Beat Jans incontra i suoi omologhi europei a Varsavia
Il consigliere federale Beat Jans ha partecipato oggi a Varsavia a un incontro dei ministri della giustizia e degli interni dell'Unione europea. Il vertice si è concentrato sulla migrazione irregolare, nonché sull'attuale minaccia rappresentata dal terrorismo, dalla criminalità organizzata e dai rischi ibridi.
Nella capitale polacca, si legge in un comunicato diffuso in serata dal Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), i ministri hanno discusso dei nuovi approcci per contenere la migrazione irregolare, tra cui la prevista riforma del settore del ritorno.
Jans ha sottolineato la necessità di garantire la protezione dei diritti fondamentali e umani, in particolare quello di chiedere asilo, ad esempio evitando respingimenti verso uno Stato in cui la persona in questione rischia di subire persecuzioni o torture.
Il basilese ha anche fatto riferimento al modello svizzero dei partenariati in materia di migrazione, evidenziando che per trovare soluzioni nell'interesse dei Paesi di provenienza, di transito e di destinazione occorre un dialogo bilaterale alla pari con gli Stati partner. Al contempo, ha aggiunto che una stretta collaborazione all'interno del Vecchio Continente è di centrale importanza.
Il tema della migrazione è tornato anche durante gli incontri bilaterali avuti da Jans con i suoi omologhi. Il titolare del DFGP si è in particolare intrattenuto con il ministro danese della migrazione Kaare Dybvad Bek, la ministra della giustizia islandese Þorbjörg Sigríður Gunnlaugsdóttir e il ministro degli interni del Lussemburgo Léon Gloden.
Cambiando argomento, Jans ha affermato che la Svizzera, come tutti gli altri Stati europei, è sempre più confrontata con minacce ibride. Una strategia efficace in questo campo esige un approccio che consideri la società nel suo complesso e un potenziamento della sicurezza interna.
La presidenza polacca del Consiglio dell'Ue ha tematizzato la prossima strategia di sicurezza interna. In questo contesto, il consigliere federale ha rimarcato che per elaborarla occorre considerare il ruolo degli Stati associati a Schengen.