Lugano

Bacchettato sul carovita, il LIS è un bivio

Ricorrere o no contro la decisione del Governo favorevole a due dipendenti? Estendere l'adeguamento del salario a tutto il personale? L'ente autonomo riflette
© CdT/Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
10.03.2025 18:00

Non è filato tutto LIS. Si fa per sdrammatizzare... Di certo, la decisione del Consiglio di Stato sul riconoscimento del carovita da parte dell’ente autonomo Lugano Istituti Sociali crea qualche grattacapo ai suoi vertici. In estrema sintesi: il Governo ha accolto i ricorsi di due dipendenti contro la decisione del novembre 2023 di riconoscere solo un contributo una tantum – 1% del salario mensile lordo, per un massimo di 700 franchi – anziché correggere il salario verso l’alto in modo permanente. La Città, per esempio, al suo personale aveva applicato un +1,46%. Il punto è proprio questo: secondo il regolamento del LIS, l’ente deve adeguare le sue retribuzioni «sulla base dell’indice nazionale mensile effettivo dei prezzi al consumo di novembre dell’anno precedente» e «in misura analoga» a quanto fa il Comune con i suoi collaboratori. E il contributo una tantum varato dal LIS, a mente del Governo cantonale, di «analogo» alla misura decisa da Palazzo civico ha ben poco. Soprattutto perché «è limitato nel tempo, con la conseguenza che lo stipendio non subisce alcun aumento di natura strutturale». Secondo il CdS, in definitiva, l’ente autonomo ha agito «in chiaro dispregio della legge» e i dipendenti ricorrenti, patrocinati dall’avvocato e sindacalista della VPOD Edoardo Cappelletti, hanno quindi ragione.

Verso un incontro

E adesso? «Valuteremo se impugnare la decisione» premette il presidente del LIS e municipale responsabile della socialità Lorenzo Quadri. Poi si entra in un aspetto chiave: «La sentenza è riferita solo ai due ricorrenti, non a tutti i collaboratori del LIS. Dal punto di vista strettamente giuridico, si parla di quello. Una valutazione sul fatto di estendere il principio a tutto il personale si può fare: bisogna capire in che misura». Su questo, la decisione di Palazzo delle Orsoline offre un appiglio all’ente autonomo, a cui viene riconosciuta autonomia nel decidere «la natura percentuale dell’adeguamento da concedere». In altre parole, non deve essere per forza il +1,46% deciso dalla Città. Questo, però, è quanto auspica la VPOD, secondo cui «l’esito ricorsuale segna una vittoria significativa sul piano giuridico e sindacale che pone le basi per un miglioramento delle condizioni salariali dei circa ottocento dipendenti del LIS». L’organizzazione chiede quindi il riconoscimento del +1,46% per il 2024 e del +0,66% per quest’anno, «ovvero le percentuali già definite dal Municipio di Lugano». «La presa di posizione del sindacato è di parte» commenta Quadri, che rende nota comunque la volontà d’incontrare i suoi rappresentanti.