Spagna

Barcellona dice addio agli alloggi per turisti: «Diventeranno appartamenti per i cittadini»

Dopo l'annuncio di giugno, il sindaco della città spagnola torna a parlare della misura che, a partire dal 2028, trasformerà gli alloggi per i visitatori in case per gli abitanti, per contrastare i prezzi degli affitti ormai alle stelle
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Red. Online
30.11.2024 15:00

Che Barcellona abbia un problema con i turisti, ormai, è risaputo. Nell'ultimo anno, sono state infatti diverse le misure proposte dalla città spagnola per limitare il numero dei visitatori, o per sottoporli al pagamento di tasse sempre più alte. Tanto per cominciare, ad aprile Barcellona ha eliminato dalle mappe online il percorso via bus per raggiungere Park Güell. Il motivo, neanche a dirlo, è che il mezzo di trasporto era preso d'assalto dai turisti, che ostacolavano il rientro a casa del residenti del quartiere La Salut. Ma era solo l'inizio. 

Nei mesi successivi, la città spagnola ha dichiarato di voler introdurre limiti per le grandi navi, come a Venezia, riducendo il numero di visitatori che arrivano ogni giorno con le crociere. E suggerendo anche di aumentare la tassa turistica per i croceristi e, in generale, a chiunque alloggi nella città. Una misura che, lo scorso luglio, ha ottenuto il via libera del Consiglio comunale, portando il costo dell'imposta dagli attuali 3,25 euro a 4 euro a notte. 

Ma non è tutto. Già, perché anche i cittadini hanno cavalcato l'onda delle proteste, riversandosi nelle piazze e manifestando contro il turismo di massa di cui è vittima Barcellona. E, proprio loro, durante l'estate, hanno spostato i riflettori su un altro problema: quello degli alloggi. Alloggi che nella città spagnola, ormai, scarseggiano. Proprio perché la maggior parte di questi, oggi, vengono utilizzati come appartamenti per i turisti. Una situazione, queste, che mesi fa ha portato i funzionari di Barcellona a proporre di liberare la città dagli alloggi turistici entro la fine del 2028. E ora, a distanza di tempo, il sindaco di Barcellona è tornato sulla questione. Sottolineando come una mossa del genere possa essere troppo «drastica», seppur «estremamente necessaria» per frenare l'aumento, ormai fuori controllo, dei costi degli alloggi. 

Negli ultimi 10 anni, i prezzi degli affitti in città sono infatti saliti del 68%, mentre il costo di acquisto di una casa è lievitato del 38%. Motivo per cui, mentre le lamentele dei cittadini crescevano a dismisura, Collboni ha iniziato a «tenere d'occhio» le 10.101 licenze che la città aveva distribuito per consentire l'affitto di alloggi ai turisti tramite piattaforme come Airbnb. Con l'obiettivo di restituire tutti questi appartamenti ai suoi cittadini. 

Secondo le statistiche, ogni anno Barcellona viene presa d'assalto da circa 32 milioni di turisti, contro i suoi 1,7 milioni di abitanti. «Sotto il modello del turismo di massa che ha colonizzato il cento della città abbiamo visto due cose fondamentalmente danneggiate: la prima è il diritto di accesso all'alloggio, perché vengono utilizzati per l'attività economica, e poi la convivenza tra vicini, in particolare nelle zone che hanno più appartamenti turistici», ha dichiarato Collboni, interpellato dal Guardian

Dopo anni passati ad affrontare il problema, addirittura stabilendo un limite al numero di appartamenti turistici, il problema però si è ripresentato. O, per meglio dire, nonostante le misure, non se ne è mai andato. «Siamo giunti alla conclusione che fare le cose a metà non funziona», ha confessato Collboni. «La situazione è molto difficile da gestire e assicurarsi che non ci siano affitti illegali. Motivo per cui è molto più semplice e chiaro stabilire che non ci saranno più appartamenti turistici a Barcellona». 

La decisione, insomma, è stata presa. Per «salvare i cittadini» bisognerà, necessariamente, sacrificare gli alloggi per turisti. Una misura che entrerà in vigore, ufficialmente, nel 2028 quando allo scadere delle licenze degli appartamenti per i visitatori, nessuna di queste verrà rinnovata. Un piano che, sulla carta, sembra funzionare. Ma con qualche perplessità. Tanto per cominciare, il mandato di Collboni come sindaco terminerà nel 2027. Ossia un anno prima dell'avvio del progetto, il che renderà il piano «vulnerabile», qualora le elezioni dovessero portare a un drastico cambiamento nel governo municipale. 

Di più, la legislazione regionale consente ai proprietari di richiedere un'estensione della licenza, una tantum, fino a cinque anni. Questo se sono in grado di dimostrare di aver investito in modo significativo nella proprietà, ma ciò significa che alcuni appartamenti potrebbero rimanere adibiti ad alloggi per visitatori anche oltre il 2028. Per Collboni, tuttavia, si tratta di una «minoranza di casi». La sua speranza, piuttosto, è che il piano si traduca in oltre 10.000 proprietà restituite al mercato residenziale, così da trasformare questi alloggi in «appartamenti di lusso» per «affitti mensili». Per i cittadini, e non più per i turisti.