Ampliamento del Sambuco, adesso si inizia a fare sul serio
Da 130 a 145 metri. Tanto si prevede di innalzare la diga del Sambuco, in alta Val Lavizzara, così da aumentare del 25% il volume del bacino d’accumulo, già oggi il terzo per importanza dopo quelli di Vogorno e del Luzzone, e portare dagli attuali 172 a 218 GWh l’energia elettrica stoccabile. Queste cifre sono contenute nello studio di fattibilità riguardante l’ampliamento del bacino. Studio che ora sarà ulteriormente approfondito attraverso l’allestimento del progetto di massima. Per questo le Officine idroelettriche della Maggia (Ofima) – detentrici fino al 2035 della concessione per lo sfruttamento delle acque che alimentano l’impianto idroelettrico – sono alla ricerca dello studio d’ingegneria che si occuperà di svolgere questo compito. In concreto hanno pubblicato il bando di concorso relativo alle prestazioni di progettista. Le offerte sono da inoltrare entro il 3 marzo.
Dati più precisi
«Auspichiamo che lo studio al quale sarà affidato l’incarico possa consegnare il progetto di massima il prossimo autunno, indicativamente nel mese di ottobre», rileva Marold Hofstetter, direttore dell’ Ofima. «Progetto di massima - prosegue Hofstetter – che ci fornirà dati più precisi rispetto a quelli contenuti nello studio di fattibilità». Si potranno in particolare avere indicazioni più attendibili sui costi dell’operazione, oggi stimati in 130 milioni di franchi con un’approssimazione, però, del +/- 20%. Oltre all’innalzamento della diga fino ad un massimo di 15 metri, il progetto prevede anche che l’attuale strada che costeggia il lago venga dismessa e sostituita da una nuova carrozzabile ad una quota superiore, con un tratto in galleria. La centrale di Peccia, inoltre, sarà completamente rinnovata, mentre il potenziamento del pompaggio permetterà di stoccare l’energia nel bacino del Sambuco con un effetto positivo su tutta la catena produttiva della Maggia, soprattutto in inverno.
Dall’Ofima al Cantone
Il finanziamento dell’opera, così come la progettazione e l’esecuzione dei lavori, è previsto lo assuma Ofima. Questo malgrado nel 2035 l’impianto idroelettrico denominato Maggia I (Sambuco, Peccia, Cavergno e Verbano) passerà al Cantone. Così, infatti, aveva deciso il Gran Consiglio che nel 2021, seguendo le indicazioni del Consiglio di Stato, aveva bocciato la richiesta di rinnovo della concessione avanzata da Ofima. «Al momento della riversione degli impianti dovremo trovare un accordo con il Cantone al riguardo del rimborso dell’investimento effettuato», sottolinea ancora Hofstetter, ricordando come quello per l’innalzamento della diga del Sambuco sia uno dei progetti strategici più rilevanti per l’incremento della produzione di energia idroelettrica. Ed è l’unico in Ticino d’importanza nazionale che la Confederazione prevede di sostenere. Un progetto che è dunque seguito da vicino anche dall’Azienda elettrica ticinese (AET). La prevista riversione dell’impianto pone infatti le basi per l’avvio di una stretta collaborazione fra la stessa AET e Ofima per la realizzazione dell’innalzamento della diga del Sambuco.