Sanità

Anziani e premi malattia, il dibattito si riaccende

Il consigliere nazionale vallesano Philippe Nantermod (PLR) vuole sapere dal Governo quale sarebbe l’effetto di una classe d’età senior nella LAMAL - I pensionati: «Idea da respingere»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
09.01.2025 06:00

Ritorna sul tavolo l’idea di far pagare agli anziani un premio di cassa malati più alto per sgravare i giovani. Oggi ci sono tre classi di età nella LAMal: fino a 18 anni, dai 18 ai 25 anni e adulti. Il consigliere nazionale Philippe Nantermod (PLR/VS) ha presentato un’interpellanza per chiedere al Consiglio federale quale sarebbe l’impatto per le famiglie se i pensionati fossero considerati una categoria a parte. «Gli aumenti dei premi di cassa malati sono particolarmente difficili per la popolazione attiva, in particolare per le famiglie che pagano un ammontare totale più alto di quello degli assicurati più anziani che tuttavia ricevono più prestazioni», scrive il deputato. Con l’invecchiamento della popolazione, lo squilibrio fra la generazione pagante e quella che riceve le prestazioni è sempre più marcato, prosegue Nantermod, secondo cui «è l’accettazione del sistema a essere in pericolo». Di qui la richiesta di stimare le conseguenze che avrebbe nel 2025 l’introduzione di una classe d’età «senior», per le persone con più di 65 anni; in particolare sul premio medio pagato dalle persone fra i 25 e 45 anni e su quello degli ultrasessantacinquenni. Al Governo si chiede anche di stimare l’impatto sul tasso di sussidi medio per ciascuna delle due classi d’età. Nantermod non dice nell’atto parlamentare a quanto dovrebbe ammontare il premio per gli anziani, ma ha dichiarato all’«AargauerZeitung» che si potrebbe immaginare un onere mensile medio di 600 franchi, quasi 200 in più rispetto a oggi. L’idea non è nuova. Già nel 2009 la consigliera nazionale dell’allora PPD Ruth Humbel (AG) aveva proposto, in nome della solidarietà intergenerazionale, di considerare un aumento di 50 franchi al mese a partire dai 55-60 anni. Le giovani generazioni, diceva, finanziano le generazioni più anziane indipendentemente dalla situazione economica degli interessati, mentre le persone più benestanti si trovano proprio fra gli anziani. Da parte sua, bersagliato dalle critiche, Nantermod ha aggiustato il tiro, dichiarando ieri a «Le Temps» che lo scopo della sua proposta è di avere cifre allo scopo di riflettere su una riforma del sistema sanitario, «per un finanziamento differenziato per gli anziani; in modo di ridurre i premi soprattutto per i lavoratori e le famiglie». Non è affatto sua intenzione, ha detto, aumentare i premi degli anziani. L’onere aggiuntivo per questa categoria potrebbe essere finanziato in modo diverso, ad esempio tramite le imposte. Per farlo, tuttavia, servirebbero dati concreti sull’impatto per le diverse fasce d’età di una rimodulazione dei premi e dei sussidi. Le cifre dovrebbero essere fornite dal Governo in marzo.  

Intanto, la proposta di Nantermod ha suscitato forti reazioni sia in sede pubblica, sia privata («ho ricevuto un centinaio di e-mail di insulti» ha detto al quotidiano romando). Lo stesso presidente del PLR Thierry Burkart, su X, ha chiarito che non si tratta di un’idea del partito e che se invece di un’interpellanza fosse una proposta formale la respingerebbe. «Nessun premio punitivo per gli anziani», dice da parte sua la Federazione delle associazioni dei pensionati (FARES), secondo cui sarebbe «profondamente ingiusto» penalizzare gli anziani : «Un premio supplementare per le persone anziane violerebbe il principio di solidarietà secondo cui gli assicurati in buona salute contribuiscono per quelli malati».