Attività sportiva dei serbi in Kosovo, ecco la lettera alla UEFA
La Federcalcio serba (Fss) ha inviato oggi al presidente della UEFA Aleksander Ceferin una lettera di protesta per la decisione delle autorità di Pristina che hanno vietato tutte le attività sportive in Kosovo che non siano organizzate da parte delle istituzioni sportive locali e che non rientrino nel sistema sportivo kosovaro.
Nella lettera si esprime «grande preoccupazione» per quelle che vengono definite «pressioni illegali e disumane» sulle squadre di calcio attive «nella provincia autonoma del Kosovo, e i cui componenti sono di nazionalità serba». E si denunciano le minacce di arresto nei confronti degli sportivi che intendono continuare ad allenarsi e a giocare nei tornei locali. Tutto ciò, sostiene la Fss, «è contrario alla Carta europea degli sport del Consiglio d'Europa, e rappresenta anche una violazione della Convenzione dell'Onu sui diritti umani e le libertà fondamentali».
La Federcalcio del Kosovo (Fsk) ha sollecitato le restrizioni nei giorni scorsi protestando per le numerose partite organizzate in Kosovo dalla Fss, e sottolineando di essere membro a pieno titolo della Uefa dal maggio 2016, e di essere l'unica istituzione abilitata a organizzare partire di calcio in Kosovo. La Serbia non riconosce l'indipendenza proclamata nel 2008 dal Kosovo, considerato ancora una propria provincia meridionale a maggioranza di popolazione di etnia albanese.