Astrologia: tutte frottole o scienza dell’ascolto?

Stesse e identiche domande, con risposte assai diverse. Così funziona il faccia a faccia che vi proponiamo sull’antico e fascinoso tema dell’astrologia. Babilonesi, assiri, arabi... tutte le civiltà hanno studiato le stelle, le costellazioni, il movimento dei pianeti, le eclissi. Fu traendo indicazioni dagli astri che 2000 anni orsono tre maghi e sacerdoti della religione di Zoroastro compresero in quale direzione muoversi per raggiungere il luogo in cui sarebbe nato il Figlio dell’Uomo.
L’astrologia è molte cose: è quella banalizzata dai media e resa un giochino che può facilitare la socializzazione o può essere scorrettamente usata su persone influenzabili e creare dipendenza. Un’interpretazione astrologica del tema natale potrebbe chiarire aspetti della nostra psiche, così come un counseling.
Ma riguarda anche il tempo storico: il nostro cielo è in movimento continuo. Secondo alcuni, i transiti dei pianeti lenti potrebbero portare forse qualche luce sul momento critico attuale: stanno infatti ripercorrendo il loro ciclo gli stessi pianeti lentissimi che, ad esempio transitarono negli anni ‘29: (crollo di Wall Street), o in Europa nel 1848, o ancora nel ‘68. Sempre che ci si voglia credere, naturalmente.
Rappresentati di due visioni diverse sul tema, abbiamo intervistato da una parte Paolo Attivissimo, giornalista, scrittore, divulgatore scientifico noto per i suoi blog anti-bufala e la militanza nel mondo scettico (CICAP).
Dall’altra, Marco Pesatori, fra i più noti e culturalmente preparati (RAI, RSI, inserto del sabato D la Repubblica, Vogue...) autore di saggi e libri di narrativa in cui si occupa di divulgazione astrologica. Partiamo da Attivissimo (nella foto sotto).

Paolo Attivissimo, si rimprovera all’astrologia la sua scarsa dimostrabilità, non avrebbe basi scientifiche e un vero metodo.
«Come divulgatore scientifico e giornalista che ha visto i danni causati dalle superstizioni, all’astrologia rimprovero di alimentare una superstizione che crea solo confusione, finanzia uno stuolo di ciarlatani e vuol far credere alle persone che pianeti lontanissimi emanino forze misteriose che influenzano la loro vita. I fatti dimostrano che non è così, siamo noi gli artefici dei nostri successi e insuccessi e non possiamo attribuire colpe o meriti a Giove o Urano. La dimostrabilità dell’astrologia non è scarsa, è letteralmente nulla. Se si chiede a un astrologo di fare oroscopi a 10 persone e a ciascuna si affida l’oroscopo di un’altra, sarà perfettamente calzante perché si tratta di frasi vaghe che ognuno interpreta adattandole a se stesso. Si chiama Effetto Forer, ed è ben noto in psicologia e nello studio delle tecniche dei ciarlatani».
Fino all’epoca rinascimentale gli studi di astronomi e astrologhi procedevano uniti, poi si sono divisi, a cosa si deve questo divorzio?
«È successo che la scienza è maturata e gli astrologi no. Gli astronomi hanno osservato il cosmo, ne hanno man mano decifrato dimensioni, distanze e strutture scoprendo nuove stelle, pianeti, galassie e altre meraviglie della realtà, gli astrologi sono rimasti alla sfera celeste rinascimentale, o ancor più indietro».
Qual è il vero campo di competenza dell’astrologia?
«Stando ai fatti osservati, è l’arte di ingannare il prossimo e spesso di spillargli soldi. So che molti la trovano divertente e la considerano solo uno svago innocuo, ma i fatti sono quelli che sono, è una superstizione basata sul niente, come credere che i gatti neri portino sfortuna. Solo che queste credenze non sono più rispettabili, mentre l’astrologia è ancora socialmente accettata».
Ha seguaci entusiasti o detrattori totali, come mai?
«Non lo so. Forse i seguaci sono sedotti dall’idea che esistano forze sconosciute e che ci siano degli stregoni capaci di decifrarle, e i detrattori sono semplicemente stufi di sentire baggianate».
Ma l’attrazione che esercita su cosa è fondata?
«Credo sul desiderio di controllo, ossia sull’idea che facendo un certo rituale semplice si possa controllare il proprio destino. È la promessa di ogni superstizioso, indossa questo cornetto contro il malocchio e non ti succederà nulla».
Una mia conoscente è salita in treno, si siede, sistema la borsa, si accomoda e il signore seduto di fronte le dice: «Lei è del toro». È possibile?
«È certo possibile, il signore seduto di fronte ha tirato a indovinare (1 su 12, non ci vuole molto) molte volte avrà fatto la stessa cosa ma difficilmente racconterà gli insuccessi, invece racconta e ricorda i successi convincendosi di avere un talento straordinario. È un trucco spesso involontario, sul quale si basa il successo di tanti sedicenti veggenti o sensitivi, ma è solo il caso abbinato a un po’ di memoria».
«L’astrologia è una disciplina che usa il linguaggio dei simboli»»
Marco Pesatori (nella foto sotto), si rimprovera all’astrologia la sua scarsa dimostrabilità, non avrebbe basi scientifiche e un vero metodo.

«Che l’astrologia non abbia basi scientifiche è discutibile e dipende da una visione della scienza positivista ormai molto discussa e parziale. Questa scienza positivista che ci sta imponendo il suo unico punto di vista. I risultati orrendi di questa weltanschaung sono sotto gli occhi di tutti, con un mondo malato, inquinato, incattivito, competitivo, triste, che viaggia con arroganza convinta di possedere l’unica natura del vero, che la scienza stessa più avanzata sta ampiamente mettendo in discussione. Questo anche alla luce delle scoperte della fisica subatomica degli ultimi decenni. Si pensi, ad esempio, al concetto di “entanglement” quantistico, che si apre su territori in cui la scienza newtoniana e cartesiana trova limiti radicali. Una visione limitata, quella della scienza dominante, che certamente non avevano le pacifiche e sagge civiltà antiche, il pensiero orientale o dei nativi americani, o quello filosofico rinascimentale, da Ficino a Bruno, da Campanella a Pico. Non voglio buttare nel cestino le conquiste della scienza, ma contestarne la pericolosa pretesa totalitaria, che separa l’uomo dalla Natura e non ha più cuore. Diceva Hegel che la scienza esige che si abbia in sé l’intima necessità dell’oggetto, cioè che si ami l’oggetto del sapere. L’uso che la scienza fa del naturale, nel suo radicale separarsi e uccidere il fiore per studiarlo, non mi appartiene di certo».
Fino all’epoca rinascimentale gli studi di astronomi e astrologhi procedevano uniti, poi si sono divisi, come mai?
«Il divorzio è dovuto al passaggio a un sapere solo “quantitativo” sull’altare di una “oggettività” che vuole “capire” (capio significava in latino “catturo”, da cui deriva captivus, prigioniero, da cui deriva cattivo) che invece di unire separa e invece di amare l’oggetto pensa unicamente a sfruttarlo per trarne vantaggio. Questa deriva etica porta diritta alla decadenza della scienza stessa».
Qual è il vero campo di competenza dell’astrologia?
«L’astrologia è la scienza che studia la sintonia e sincronicità dell’uomo con il vivente. Studiando il tempo, l’astrologia studia la vita e interrogandosi sulla precisione del tempo, diventa strumento per approfondire la vita, interiore e oggettiva. Di per sé è una “scienza dell’ascolto” e il suo compito non è darci sentenze supponenti, ma aprirci a interrogativi illuminanti, che ampliano i confini della consapevolezza. Detto questo, l’astrologia è scienza precisa che usa il linguaggio dei simboli e gli scienziati, prima di sparar sentenze, dovrebbero studiarla. Saper dire cosa significa trigono o sestile, cosa significa domicilio o esaltazione, insomma conoscere bene l’oggetto di cui sentenziano, prima di dar giudizi. Altrimenti invece di essere scienziati sono superstiziosi che etimologicamente “super-stanno, stanno sopra’’ e fanno le ”super star”».
Ha seguaci entusiasti o detrattori totali, come mai?
«Perché ciò che non si conosce è l’Altro, e l’Altro, con la maiuscola, fa paura».
Ma l’attrazione che esercita su cosa è fondata?
«È vera e funziona, arriva al cuore e chi la studia si accorge che la sua natura è ben diversa dall’immagine vuota con cui i media la presentano».
Una mia conoscente racconta di essere salita in treno, si siede, sistema la borsa, e subito il signore seduto di fronte le dice: «Lei è del toro». È possibile?
«Quel signore era un buon osservatore ed evidentemente aveva una più che buona esperienza dello strumento».