Il caso

Benzina e diesel sulla rampa dei rincari: «Già nove correzioni da inizio anno»

Da gennaio il costo del carburante è salito in maniera lineare - Superata sull’A2 la soglia psicologica dei 2,30 franchi al litro - Laurent Pignot (TCS): «Siamo lontani dai picchi del 2022, ma il mercato è teso e molto instabile» - Luca Giampietro (associazione ticinese stazioni di servizio): «Il costo in Ticino in realtà è in linea con quello degli altri cantoni»
©Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
11.04.2024 06:00

Il record negativo se lo giocano la stazione di Piotta sull’A2 e l’area di Coldrerio dove, negli scorsi giorni, la benzina 95 costava la bellezza di 2,36 franchi al litro; 2,45 invece per un litro di diesel. Inarrivabile, per i motori ad alte prestazioni, la senza piombo 98 schizzata ieri a Coldrerio a 2,57 franchi al litro.

Una fiammata che ha scottato più di un automobilista in transito, in questi giorni, dal Ticino. L’impennata sul prezzo dei carburanti, comunque, è evidente un po’ ovunque e tocca, in linea generale ma con rincari minori, tutte le stazioni di rifornimento del Paese.

«Da inizio anno, il prezzo del carburante ha subito diverse correzioni», commenta al CdT il portavoce del TCS Laurent Pignot.

«Mediamente, sull’arco di 12 mesi, il prezzo viene aggiustato una decina di volte. Nei primi mesi del 2024, invece, abbiamo già avuto nove correzioni». Segno di un mercato particolarmente teso di fronte a una situazione geopolitica instabile su più fronti.

A inizio anno, il prezzo medio della benzina a livello svizzero era di 1,75 franchi al litro, ricorda Pignot. «L’ultima correzione in borsa risale al 5 aprile e ha portato il prezzo della benzina in Svizzera a 1,90 franchi». Più contenuto, invece, l’aumento sul diesel, passato da gennaio ad aprile da 1,92 a 1,99 franchi al litro.

Il confronto con il 2022

«Siamo ancora lontani dai picchi registrati dopo l’invasione russa in Ucraina», ricorda Pignot. A giugno 2022, infatti, la benzina era schizzata (ovunque e non solo sulle arterie autostradali dove notoriamente il costo è maggiore) a 2,30 franchi; il diesel era salito a 2,40. Il costo medio sui 12 mesi quell’anno si attestò a 2 franchi per la benzina e a 2,20 per il diesel.

«Attualmente, il prezzo medio, nei primi mesi del 2024, è di 1,80 per la benzina e di 1,96 per il diesel», commenta ancora Pignot. Prezzi che, approssimativamente, ritroviamo anche nel 2023. «Il prezzo medio della benzina, lo scorso anno, è stato di 1,84 franchi al litro; quello del diesel di 1, 99 franchi».

I fattori locali

Tornando alla situazione attuale, Pignot osserva come il rincaro abbia colpito soprattutto il prezzo della benzina. «In poco più di tre mesi, il costo è salito di 15 centesimi. Sotto Pasqua il rincaro è stato di 3 centesimi». Una precisazione importante per smentire le critiche di chi ritiene che il prezzo alla pompa, immancabilmente, torni a salire in coincidenza delle vacanze e, quindi, degli spostamenti degli automobilisti. «L’evoluzione del costo mostra chiaramente come l’incremento sia stato progressivo da gennaio».

Ma come mai - chiediamo - l’incremento sull’A2 è così marcato rispetto al resto del territorio dove la forchetta si aggira attorno a 1,90 franchi per la senza piombo? «Il mercato dei carburanti è influenzato da diversi fattori, sia globali sia locali», spiega Pignot. «A livello locale, per esempio, la collocazione geografica della stazione incide sensibilmente sul prezzo alla pompa. Una stazione in centro città o sull’A2 ha costi di gestione maggiori rispetto a una località periferica».

Il record di produzione USA

Più in generale, prosegue Pignot, la variazione del prezzo dipende anche (e soprattutto) da fattori globali, difficilmente influenzabili. «Ci sono fattori positivi e fattori negativi. Da inizio anno, per esempio, il gasolio ha avuto fluttuazioni significativamente inferiori rispetto alla benzina, grazie al fatto che in Germania la capacità delle raffinerie è ancora notevolmente elevata per soddisfare la richiesta di gasolio utilizzato per il riscaldamento delle abitazioni».

A questo fattore di stabilità del prezzo, se ne aggiunge un secondo che vale anche per la benzina: «I trasporti sul Reno, che garantiscono l’approvvigionamento del carburante in Svizzera, sono al momento molto convenienti. Il costo alla tonnellata varia tra 16 e 18 franchi». Il livello del Reno è infatti sufficientemente alto e consente di caricare al massimo le navi; pertanto, ogni litro di carburante trasportato costa meno. «Considerato che il prezzo del trasporto su nave è sempre il medesimo, indipendentemente dai volumi trasportati, il costo per litro risulta più economico».

A contribuire alla stabilità del prezzo dei carburanti, inoltre, c’è anche la massiccia produzione americana di petrolio che in questi mesi ha toccato livelli record. «Al momento gli USA sono il maggior produttore al mondo. La quantità di barili estratti è di circa 13 milioni al giorno, con un picco storico di 13 milioni e 300 mila barili».

Le previsioni di Vitol

Tutto bene? Si e no. A influire sul prezzo del prodotto finito ci sono infatti alcuni fattori negativi. Tra questi, spiccano le previsioni di Vitol, ossia il principale commerciante mondiale di prodotti energetici. «Il colosso olandese, a causa della crisi nel Mar Rosso e del perdurare delle restrizioni legate al commercio con la Russia, prevede infatti una crescente penuria di prodotti petroliferi sul mercato occidentale».

Non solo. La compravendita di prodotti petroliferi, in questi mesi, sta facendo i conti anche con un significativo aumento del tasso di cambio del dollaro rispetto al franco e alla sterlina, spiega ancora l’esperto. «Chi compra in franchi è quindi svantaggiato e paga di più il prodotto finito».

Più in generale, conclude Pignot, le tensioni internazionali si ripercuotono anche sulle valutazioni del prodotto in borsa. I prezzi, da inizio anno, hanno subito ripetute oscillazioni che in futuro potrebbero anche accentuarsi: «Gli analisti non escludono infatti che l’Iran - in qualità di membro dell’OPEC, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio - dopo il recente attacco israeliano contro il consolato iraniano a Damasco, in Siria, valuti ritorsioni anche sul fronte del costo della materia prima».

«Difficilmente il prezzo tornerà a 1,50 franchi»

«Attualmente, il prezzo della benzina è al di sopra della media degli ultimi dieci anni. Se però prendiamo come riferimento gli ultimi 3 anni, osserviamo che il prezzo attuale risulta nella media», commenta al CdT Luca Giampietro dell’associazione ticinese delle stazioni di servizio. Per quanto in questo settore sia particolarmente difficile fare previsioni, secondo Giampietro difficilmente il prezzo nei prossimi mesi scenderà a 1,50 franchi al litro. «Il rischio che il prezzo degli ultimi tre mesi possa diventare la norma esiste. Del resto, il mercato è molto teso.Da un lato ci si attendeva un aumento della produzione dell’OPEC, che non c’è ancora stato; dall’altro, i consumi non sono in diminuzione come invece ci si poteva attendere a livello globale». Le scorte negli USA inoltre sono piuttosto basse. «La conseguenza è un rialzo dei prezzi».

Ticino e Svizzera

Venendo a dinamiche più locali, Giampietro osserva che, contrariamente a quanto scritto dalla stampa confederata in questi giorni, tutto sommato il costo dei carburanti in Ticino risulta in linea con il resto della Svizzera. «Alcuni singoli punti vendita possono avere prezzi più alti o più bassi, ma in generale il prezzo è livellato, e questo nonostante il mercato ticinese sia il solo, nel Paese, a essere approvvigionato da sud».

Come si spiega, allora, il prezzo sull’A2 dove è stata superata la soglia dei 2,30 franchi? «Il prezzo dei carburanti, posto che una stazione li fissa come meglio crede, sono sempre in relazione ai costi. Le aree di servizio autostradali sorgono sempre su terreni messi in concessione dal Cantone, il quale chiede un canone di locazione e una percentuale variabile di centesimi per litro erogato e sulla cifra d’affari di shop e bar. A questi costi fissi, si aggiunge la parte degli investimenti, spesso molto onerosi. Per questi motivi, tenuto conto anche del calo dei volumi erogati, il prezzo alla pompa sulle autostrade risulta nettamente superiore», conclude Giampietro.