Autodromo di Monza, indagini concluse

MILANO - La procura di Monza ha chiuso la seconda tranche dell'inchiesta sui presunti illeciti nella precedente gestione del circuito automobilistico di F1 in vista della richiesta di rinvio a giudizio di 11 persone accusate a vario titolo di aver evaso iva per oltre 2 milioni di euro tramite emissione ed annotazione di fatture false dal 2007 al 2011, peculato, corruzione e altri reati.
Destinatari dell'avviso di conclusione delle indagini firmato dai pm Walter Mapelli e Caterina Trentini, e notificato dalla Guardia di Finanza di Monza , sono tra gli altri Enrico Ferrari, l'ex direttore generale della Sias, la società che gestisce l'autodromo, e l'ex componente del cda di Sias Claudio Viganò.
Ferrari, già imputato con altri 16 nel primo filone dell'inchiesta per il quale il prossimo 18 settembre davanti al Tribunale monzese si aprirà il processo risponde, non solo di evasione, ma anche di peculato poichè come incaricato di pubblico servizio, dal 2007 al 2012 si sarebbe intascato un milione di euro in contanti (cifra incassata dalla Sias per una serie di attività) e ancora di corruzione insieme all'allora responsabile amministrativo Franco Becchere e al delegato Sias per la Brianza Americo Martino al quale, tra il 2008 e il 2011, sarebbero stati corrisposti 80 mila euro annui per 'ammorbidire' i controlli nelle manifestazioni sportive organizzate all'autodromo.
Lo scorso luglio le fiamme gialle, su disposizione del gip Giovanni Gerosa, avevano sequestrato circa 3 milioni di euro, cifra equivalente al profitto del reato.