Svizzera

Assassinio a Ginevra, l'MPC chiede 20 anni di carcere per un venditore d'auto

L'uomo è è accusato di aver assassinato a colpi di arma da fuoco un diplomatico egiziano nel 1995 nel garage sotterraneo del suo appartamento
© CDT / CHIARA ZOCCHETTI
Ats
08.01.2025 16:44

Una condanna a 20 anni di carcere. È la richiesta mossa dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) nei confronti di un venditore d'auto, che è accusato di aver assassinato a colpi di arma da fuoco un diplomatico egiziano nel 1995 nel garage sotterraneo del suo appartamento a Ginevra.

Tra i capi d'accusa figurano anche i reati di stupro, sequestro, minacce, truffa e amministrazione infedele. A causa di questi, il procuratore federale ha richiesto una condanna a una pena detentiva di 20 anni, al posto dei 17 massimi previsti per il crimine di assassinio. L'uomo, in possesso di un doppio passaporto italo-ivoriano, dovrà anche essere espulso dalla Svizzera, stando a quanto dichiarato dal MPC presso il Tribunale penale federale di Bellinzona.

Quest'ultimo ritiene inoltre che le condizioni per un internamento non siano soddisfatte, visto che a suo avviso non esiste un pericolo qualificato di commettere un nuovo omicidio. Allo stesso modo, non sono stati adempiuti nemmeno i requisiti per il trattamento terapeutico stazionario, poiché la sua efficacia non è stata dimostrata in questo caso e l'interessato non è disposto a sottoporvisi.

Nei confronti della compagna del venditore di auto, che deve rispondere di complicità in assassinio, l'accusa ha chiesto l'assoluzione. Stando al procuratore, non vi sono prove che suggeriscano che la donna sapesse cosa fosse il silenziatore artigianale trovato sulla scena del crimine, nonché il suo scopo, e tanto meno i piani criminali dell'uomo, anche se il DNA di lei era stato trovato su tale oggetto.

In queste circostanze, è necessaria un'assoluzione e le spese devono essere sostenute dalla Confederazione, ha concluso il MPC, aggiungendo che, data la gravità dei fatti, non è stato possibile assolvere la donna con una procedura semplificata.

La sera del 13 novembre 1995, un membro dell'ufficio commerciale della Missione egiziana a Ginevra è stato ucciso con sei colpi di pistola al petto e all'addome. Per oltre 20 anni, la polizia non è riuscita a trovare nulla. Finché, nel 2018, ha iniziato a sospettare di un venditore di auto accusato di stupro e aggressione. Condannato a più riprese in Francia e in Svizzera, l'uomo è stato accusato dal MPC di aver sparato al diplomatico. Assieme a lui è comparsa davanti alla corte anche una cittadina italo-svizzera, sospettata di aver contribuito alla fabbricazione del silenziatore.

La sentenza è prevista per il 27 gennaio. Fino alla sentenza definitiva, vale la presunzione di innocenza per i due imputati.