Approvata alla Camera la legge di amnistia in Catalogna

La legge di «amnistia per la normalizzazione politica, istituzionale e sociale in Catalogna», è stata approvata oggi dalla Camera bassa del Parlamento spagnolo nel secondo dibattito sul testo emendato con 178 voti favore e 172 contrari.
A favore hanno votato il Psoe, promotore della legge, e compatti i partiti che sostengono la maggioranza di governo, fra cui Sumar, i nazionalisti baschi del Pnv e Bildu, quelli catalani di Erc e Junts per Catalunya. Contrari Pp, vox e Upn.
L'amnistia per gli indipendentisti implicati nei processi per la stagione secessionista del 2017 in Catalogna passerà ora all'esame del Senato. Nella Camera alta ha la maggioranza il Partito Popolare, che ha già annunciato l'intenzione di ritardare al massimo l'iter legislativo della legge di amnistia. Secondo il regolamento parlamentare, in un massimo di due mesi dovrà tornare alla Camera bassa per il via libero definitivo, che è stimato ci sarà a fine maggio.
E che apre le porte al ritorno in Spagna dell'ex presidente catalano, Carles Puigdemont, eurodeputato fuggito in Belgio nel 2017. Puigdemont, capolista di Junts alle elezioni europee del 9 giugno, ha assicurato oggi che scioglierà «la prossima settimana» il dubbio su un'eventuale candidatura alle elezioni catalane, anticipate al 12 maggio.
L'amnistia è la legge più controversa della legislatura, negoziata dal Psoe e i partiti indipendentisti in cambio del voto di fiducia al premier Pedro Sanchez, nel novembre scorso. Discussa in un clima di grande tensioni e accuse incrociate di corruzione con il conservatore Partito Popolare, principale forza dell'opposizione.
La normativa annullerà i procedimenti giudiziari e le condanne di almeno 400 persone, secondo il governo, oltre mille secondo Junts, restano esclusi dalle misure di grazia «gli atti che per la loro finalità possono essere qualificati come terrorismo, secondo la direttiva europea del 2017». E quelli che comportino «gravi violazioni» degli articoli 2 e 3 dell'Accordo europeo di diritti umani, relativi al diritto alla vita e al divieto di tortura.
«L'amnistia risponde a un obiettivo, che non è quello di voltare pagina o di porre fine a qualcosa, ma di superare una fase erronea di repressione giudiziaria e di polizia contro un movimento politico, e far tornare alla politica la gestione di un conflitto di natura politica», ha scritto Puigdemont a pochi minuti dall'approvazione del provvedimento.