«Bau bau», le capacità onomatopeiche di Augusta Montaruli

Un coro si alza dall’Italia oltre le Alpi e il mare, da Trieste in giù e pure da Palermo in su: «bau bau»! Oppure, «miao miao»! Le capacità onomatopeiche di Augusta Montaruli sono ancora da scoprire, certamente molto ampie. Montaruli è stata una militante di destra sin da giovane, è ormai una scafata deputata di Fratelli d’Italia, giunta alla seconda legislatura alla Camera, vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, ex sottosegretaria all’Università dimessasi per la condanna definitiva a un anno e sei mesi per uso improprio di fondi pubblici nel periodo di consigliera regionale in Piemonte. Il «bau bau» di Montaruli in televisione, in uno di quei luoghi sacri delle chiacchiere fini a sé stesse, dell’informazione impastata con un sovradosaggio di intrattenimento per la smania di fare ascolti fra gli anziani sonnecchianti di fronte allo schermo, è di gran lunga il video della settimana politica italiana, l’evento più setacciato sui motori di ricerca. Cosa sarà mai successo in Italia?
1. I ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Piantedosi (Interno) sono andati in Parlamento a rattoppare la cronaca sul clamoroso rilascio del generale libico Almasri, torturatore di migranti, ricercato dalla Corte penale internazionale, gentilmente accompagnato a Tripoli con un aereo dei servizi segreti italiani. Non uno spettacolo di alto confronto democratico: fra battute dei partiti di opposizione e omissioni dei partiti di maggioranza, nonché l’assenza della presidente Giorgia Meloni, la verità è rimasta fuori dall’aula. Per esempio, ancora non si dice chiaramente che l’Italia aveva paura delle ritorsioni libiche su affari e migranti e neanche del sospetto di Palazzo Chigi che l’arrivo indisturbato di Almasri in Italia, dopo aver girovagato serenamente in Germania, fosse uno scherzetto degli amici europei.
2. Un’azienda israeliana ha risolto il contratto con l’Italia perché ha scoperto che il loro virus spia, assai pervasivo, micidiale anzi e destinato soltanto ai governi, era stato inoculato nei telefoni di sette cittadini italiani, tra i quali il giornalista Cancellato e l’attivista Casarini. Fra le solite accuse incrociate, nessuno ha capito chi ha autorizzato il gravissimo spionaggio e soprattutto perché.
3. Il Dipartimento per l’informazione e la sicurezza (Dis), l’organismo che coordina le agenzie di intelligence, ha denunciato il procuratore di Roma Francesco Lo Voi alla procura di Perugia, competente su eventuali reati commessi dalle toghe della capitale, perché «ha diffuso notizie riservate». Si tratta di un documento dei servizi segreti interni (Aisi), allegato agli atti di una querela per diffamazione contro il quotidiano Domani firmata da Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidenza del Consiglio, lo snodo per le operazioni più delicate del governo. Come lo scorporo della rete Telecom. Il giornale ha diffuso il documento che ricostruiva le attività di controllo dei servizi segreti proprio su Caputi (accessi a banche dati che nulla c’entrano con l’inchiesta di Domani). Quindi il Dis, che dipende dal sottosegretario delegato Alfredo Mantovano (ex magistrato), ha presentato un esposto contro Lo Voi, di recente contestato dal governo per aver inviato una comunicazione di iscrizione nel registro degli indagati a Meloni, Nordio, Mantovano e Piantedosi per vagliare le ipotesi favoreggiamento e di peculato sul caso Almasri. Il fascicolo è stato aperto dopo le denunce dell’avvocato Luigi Li Gotti.
Il cortocircuito istituzionale è talmente evidente che è sufficiente fermarsi qui, però si potrebbe continuare, e continuare ancora a lungo. La politica reagisce sfuggendo alle domande e sventolando i complotti con il sostegno involontario di media abituati alle robe goffe e buffe. Perciò un coro si alza dall’Italia oltre le Alpi e il mare, da Trieste in giù e pure da Palermo in su: «bau bau»! Oppure, «miao miao»!