Approvata la messa fuori servizio dei carri armati Leopard
(Aggiornato) L'Esercito svizzero dovrà mettere fuori servizio i 25 carri armati Leopard 2. Il Consiglio nazionale ha dato oggi il via libera con 132 voti contro 59 e 2 astenuti. La Confederazione potrà quindi rivenderli alla Germania .
«Berlino ci ha chiesto ufficialmente di poter acquistare questi carri armati. Ci ha assicurato che non andranno in Ucraina», ha ricordato la ministra della difesa Viola Amherd. Resteranno in Germania e potranno essere rivenduti ad altri Paesi europei.
Soltanto l'UDC e taluni PLR hanno respinto oggi la messa fuori servizio dei Leopard 2. Stando al parere di alti graduati dell'esercito, alla Svizzera mancano già carri armati, ha deplorato Jean-Luc Addor (UDC/VS). E così facendo si riducono le capacità dell'esercito per il futuro, gli ha fatto eco Thomas Hurter (UDC/SH).
«Il nostro esercito può fare a meno di questi 25 carri armati senza che le sue capacità siano indebolite», ha replicato loro Viola Amherd. E la responsabile del Dipartimento federale della difesa (DDPS) è stata ascoltata dal plenum. Il Nazionale ha precisato che tali carri armati devono essere rivenduti al suo fabbricante Rheinmetall, per poter essere messi fuori servizio.
Oggi, in aula, ha fatto pure discutere l'aumento del tetto massimo delle spese dell'esercito per il periodo 2021-2024. Alla fine il Nazionale ha optato - con 108 voti contro 85 - per un incremento di 660 milioni di franchi, al fine di portare il tetto massimo a 21,7 miliardi nel 2024.
«Si tratta di una decisione che va contro il buon senso», ha denunciato Fabien Fivaz (Verdi/NE). Alla luce della situazione di bilancio, la Confederazione dovrà stringere la cinghia in settori quali la formazione, la ricerca, l'agricoltura e la cooperazione allo sviluppo. «Perché non nell'esercito?», si è chiesto l'ecologista neocastellano.
Occorre colmare lacune importanti, gli ha risposto Ida Glanzmann (Centro/LU) a nome della commissione. Anche l'esercito fa la sua parte. Le spese militari aumenteranno meno rapidamente del previsto tra il 2024 e il 2026. E l'obiettivo, voluto dal Parlamento, di raggiungere alla fine l'1% del PIL è stato rinviato al 2035, stando alle indicazioni del Consiglio federale.
Oggi il Consiglio nazionale ha pure dato il via libera al programma di armamento 2023 (725 milioni di franchi). Ciò permetterà di acquistare 24 carri armati granatieri per accrescere la mobilità delle forze terrestri, per un ammontare di 217 milioni di franchi. I Verdi liberali e la sinistra hanno tentato invano di ridurre della metà la fattura.
Anche le capacità della difesa terra-aria a lunga gittata saranno aumentate. Il nuovo sistema Patriot sarà equipaggiato di missili supplementari, appositamente sviluppati per combattere i missili a corto raggio, per un costo di 300 milioni di franchi.
Infine, l'acquisizione del materiale dell'esercito 2023 (615 milioni) e il programma immobiliare del DDPS 2023 (555 milioni) sono stati adottati all'unanimità.
Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.