Attaccati alla funivia

Ogni primo martedì del mese Stefano Früh appende un cartello alle due stazioni della funivia Verdasio-Rasa per annunciare che le corse verranno interrotte per qualche ora. Giusto il tempo di lubrificare le carrucole, provare il motore di emergenza, eseguire i lavori di manutenzione e altri controlli di routine. «Non sappiamo ancora di preciso quando arriverà la nuova funivia - spiega Früh -, quindi è ancora più importante mantenere in buono stato quella attuale, che comunque è ancora in ottime condizioni».
Inaugurata nel 1959 quando Rasa era ancora un Comune a sé stante, la funivia è l’unico collegamento con il mondo per gli otto abitanti che vivono nel paesino delle Centovalli. Non che in passato la popolazione fosse molto maggiore. Quando fu costruita la funivia restavano già solo 22 abitanti («e il più giovane ha 24 anni!», sottolineava l’Eco di Locarno). Tutti gli altri erano emigrati da questo paese povero e isolato. Prima verso Livorno, dove lavoravano come rosticcieri, poi verso città come Parigi, Vienna o Rotterdam, a pulire camini. «Qui si faceva la fame - afferma Früh -, questa era una delle valli più povere d’Europa».
Né clacson né campanelli
Altri tempi. Oggi il benessere ha travolto anche le Centovalli. Le case di Rasa sono curate, i giardini ancora di più. Ma il paese mantiene un fascino antico grazie all’assenza di traffico motorizzato. In paese non si sentono clacson, ma nemmeno i campanelli delle biciclette. L’unico mezzo di trasporto è la funivia per Verdasio, o in alternativa un’ora abbondante a piedi attraverso i boschi.
«Ci sono due operai delle OFIMA che durante i mesi estivi vivono a Rasa e fanno tutti i giorni avanti e indietro con la funivia - spiega Früh -. C’è la figlia del Renato Domiczek, un artista stabilitosi a Rasa, che ogni giorno prende la funivia per andare a lavorare in un ristorante a Comino. Ma anche gli altri abitanti la usano molto di frequente, per andare a fare la spesa o per qualsiasi evenienza. Poi ci sono i turisti e gli ospiti del Campo Rasa. Chi si abbona riceve una chiave e le istruzioni per far partire la funivia a qualsiasi orario, anche in mezzo alla notte, in caso di emergenza».
Persino i mobili vengono trasportati a Rasa in funivia. I turisti, quando vedono scene del genere, rimangono estasiati. Realizzano che un paese senza auto è possibile. Anche se bisogna ammettere che ogni tanto qualche abitante di Rasa cede alle comodità della modernità. «L’altro giorno uno ha fatto arrivare due palette di pellet in elicottero - racconta Früh -. Costa di più, ma arriva davanti a casa. Evita di dover trasportare 72 sacchi dalla strada alla funivia e poi ancora dalla funivia al centro paese».
Una grande novità a Intragna
Benedetta modernità. Lo sa bene Stefano Früh, che grazie alle nuove tecnologie è riuscito a realizzare un’idea che da anni gli frullava per la testa, dai tempi in cui lavorava per le FFS e girando per la Svizzera vedeva quei negozi aperti fino a tardi, che allora si chiamavano Aperto.
«A Intragna c’erano tre negozi di alimentari - racconta -, li ho visti chiudersi uno dopo l’altro. Io per alcuni anni ho gestito un distributore automatico, che chiamavo Centomat, poi un negozio di souvenir. In quel periodo, in collaborazione con una ditta di Monte Carasso, ho sviluppato l’idea di un negozio automatizzato, un po’ sul modello dei punti di vendita diretta dei contadini. Fortuna vuole che ho incontrato una signora, Ursula Gerber, che lavora con i prodotti a chilometro zero e che ha abbracciato la mia idea. Così quest’anno abbiamo inaugurato a Intragna il primo negozio del Ticino che è aperto 24 ore su 24».
Non si tratta di distributori automatici ma di un negozio vero e proprio, con la merce elegantemente distribuita sugli scaffali. «Il personale è presente solo per alcune ore durante il giorno - spiega Früh -, per rifornire il negozio, sistemare i prodotti e accogliere i clienti che vengono a fare la spesa. Fuori da questi orari si può accedere comunque al negozio, utilizzando la carta fedeltà o il proprio telefonino. Bisogna registrarsi sul sito, in modo da ottenere un codice QR che permette di aprire la porta. Poi si fa la spesa e si paga autonomamente, un po’ come da Migros o Coop con il sistema di scansione degli articoli. E questo a qualsiasi orario del giorno o della notte».
I primi riscontri sono ottimi. Le Centovalli sono un terreno fertile per le idee innovative. «Dopo due settimane avevamo già rilasciato 120 tessere fedeltà - racconta Früh -. Poi in estate abbiamo lavorato molto bene anche con i turisti. In una realtà periferica come la nostra è essenziale poter contare sul turismo. Sia per quanto riguarda il negozio, sia per le funivie. Se fosse solo per i pochi residenti, non potrebbero mai reggersi in piedi».
L’idea della funicolare aerea
Proprio in quest’ottica Stefano Früh si ritrova in prima linea nella promozione di quella che potrebbe diventare la prima «funicolare aerea» del mondo, tra Intragna, Pila e Costa, in sostituzione della funivia risalente al 1954 e messa fuori servizio l’anno scorso poiché troppo vetusta.
«Se si vuole evitare che la funivia accumuli deficit - sostiene Früh - bisogna proporre qualcosa di innovativo, che sappia attrarre i turisti. Per questo io credo fortemente nel progetto di Reto Canale, che sarebbe una prima mondiale. La prima funivia a funzionare come una funicolare, ovvero con partenza e arrivo su cavo unico e incrocio verticale al centro».
Il progetto è stato rallentato da una serie di lungaggini di varia natura. Früh resta ottimista ma nel frattempo si dedica ad altri progetti a favore delle Centovalli, terra di sua madre («una Maggetti»), dove è giunto una ventina di anni fa in provenienza da Zurigo.
Spazzacamini e oltre
«Vorrei scrivere un libro su Intragna e le Centovalli - dice -. Io lavoro anche come guida turistica e nell’ambito di questa attività ho scoperto informazioni così interessanti che vorrei poterle tramandare. Per esempio sull’epoca degli spazzacamini, quando le famiglie di Intragna gestivano la pulizia dei camini su mezzo continente. A sette anni di età i bambini venivano mandati nelle grandi città europee. L’ultimo spazzacamino l’ho conosciuto, è morto quattro anni fa, aveva 102 anni».