Battaglia legale dopo la demolizione
Su quel prato a ridosso del bosco nella valletta del riale Marda, a Certara, non c’è più niente. Continua però lo scontro fra la Città e il proprietario delle due case fatte demolire dall’ente pubblico perché abusive. Il Municipio ha chiesto al Consiglio comunale di poter stare in lite con il privato, un cittadino germanico residente oltre Gottardo, al fine di riscuotere i 272 mila franchi serviti a ridurre in polvere le abitazioni. La fattura – con tanto di codice QR, come se fosse una bolletta della luce – gli è stata trasmessa lo scorso 4 marzo, ma lui non l’ha pagata. Il Comune ha così notificato un precetto esecutivo, che il proprietario ha impugnato. Da lì la richiesta dell’Esecutivo di poter affrontare una causa civile che approderebbe al Tribunale distrettuale di Meilen, nel Canton Zurigo. Lugano ha fatto demolire gli stabili (due abitazioni e una stalla) perché costruiti fuori zona. Sono stati edificati a inizio ‘900, prima che l’allora Comune di Certara, undici anni fa, si aggregasse a Lugano. L’uomo in causa con la Città, tuttavia, li aveva acquistati solo in seguito. Della prima casa era diventato proprietario nel 2005, per poi rifarne il tetto e dipingerla in accordo con i funzionari competenti dell’ex Comune di Certara (quindi con lo Stato). Nel 2012 aveva preso la seconda, a cui aveva cambiato solo i serramenti, mentre la stalla l’aveva acquistata nel 2016, limitandosi a sostituire la copertura di lamiera con delle tegole. Il primo contatto con le autorità cittadine l’aveva avuto depositando una domanda a posteriori per la posa di una canna fumaria. Da quel momento in poi, i funzionari luganesi avevano constatato una serie di abusi edilizi sulle proprietà dell’uomo, fra cui la realizzazione di un ponticello per attraversare il fiume, la posa di un bacino di contenimento dell’acqua sorgiva nel bosco e l’allargamento (o proprio la creazione) della strada che porta alle due case. Il tutto era confluito in una domanda edilizia in sanatoria, che però era stata respinta. I successivi confronti fra le parti non avevano portato a una soluzione, sfociando nel finale più estremo:la demolizione. Il terreno è ancora di proprietà del privato, ma non ha quasi più valore: potrebbe usarlo solo per tenere animali da fattoria.