Arogno ci prova: offerta a Campione per la masseria

Il dado è tratto. Ed è rotolato sul tavolo del sindaco di Campione d’Italia. Arogno sta provando a comprare la masseria di Sant’Evasio, che si trova sul suo territorio, per la precisione a Pugerna, ma che è di proprietà dell’enclave italiana. Forse lo rimarrà ancora per poco, dato che l’amministrazione guidata da Roberto Canesi ha deciso di mettere sul mercato questo ed altri edifici per risanare le finanze comunali.
A quel punto il Municipio di Arogno, interessato ad entrare in possesso della masseria per valorizzarla come bene storico del territorio, ha commissionato una perizia per avere una stima del suo valore, ha messo nero su bianco la propria offerta e l’ha spedita ai vicini di casa. La cifra? Un segreto, per il momento. Da noi contattato, il sindaco Emanuele Stauffer ha preferito non scoprire le carte. Si è limitato a precisare che in passato, contrariamente ad alcune voci che erano circolate, tra Arogno e Campione non via era mai stata una discussione a proposito della masseria, né tantomeno sul suo prezzo. Campione, fino a un paio di anni fa, avrebbe voluto incassare una cifra fra i tre e i quattro milioni di franchi, ma è possibile che oggi, come è stato per altri beni comunali, la richiesta possa essere più bassa. La nuova trattativa fugherà ogni dubbio, che vada in porto o meno.
Bella e abbandonata
Una proprietà exclave per l’enclave: così potremmo definire la masseria di Sant’Evasio, che sorge su di un promontorio lungo la strada per Pugerna. Si tratta di un complesso di edifici rurali che comprende una piccola chiesa risalente forse all’epoca longobarda. Un gioiello storico, tanto che l’insediamento è inserito nell’inventario cantonale dei beni culturali degni di tutela. Questo suo valore, tuttavia, non è stato onorato con un progetto di recupero e valorizzazione. Se n’era parlato dieci anni fa, ma un «no» della Regione Lombardia aveva affossato un progetto Interreg che prevedeva la messa in sicurezza e la riqualificazione del complesso, con una richiesta di fondi pari a un milione di euro.
Arogno e Campione speravano che il contributo (relativamente alto) fosse concesso almeno in parte, ma così non era stato, anche perché la masseria non faceva parte di un itinerario escursionistico e culturale transfrontaliero. Prima di quell’opportunità mancata, si era anche parlato di un suo recupero attraverso la realizzazione di un Centro di documentazione e di studi, ma il risultato era stato il medesimo e la masseria era rimasta e rimane tuttora là, come sospesa, ad aspettare il suo destino.