofi, meglio equipaggiati, per allestire un programma di allevamento». Il 2025, insomma, è dietro l’angolo. Meglio non sottovalutare i tempi e agire in maniera proattiva fin da subito».

Il sostegno finanziario

L’altro grande interrogativo riguarda il sostegno finanziario. «Il nostro grande timore è che il passaggio di competenze ai cantoni comporti anche una riduzione degli aiuti da parte della Confederazione, che oggi organizza e gestisce la formazione dei cani da guardia in maniera autonoma». Sulla carta, almeno stando alle dichiarazioni di Daniel Matter, responsabile del gruppo di sviluppo rurale di Agridea, le risorse messe a disposizione dalla Confederazione per la protezione del bestiame e dei cani da protezione rimarranno invariate, indipendentemente dalla riorganizzazione dei compiti e delle responsabilità. Per il 2024 ammonteranno a 7,7 milioni di franchi. «Ciò è fondamentale ed è proprio quello che ci auspichiamo fortemente: la rete del sostegno pubblico deve essere mantenuta per far fronte alle necessità o addirittura deve essere rafforzata a dipendenza dell’evoluzione dei grandi predatori», aggiunge Genini. Ed è proprio grazie all’aiuto pubblico che oggi il prezzo di un cane da gregge si aggira, in Svizzera, attorno ai 1.200 - 1.500 franchi. «Il costo reale di un cane selezionato ed addestrato è di circa 5.000 franchi. La differenza viene però compensata dai contributi della Confederazione». Un sistema che fino ad oggi ha garantito, in Svizzera, l’impiego di cani di qualità: «Se in futuro, il contributo pubblico - con il passaggio di consegne ai cantoni - dovesse venire meno, il prezzo di acquisto di questi cani diventerebbe insostenibile per gli allevatori». Il rischio, insomma, che per necessità gli allevatori vadano ad acquistare i cani altrove, con tutti gli inconvenienti del caso, è reale. Di qui, la domanda al Governo: «Il Consiglio di Stato prevede che nei prossimi anni, con il citato trasferimento, il sostegno pubblico odierno al settore, incluso quello per l’acquisto dei cani da protezione, sarà ancora garantito a favore della loro formazione e del loro utilizzo?».

Anticipare i tempi

In conclusione, per poter agire in maniera efficace è quindi essenziale - si legge nel testo - che anche il Ticino si prepari a questo cambiamento, «consapevoli che ci voglia un orizzonte di pianificazione per gli allevatori e ovviamente anche per i futuri proprietari che richiedono cani per proteggere le loro greggi». Questo, come detto, anche per evitare l’utilizzo di cani «non ufficiali» che rischia di diventare necessario qualora non sia possibile selezionarne e preparane per tempo un numero sufficiente, tenuto conto che già oggi vi è una certa penuria di questi animali e che le liste di attesa sono lunghe.