Agno

Bentornata, San Provino

Passeggiata alla storica fiera, che si è rivista dopo tre anni di pausa – Le foto
©Chiara Zocchetti
Martina Cucinotta
12.03.2023 19:10

La primavera è alle porte e, nonostante qualche folata di vento, l’aria è calda e il cielo limpido. Il clima di festa si percepisce già da una certa distanza, tra le urla dei bimbi e la musica delle giostre, e una volta arrivati alla stazione di Agno non resta che tuffarsi nel fiume di persone che scorre fra le bancarelle. Aleggia un profumo di caramelle e di zucchero filato: a vederlo nelle mani dei più piccoli, sembra una specie di trofeo. Siamo alla fiera di San Provino, tornata dopo tre anni di pausa ad animare Agno – sarà aperta ancora domani – attirando numerosi visitatori. La sagra è tra le più attese nella regione e ha una storia che risale al 1518, quando la Dieta dei cantoni svizzeri concesse al Comune la possibilità di festeggiare il proprio patrono.

Occhi sbarrati, pance piene

Fino agli anni Novanta, a fare da cornice alle celebrazioni religiose sono state le tante attività legate al mondo agrario, che hanno reso la manifestazione una fra le più importanti sul territorio. Nonostante negli ultimi cinquant’anni sia passata sempre più in secondo piano, la componente agraria ha ancora un ruolo importante. Basta sorpassare il capannone della Sezione pescatori di Agno e seguire la scia di famiglie, per trovarsi circondati da trattori d’epoca e altri macchinari. Per chi sta pensando di lavorare in questo mondo, la scuola agraria di Berna, presente alla fiera, è a caccia di giovani ticinesi interessati al settore primario. Poco più avanti vediamo genitori letteralmente trascinati dai loro bimbi a suon di «mamma, papà, voglio vedere gli animali!». Che proabilmente sono l’attrazione più sentita dai visitatori. Lo sa bene la Gioventù rurale del Luganese che, come da tradizione, ha allestito la mostra dei capi di bestiame con capre, pecore e mucche: animali che potremmo ritenere comuni, ma che riescono sempre ad affascinare tutti, grandi e piccoli.

Le bestie comunque sembrano essere indifferenti al baccano che giunge dal capannone di fianco, dove in un clima conviviale si chiacchiera e si brinda, mentre all’interno in molti si accalcano di fronte al bancone della zona ristoro, anche questo gestito dalla Gioventù rurale. L’offerta gastronomica è varia e legata al territorio: polenta, gnocchi, luganighe, affettati nostrani, formaggi, torte e bevande;il tutto accompagnato da musica e balli di gruppo, in un clima di allegria generale. Non possono mancare i tradizionali ravioli di San Provino, tortelli fritti con un ripieno dolce a base di prugne e amaretti. Attratti dal profumo ci avventuriamo nel labirinto delle bancarelle, dove in molti si fermano a comprare e assaggiare prodotti tipici di ogni genere, e passando davanti a vini, pesciolini fritti, hamburger, dolci di ogni genere e addirittura paella, inevitabilmente sentiamo qualcuno dire: «Ho la pancia piena».

Un motore giovane

Notoriamente San Provino attira anche espositori provenienti da altri cantoni. Uno di questi racconta di essersi fatto quattro ore di macchina da Poschiavo, affrontando una nevicata. Come fa lui, anche altri venditori presenti a San Provino non possiedono una loro attività, ma comprano e realizzano i prodotti in proprio soltanto per poterli rivendere alla fiera e godere del contatto con i suoi visitatori. Per alcuni di questi espositori, la manifestazione di Agno costituisce un appuntamento fisso: coloro che ne prendono parte da quindici o addirittura vent’anni ormai possono essere considerati una costante. Fortunatamente non mancano i giovani, tra l’altro promotori della fiera. Oltre che nelle attività agricole, stupisce il numero di ragazzi e ragazze impegnati ai banchi per conto di associazioni o semplicemente giunti in aiuto dei genitori nella vendita dei prodotti. Ma in fondo fa tutto parte del clima che da sempre si respira a San Provino, una fiera che fin dai suoi albori riunisce ogni fascia d’età.

In questo articolo: