Economia

Banca nazionale, semestre nero

La perdita ammonta a 95,2 miliardi di franchi nei primi sei mesi di quest’anno, hanno pesato il rafforzamento del franco e il calo dei mercati – Vitta: «Difficilmente il Ticino riceverà soldi»
Roberto Giannetti
30.07.2022 06:00

La Banca nazionale svizzera ha registrato una perdita di 95,2 miliardi di franchi nel primo semestre di quest’anno. Si tratta di una perdita record, che mette anche in discussione la distribuzione a Confederazione e Cantoni a fine anno. Come valutare questo risultato? Lo abbiamo chiesto ad alcuni analisti finanziari e al consigliere di Stato Christian Vitta.

«Il primo aspetto, molto importante da sottolineare - afferma Maxime Botteron, economista del Credit Suisse -, è che questo cattivo risultato non ha alcun effetto sulla politica monetaria della BNS, né a livello dei tassi di interesse, né nel campo degli interventi sul mercato dei cambi per influenzare l’andamento del franco svizzero. Chiaramente, invece, la questione si pone soprattutto per la distribuzione degli utili a Confederazione e Cantoni. Attualmente le riserve per la distribuzione di utili ammontano a 102,5 miliardi di franchi. Visti i risultati del primo semestre, e sulla base della nuova convenzione raggiunta fra la BNS e il Dipartimento federale delle finanze, per avere la possibilità di una distribuzione l’istituto dovrebbe mettere a segno un guadagno di 12,5 miliardi entro la fine dell’anno».

Ora ci vuole un utile

«Abbiamo trovato questa cifra - precisa sempre Botteron - sulla base di un calcolo un po’ complicato, che tiene conto del fatto che da fine giugno fino a oggi il franco si è rafforzato ulteriormente e l’oro ha perso terreno e anche del fatto che la BNS è tenuta a effettuare attribuzioni a riserve per 9,6 miliardi. Tenendo conto di tutto questo, a noi risulta che, per avere una distribuzione a fine anno, la BNS debba guadagnare 12,5 miliardi di franchi».

«Questo - commenta ancora - non è impossibile, perché anche se sembra una grande cifra, se si guardano gli investimenti della BNS questo corrisponde a una performance dell’1,3 o 1,4%. Quindi non è irrealistico. Ricordiamo che un 1% di rialzo del cambio del franco contro l’euro provoca circa 3,5 miliardi di perdite per la BNS e viceversa. E con il dollaro è più o meno la stessa cosa. Le nostre previsioni sull’euro indicano che a tre mesi si situerà a 0,97 franchi e a 12 mesi a 0,99 franchi».

«Questo utile di 12,5 miliardi - aggiunge - porterebbe solo a una distribuzione di 2 miliardi. Per avere di più bisognerebbe aggiungere profitti supplementari. D’altra parte, molti Cantoni hanno adottato un approccio più prudente rispetto ad altri e non tutti hanno calcolato i soldi della BNS nei loro preventivi».

La BNS non può fallire

«Ricordiamo - conclude Maxime Botteron - che la Banca nazionale non può fallire e può sostenere perdite in maniera quasi indefinita. Il fallimento non è uno statuto economico, ma giuridico, e nessun giudice può impedire alla BNS di funzionare, visto che ha uno statuto speciale. Quindi il suo utile o la sua perdita non impediscono la sua azione di politica monetaria».

«Gli utili della BNS - commenta da parte sua Nikolay Markov, economista presso Pictet Asset Management di Ginevra - dipendono dai mercati, perché ha investito in titoli di tutto il mondo e quindi sulle Borse europee, asiatiche e americane. Chiaramente, il futuro è condizionato da diversi fattori, come la guerra in Ucraina, la propensione al rischio degli investitori, che determinerà la domanda di franchi, e la crisi energetica, che potrebbe provocare un ulteriore calo dei mercati. Comunque, il nostro scenario centrale è che i listini si stabilizzeranno. Ma se lo scenario alternativo si avverasse, ossia che le Borse scenderanno ancora, la BNS potrebbe ampliare le sue perdite. Comunque, nel nostro scenario centrale, la BNS non dovrebbe correre il rischio di superare una perdita di 100 miliardi».

Il rischio di cambio

«Un altro problema - aggiunge - potrebbe derivare da un ulteriore apprezzamento del franco, che potrebbe arrivare a 90 centesimi sull’euro, facendo aumentare le perdite della BNS. La nostra previsione è di un euro-franco a 0,95 a fine anno. Insomma, il versamento a Confederazione e Cantoni è a rischio, ma non è il nostro scenario centrale, che invece prevede un leggero miglioramento dei conti della BNS».

Valutazione a fine anno

«La valutazione di quella che sarà la distribuzione da parte della BNS - spiega Christian Vitta, responsabile del Dipartimento delle finanze e dell’economia del Canton Ticino - si potrà fare solo alla fine dell’anno, anche perché la situazione è molto volatile. Oggi si può comunque già dire che ben difficilmente sarà distribuito a Cantoni e Confederazione il massimo previsto dalla convenzione con la BNS, ossia sei miliardi di franchi».

«Per quanto riguarda il Canton Ticino - aggiunge - si è sempre adottato anche in passato un approccio prudente, evitando di mettere a preventivo il massimo consentito per la distribuzione degli utili. È vero che, negli ultimi anni, la situazione particolarmente favorevole ha permesso di generare maggiori introiti rispetto a quanto previsto, ma in futuro potremmo anche essere confrontati con situazioni inverse».

«In fondo la situazione odierna - conclude Christian Vitta - conferma quello che da più anni si continuava a dire e cioè che la Banca nazionale deve fare politica monetaria e il suo scopo non è la distribuzione degli utili. In termini generali, come non bisogna lasciarsi prendere dall’euforia quando la situazione va particolarmente bene e la banca distribuisce il massimo consentito, allo stesso modo non bisogna lasciarsi prendere dal panico in caso di risultati negativi, perché la situazione potrebbe anche evolversi rapidamente. È però evidente che se dovesse confermarsi una perdita così ampia, l’impatto negativo sulle collettività pubbliche sarebbe importante».