USA 2024

Arriva la disinformazione cinese per le elezioni americane?

Esiste un gruppo di account falsi che sostengono Donald Trump, deridono Joe Biden e lo accusano di essere stato incarcerato o, peggio, di essere un «pedofilo» o «satanista» – Una rete di Spamouflage già attiva in passato
© KEYSTONE (AP Photo)
Camilla Vagnozzi
18.04.2024 10:37

Nel 2024 gli Stati Uniti tornano al voto: l’attuale Presidente Joe Biden e l’ex Presidente Donald Trump vincendo le rispettive primarie in Georgia e in Mississippi si sono assicurati la nomination alla Casa Bianca. 

Tutto il mondo guarda con grande interesse la politica americana, ma c’è chi la sta osservando (e raccontando) da un particolare punto di vista, quello della disinformazione. Stiamo parlando di una rete di account cinesi che, operando sui social network occidentali e fingendosi talvolta dei sostenitori di Donald Trump, promuovono teorie del complotto e alimentano diversi filoni della disinformazione che hanno come protagonista Joe Biden.

Una simile narrazione sembra portarci indietro di qualche anno, ricordandoci il ruolo che le false notizie hanno giocato con le elezioni del 2016. Ma oggi, con i progressi fatti dalla tecnologia e le vincenti strategie utilizzate dai diffusori di notizie false, i rischi sono ancora maggiori. Cerchiamo di vederci più chiaro. 

L’opinione dei ricercatori

I ricercatori dell’Institute for Strategic Dialogue (Isd), organizzazione di ricerca senza scopo di lucro, hanno monitorato e analizzato le pubblicazioni di alcuni account sui social network occidentali, con particolare attenzione ad X. È emerso che esiste un gruppo di account falsi che sostengono Donald Trump, deridono Joe Biden e lo accusano di essere stato incarcerato o, peggio, di essere un «pedofilo» o «satanista». Si tratta di notizie false conosciute e diffuse, in passato, anche in Europa: possiamo ormai definirli dei veri e propri topics della disinformazione contro l’attuale Presidente americano. 

Secondo quanto ricostruito dall’Isd, la rete di account responsabile di veicolare queste notizie false sarebbe in qualche modo collegata al Partito comunista cinese (Pcc) e utilizzerebbe una tecnica di manipolazione delle informazioni già conosciuta in passato, la cosiddetta Spamouflage. In occasione delle elezioni di metà mandato del 2022, la società di sicurezza informatica Mandiant aveva riferito che la rete di Spamouflage aveva in qualche modo cercato di scoraggiare gli americani dal votare. 

Spamouflage e i suoi contenuti

Con il termine Spamouflage si intende una particolare campagna di comunicazione (e di influenza) cinese che, almeno dal 2017, cerca di promuovere su diverse piattaforme social occidentali gli interessi di Pechino. Dalla seconda metà del 2020 Spamouflage ha iniziato ad ottenere un maggiore successo online grazie alla ricondivisione dei contenuti generati da questa rete di account da parte di diplomatici cinesi attivi su Twitter, da redazioni dell'America Latina, da politici di Cile, Pakistan e Regno Unito.

Spamouflage è attivo su YouTube, Facebook, TikTok, Medium e altre dozzine di forum, siti Web e piattaforme di social media. Oggi la permissività che caratterizza X (l’ex Twitter) è il luogo ideale per la proliferazione di contenuti riconducibili a Spamouflage.

Negli anni le diverse piattaforme hanno cercato di ostacolare, quanto possibile, la diffusione della rete. Nel gennaio 2023 Google denunciava la presenza degli account di propaganda filo-cinese sui propri canali e ne sottolineava i principali intenti: influenzare il dibattito pubblico su temi come la guerra in Ucraina, gli scontri ad Hong Kong e a Taiwan. Nello stesso anno Meta ha rimosso oltre 7.700 account Facebook e quasi 1.000 pagine riconducibili alla rete, definendo Spamouflage come la «più grande e nota operazione di influenza multipiattaforma fino ad oggi interrotta». 

Se, in una prima fase, i contenuti pubblicati dalla rete cinese erano per lo più di bassa qualità e privi di messaggi politici, le cose sono presto cambiate, con notizie di attualità e con messaggi critici verso gli Stati Uniti. 

L’attuale disinformazione

Negli ultimi mesi la disinformazione cinese sembra aver fatto, almeno in parte, un salto di qualità: da un lato la rete di account in grado di veicolare la propaganda di Pechino in occidente sembra essersi rafforzata e, dall’altro, sono diversi i contenuti generati con l’intelligenza artificiale. Rimane, al momento, ancora bassa la generale ricondivisione dei contenuti, ma i ricercatori sono dell’opinione che può essere sufficiente anche un solo account di successo per mettere in pericolo la corretta informazione in vista del voto. 

La ricerca dell’Isd dimostra come, tra i temi che vanno per la maggiore e il cui intento è screditare gli Stati Uniti, ci siano oggi (come anche in passato) il degrado urbano, la percentuale di senzatetto, il consumo di fentanyl, la violenza legata all’uso di armi da fuoco, l’acqua potabile sporca, la brutalità della polizia e le infrastrutture fatiscenti.

Stando agli ultimi rilevamenti - e per quanto riguarda la disinformazione in vista delle elezioni americane - la rete di account di Spamouflage sembra funzionare secondo una tecnica precisa. I falsi profili promuovono la propria narrativa pubblicando per lo più immagini originali, generate spesso con intelligenza artificiale, fotomontaggi o ritocchi di Photoshop. I protagonisti sono, per lo più, Joe Biden e Donald Trump; mancano i rispettivi sfidanti o ipotesi su altri candidati.

Esempio di contenuto pubblicato su X
Esempio di contenuto pubblicato su X

Sebbene vi siano account che prendono di mira sia Biden che Trump, a gennaio 2024 la maggior parte dei contenuti di disinformazione di Spamouflage avevano come protagonista il Presidente Biden. Secondo i ricercatori, non è chiaro se si tratti di una scelta legata ad una preferenza elettorale o se Biden sia più “in vista” perché attualmente in carica. D’altra parte, è interessante notare che le narrazioni relative a Trump sono spesso ambigue e, dal punto di vista dei sostenitori del tycoon, potrebbero addirittura essere interpretate come positive. Ancora una volta, precisiamo come non sia detto che se si tratti di una strategia intenzionale.

In generale - e come abbiamo in parte già anticipato - le principali narrative oggi diffuse dalla rete di Spamouflage ai danni degli Stati Uniti sono diverse. Da una generale sfiducia verso la realtà americana, fonte di divisione e conflitto, agli attacchi diretti ai candidati, soprattutto nel caso dell’attuale Presidente. Tra le narrazioni negative che colpiscono Biden ci sono scandali, casi legali e teorie complottiste legate al figlio Hunter, ma anche contenuti secondo cui Biden sarebbe corrotto, tossicodipendente e bugiardo. Oltre che troppo anziano per continuare a fare il presidente.

Al momento il corretto svolgimento delle elezioni e la loro integrità, topos della disinformazione spesso finito al centro di teorie complottiste, non sembra un tema per la campagna di disinformazione cinese. In modo simile avviene la gestione delle altre questioni politiche, fatta eccezione per alcune tematiche - quale, ad esempio, l’aborto - che vengono affrontate per screditare Joe Biden (che, stando alla narrazione propagandistica cinese, non starebbe facendo abbastanza).

Le reazioni dei rispettivi governi

L’attività cinese non è passata inosservata agli occhi del governo americano che, già a febbraio 2024, aveva segnalato come Pechino stesse «espandendo la sua posizione di influenza segreta globale per sostenere meglio gli obiettivi del Pcc», tra cui «seminare dubbi sulla leadership americana, minare la democrazia» promuovendo «narrazioni pro-Cina e confutando le dichiarazioni degli Stati Uniti». Il rapporto esprimeva preoccupazione per il fatto che Pechino potesse utilizzare metodi sempre più sofisticati per cercare di influenzare le elezioni americane.

La Cina non è rimasta indifferente alle accuse. Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, ha dichiarato che le elezioni presidenziali sono «un affare interno degli Stati Uniti» e che «la Cina si impegna a rispettare il principio di non interferenza». Ha anche aggiunto che «le affermazioni secondo cui la Cina avrebbe influenzato le elezioni presidenziali americane sono completamente inventate».

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