Commerci

Aperture domenicali fondamentali: «E dicembre per molti vale doppio»

Per il settore della vendita inizia un momento decisivo per il buon andamento degli affari, quest’anno con qualche cruccio in più - La fiducia dei consumatori è in calo, ma il presidente della DISTI Enzo Lucibello è ottimista: «Puntiamo sull’esperienza natalizia dello shopping»
©Gabriele Putzu
Francesco Pellegrinelli
06.12.2023 06:00

Nel settore della vendita, mai come quest’anno, le aspettative in vista del Natale sono alte. Storicamente dicembre rappresenta una fetta importante della cifra d’affari annua: «Per molti commercianti è un mese che vale doppio», commenta il presidente della DISTI, l’associazione dei grandi distributori ticinesi, Enzo Lucibello. È inutile nasconderlo: qualche preoccupazione in più, quest’anno il settore lo ha. Nel terzo trimestre è emerso un evidente rallentamento degli affari rispetto alle aspettative. Fare bene in questo momento dell’anno (oggi più che mai) può dunque fare la differenza. «Cifre puntuali non le abbiamo, ma è chiaro che nei mesi precedenti c’è stata una correzione al ribasso della cifra di affari», aggiunge Lucibello. «Vogliamo però essere positivi. Il Natale forse non risolleverà del tutto le sorti del settore, ma quanto meno potrà puntellare un anno difficile».

Ancora una volta le aperture domenicali generalizzate saranno fondamentali, rileva il presidente della DISTI. «Tutti i negozi del cantone - se lo vorranno - potranno tenere aperto il 17, il 24 e il 31 dicembre». Il primo appuntamento però è fissato già per venerdì prossimo, l’8 dicembre. «Grazie alla nuova legge sull’apertura dei negozi, nei giorni festivi non parificati alla domenica, i commerci possono tenere aperto dalle 10 alle 19. Chiaramente nessuno è obbligato. Ma è chiaro che un’adesione allargata da parte dei commercianti ha un effetto propizio sulle vendite», osserva Lucibello che aggiunge: «Tradizionalmente queste domeniche sono molto apprezzate dai clienti in quanto offrono un contesto natalizio ideale nel quale immergersi. Il Natale è un momento magico, fatto di luci e mercatini». La vendita insomma vive non solo di bisogni ma anche di emozioni.

Tenere aperto la domenica, prosegue Lucibello, è anche uno strumento (semplice ed efficace) per frenare il turismo della spesa, tornato ai livelli pre-pandemia. «Gli ultimi dati raccolti, nel 2019, stimavano in 500 milioni di franchi e in mille posti di lavoro la spesa annua oltreconfine», osserva.

Nella morsa dei rincari

Ma la grande domanda che sta tenendo banco in queste settimane è un’altra: i consumatori torneranno a spendere le stesse cifre degli anni passati? Stretti nella morsa delle crescenti pressioni finanziarie, i consumatori stringeranno i cordoni della borsa?

L’ultimo dato sulla fiducia dei consumatori, pubblicato a novembre dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), indica un nuovo arretramento. Rispetto a luglio, il valore è ulteriormente sceso, attestandosi sotto la media degli ultimi cinque anni. Stesso discorso per la propensione all’acquisto. Le premesse per il mese di dicembre, insomma, non sono buonissime, come attestato recentemente anche dal calo delle vendite durante la settimana del Black Friday. Chiaramente, la propensione all’acquisto è un dato soggettivo che dovrà essere confermato (o smentito) dal dato reale sui consumi.

Forza del franco e inflazione

Al momento la cifra di affari del commercio al dettaglio indica, a livello svizzero, una sostanziale stabilità. Nel terzo trimestre del 2023 c’è stata una leggera correzione su base annua (- 1,5%), ma nessun drastico cambio di tendenza. «Di fronte all’andamento generale degli affari non possiamo però nascondere una certa preoccupazione», osserva ancora Lucibello. Il quale tuttavia mostra fiducia: «L’inflazione a novembre è scesa nuovamente, toccando il livello più basso degli ultimi due anni». Un calo che fa rima con minori apprezzamenti delle merci rispetto ai Paesi vicini, dove per contro l’inflazione per alcuni mesi ha quasi raggiunto la doppia cifra.

Detto altrimenti: andare a fare la spesa in Italia (nonostante la forza del franco) oggi, per alcuni prodotti, non è sempre vantaggioso. «Se aggiungiamo poi il tempo e la benzina, il calcolo è presto fatto. Senza dimenticare che spendendo sul territorio cantonale difendiamo i posti di lavoro», aggiunge Lucibello: «Ad ogni modo non vogliamo demonizzare chi fa gli acquisti all’estero».

Che dire invece di quelle iniziative promosse a livello locale (come i Lvgapoints o il buono da 50 franchi da spendere nei commerci di Chiasso) per trattenere gli acquisti sul territorio? «Sono iniziative pregevoli che hanno un loro senso e una loro efficacia. Sarebbe interessante se venissero estese in tutte le regioni del cantone, mantenendo però il loro carattere locale».

«L’online ha raggiunto la sua velocità di crociera»

«Per anni spina nel fianco dei commerci al dettaglio, l’online ha raggiunto la sua quota di mercato», commenta il presidente della DISTI Enzo Lucibello. Di sicuro, il boom registrato sulla scia della pandemia e delle restrizioni ha subito un rallentamento. A dirlo è anche un recente studio della scuola universitaria professionale zurighese di Winterthur (ZHAW). Stando al sondaggio che rileva l’andamento delle vendite online di circa 600 rivenditori a livello svizzero, all’origine del calo ci sarebbe una riduzione del potere di acquisto dei consumatori. Più in generale, tutto il settore della vendita - sia online sia offline - negli ultimi mesi ha registrato un rallentamento, osserva ancora Lucibello. «Tra i due segmenti oggi c’è una sana convivenza. Se in un primo tempo l’online aveva eroso parte della quota di mercato dell’offline, oggi questo segmento ha raggiunto la sua velocità di crociera». A preoccupare il settore - prosegue Lucibello - è la contrazione generale del mercato. «Certamente durante il periodo natalizio assisteremo a una crescita degli acquisti online. Non dimentichiamo però che l’esperienza dell’acquisto in negozio ha un fascino tutto particolare, soprattutto durante le festività». Un’esperienza che i consumatori sembrano aver riscoperto. «Nei negozi, i clienti possono esplorare fisicamente i prodotti, toccandoli e provandoli. L’interazione diretta con i prodotti consente di valutarne la qualità e le caratteristiche in modo immediato, fornendo un’esperienza sensoriale appagante», commenta Lucibello che conclude: «La vendita in negozio offre anche la possibilità di socializzare».